Stockholm syndrome.

Che poi se c’è un uomo che adoro questi è Matthew Bellamy.
Confesso che è proprio amore, e come tutte le cose che mi piacciono mi garba stare lì a rimirare ed ascoltare senza proferire nulla.
Al solito mi metto a fissare le cose senza far nulla. Succede anche quando mi piace un cane, tanto che la maggior parte delle volte mi chiedono se abbia o meno paura. Boh, sarà la sindrome di Stendhal, sarà che fatico al solito a manifestare alcuna cosa se non con lo scrivere.
Arrivando al punto devo dire che la coincidenza dell’uscita di un album che ho amato come Origin of Symmetry e l’uscita del nuovo prossimo lavoro condividono la temporalità con dei periodi totalmente di guano.
E cosa c’è che li accomuna? Che rimango lì, ad ascoltare quel piccolo omino che canta come se fosse lacerato da chissà quale genio della musica accartocciato sulla sua chitarra. Ho perso il conto di quante volte ho ascoltato Citizen Erazed, nei momenti in cui la mia testa non riusciva a capire minimamente quale fosse il modo di reagire. Una sorta di lavaggio cerebrale positivo, che ti portava nell’oblio a seguire null’altro che la voce di Matt, e anche ricordarsi quando respirava di strofa in strofa con le dita pronte a mimare accordi su qualsiasi superficie si presentasse sotto i polpastrelli.
 
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Sembrano stronzate, e forse lo sono.

0 thoughts on “Stockholm syndrome.”

  1. muse news, che magari sai già ma qualdo l’ho letta ho pensato a te:

    “nel prossimo album dei Muse, ufficialmente in arrivo il 3 luglio, ci saranno anche due canzoni con la tromba”

    eh? si sondano sonorità nuove!

    b.

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