Ai miei tempi…

Che poi i miei tempi furono tre anni fa. Mi sembra già un casino di tempo.
Sono stata tra le prime a beccarsi la riforma della maturità. Un oceano di simulazioni tutto l’ultimo anno più numerose delle prove di evacuazione per il terremoto. Una rottura di palle incredibile per poi ritrovarsi di fronte ai quesiti posti dal ministero totalmente impreparati.
 
Un passo indietro.
Non credo ci siano maturandi che mi leggano. Non credo soprattutto che stiano leggendo in questi giorni. Un consiglio da chi già ci è passata: non fatevi problemi e/o pippe mentali. Non è il giorno più importante della vostra vita [neppure il matrimonio lo è, quindi è inutile che quando state in comune o avanti all’altare vi mettiate a sciogliere con 2 decilitri di lacrime il sapiente trucco del make-up artist che vi ha reso delle strafighe da paura…. pensate a quanto vi è costato e pensate ancora che il fotografo si è già fatto pagare in anticipo e vi deve ancora scattare le foto… da brave], non si decide un cazzo e soprattutto la maturità non serve a testare la vostra bravura.
Due mesi dopo vi ritroverete a fare un test di ammissione all’università, magari, che ribalterà completamente il voto di maturità.
 
Ricordo le tracce dei temi all’epoca. No, anzi non le ricordo. Ricordo che il saggio breve era una completa cazzata, lo scrissi in quaranta minuti, lo copiai e dovetti aspettare per uscire.
Ricordo la prova di matematica. Non la sapeva fare neppure la mia prof di matematica, ma siccome mi aveva ghettizzato nell’atrio con l’altra classe mi feci passare il compito dall’altro prof. Mito umano.
La terza prova fu uno schifo. Mamma mia. Azzeccai solo Inglese e Filosofia. Storia dell’arte ci chiese delle terramare… le terramare diobono… già che ci sei chiedimi anche come era fatto il cesso di Adamo, no?
 
Ah, io gli ultimi tre mesi prima della maturità avevo smesso di studiare, preparai la tesina la sera prima dell’orale (avevo presentato solo la scaletta) e comunque presi molto meno di gente che ora è ancora al primo anno di università.
Se rivedessi i miei prof mi ricorderei della sonora risata sarcastica che fecero alla mia risposta "e ora che facoltà vuoi fare?".
Fu medicina.
Se me li ritrovassi agonizzanti avanti fingerei un malore e aspetterei che se ne occupi qualcun’altro, eccheccazzi. Neanche la soddisfazione di ammazzarli gli darei.
In cinque anni di liceo salvo solo due prof: la mia prof di inglese del primo e quarto anno e il prof di filosofia del terzo. Il resto è tutta gente impreparata che detta il trend di mediocrità delle scuole superiori.
Insomma cicci: se volete fare medicina mollate il posto di secchioncino dell’aula e mettetevi sotto a fare fisica, chimica e biologia. Le materie più mal fatte allo scientifico. È un consiglio disinteressato. Io sto mandando cancheri a tutte le future genereazioni dei miei docenti causa pessima spiegazione di quelle materie.
 
Insomma: i giorni della maturità fate quel cazzo che vi pare. Fregatevene dei consigli medici, dei docenti, della zia peppina, di tutto il resto. E non state a rosicare quando vedete le valutazioni. Tempo tre mesi e con il lavoro di cinque anni potete andarci comodamente a zappare :)
 
[ah, leggevo sul corriere i consigli sul tema. Io non li seguii e alla maturità presi 15/15. Gli altri in classe fecero l’analisi del testo e beccarono 14/15. L’importante non è saper scrivere, ma individuare cosa vuole leggere il prof.]

0 thoughts on “Ai miei tempi…”

  1. Il problema è che magari in quei 5 anni infernali che passiamo al liceo non ci rendiamo conto di quali materie potrebbero essere importanti per il nostro futuro più o meno prossimo.

    C’è gente che è già matura molto prima dell’esame e gente che nonostante la promozione ancora non ha capito cosa fare!!!

  2. A me?

    Il problema è che per come è fatto il concorso a docente universitario io non passerei mai :PP

    O vado a dirigere l’università salcazz di San Marino, quella della laurea alla Falchi e Ricucci…

  3. Hai ragione, cara la mia Fran, non bisogna farsi prendere dall’aritmia cardiaca prima della “matura”, ma è anche pur vero che è un giorno particolare, come una finale di Champions, o un derby sono partite a sè stanti.

    Ricordo ancora il mio esame: dopo 5 anni da spettatore non pagante a scuola, sfoderai un trittico 15 (tema), 14 (mate, dopo 5 anni di 3,7 di media), 15 (terza prova) quindicesimi, con 90 su 100 finale.

    Mia madre ancora grida al miracolo…

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