Piccolo Trotto.

Insomma.

Devo confessare di non avere, contrariamente a molti miei compagni di tifo, un amore incondizionato per Lippi. Mah, forse per il primo Lippi sì. Diciamo che ci sono stati dei bei momenti con lui sulla nostra panchina, ma era una sinergia che partiva da un gruppo di giocatori. Del resto Marcellone è toscano, noi toscani s’è delle grandi teste di cazzo nonché dei grandissimi testoni. Trovo che stia gestendo molto bene il rapporto con la stampa, molto meno concordo nelle scelte tecniche. Stiamo giocando male. Se giocassimo facendo trasparire i nostri effettivi valori sarebbe tutto molto più facile. Ma si sa, ogni volta anche se incontriamo la papuasia andiamo tutti in brodo, e dall’acqua con l’uccellino si passa a prendere l’imodium da sciogliere sotto la lingua.

Ma i nostri giocatori sono una cosa meravigliosa.
Totto Totti non illumina, è un rottame ma lo stiamo aspettando. Perché?
Il suo pupillo è pronto per la finale [la che, la finale? prontooo?]
Senza tracotanza [diobono, alzi la mano chi gliel’ha detto] Buffon parla di lui e Cannavaro in chiave "Rocco e gli spogliatoi".
Ma la bellezza delle dichiarazioni è del mio ormai conclamato mito mondiale, Materazzi:

«Non sono un diavolo». Il giorno dopo il gol che ha spianato la strada dell’Italia verso gli ottavi e ha consentito agli azzurri di evitare il Brasile, Marco Materazzi torna a parlare della sua fama di duro. «Di errori ne ho fatti, ma giudicatemi come uomo. Tante volte i miei figli hanno sentito a scuola cose irripetibili dopo che avevo subito delle espulsioni». Sui deferimenti di Juve, Milan, Fiorentina e Lazio, Materazzi ha dichiarato: «Sono orgoglioso di essere interista. Noi siamo puliti e al di sopra di ogni sospetto. Tra noi ne parliamo, mi dispiace per i compagni di altri club in difficoltà».

Non so, ora fino a lunedì ci sarà l’indicibile menata di Hiddink e le sue panchine. E lì gli spauracchi, i lupi cattivi, i bacini mandati alla Seredova e le tette di Ilary. Ora voglio il servizio sul cuoco nel ritiro della nazionale, che ci manca.

Ah, un’altra cosa, Ronaldo non è tornato. Sembra un frigorifero smeg giallo che si trascina per il campo. Macheccazzo mangiano, i brasiliani? Lo stacco di testa che ha fatto ieri per segnare è tra l’impresentabile e l’improponibile. Cioè, sembra davvero pronto per rientrare a Milano.

Per le altre vicende calcistiche… beh, le tre squadre tifate in casa son lì. Mal che vada saremo lì a sfotterci. Male che vada io per l’anno prossimo adotto il Palermo come squadra, che mi fa simpatia, ecco.

0 thoughts on “Piccolo Trotto.”

  1. Adotta il catania piuttosto!! Rosazzurri forever! (scherzo, mi frega proprio poco)

    Lippi, lippi… mah… a me sta sulle palle, lo rispetto come dicevi tu per il suo rapporto con la stampa, ma mi sta sulle palle.

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