I'll be there, as soon as always.

Ora uno non è che sa molto come spiegare una cosa che è bella, che ce la hai qui in testa, che insomma, sai che c’è stata ma ti chiedi come fissarla al meglio e però magari scrivendola non è che la rendi come vuoi, ossia al meglio. Quindi non so, provi a scrivere le cose random, frasi su frasi e poi collegarle, conscia del casino che magari procurerai al lettore quando si leggerà il post. Le aspirine sono di là.

Al solito arrivo a fare i resoconti dopo che avranno postato porci e cani. Sì, vabbè, sticazzi. Andavo ad approcciarmi al concerto dei Muse numero cinque, il secondo dello stesso tour, insomma, boh, vedevi le altre setlist e temevi quasi di rimanerci male. Perché di due concerti, due, non hai beccato Assassin, e invece a Riga (a Riga, diobono) l’han suonata. Quindi boh e mah, temevi che non è che andavi lì e ci rimanevi un po’ così. Poi ti chiedevi cosa cazzo fossero tutte quelle pippe, te che eri sopravvissuta all’impatto con Hysteria nell’Origin of Symmetry tour. Niente, neppure la calma durante Man of Mystery avrebbe potuto scalfirti. Nulla.

Il manifesto del concerto

Ché poi ci sono sempre delle costanti. Viene da ridere, suvvia. Le epopee per rientrare in treno coi ritardi che si attestano oltre l’ora, la Annina che prende le pizze la sera prima e si ascolta Starlight (qui, ad esempio, a dicembre), gli acuti in auto di Knights of Cydonia, io che ci arrivo sempre con l’intestino in panne ma questa è una maxi-costante della mia vita.

Io ci ho sto problema, l’avrete capito pure voi, che non è che mi piacciono i Muse (posso dire, che ne so, mi piacciono i REM, gli Interpol, gli Editors… compagnia cantante varia), è che per i Muse provo la più totale ammirazione a livelli di idolatria. Sì, beh, io da alcuni spezzoni di bootleg riesco a riconoscere il concerto. Lo so, quando succede con gli episodi del commissario Rex un po’ me ne vergogno, per i Muse no, che gli voglio bene come a gente di famiglia suvvia. Ché poi per come porta i pantaloni Dom potremmo anche essere parenti (sia a Verona che a Wembley erano verde evidenziatore ET-telefono-casa-fluò).

Prima del concerto c’è la deejayset indie, così indie che credo che l’unica cosa riconoscibile al pubblico poteva essere The Prayer dei Bloc Party. Da lì, per ovviare la noia, l’idolo della serata (purtroppo la foto fa schifo, ma accontentatevi): un uomo che dal nulla (o persi l’incipit) arriva ad arringare la folla guidandone le ola (le ole?), mettendo su anche un’espressione schifata quando non la caricava a dovere e usciva un po’ moscetta. Vedendolo poi uscire, alla fine, a torso ignudo (bella schiena, se leggi qui, complimenti) quasi volevo complimentarmi, ma poi mi sono ricordata che io sono timida e queste cose non le faccio.

Clima creato: meraviglioso. Cornice meravigliosa, entrare in Arena e vederla gremita (siamo entrati tardino, colpa del Magnagatti a cui abbiamo concesso anche di mangiare. Ma poi, diciamocelo, in realtà voglio solo farlo sentire in colpa: perché, scusate, uno prende i posti numerati ed è giusto che se la tiri fino in fondo) è un qualcosa di meraviglioso. Scusate, ripensandoci mi viene la proprietà lessicale di una velina, ché mi emoziono e non capisco più una fava. Potrei dire solo cose come bellissimo, meraviglioso, bello bello, e basta.
Certo, oddio, la platea aveva quelle assi di legno che ad ogni sollecitazione del salta-salta-salta (impossibile fare il pogo, c’era un minimo spazio sindacale per le gambe, e saltando siccome è in pendenza, la cavea, si va avanti) dava quell’effetto terremoto che inizialmente era strano, poi risultava puranche ganzo, diciamocelo. Noialtri (io, Thurs, Ari, il Magnagatti, Kap) si era in quindicesima fila. Non male, davvero.
Da lì arriva la Sere, e ci dice del suo spostamento in prima fila, indove c’era anche quella gnocca della Gaia Polloni, ossia la morosa del Bellamy, e pure quella di Howard. Che poi mi han detto che c’era anche la genitrice, del Bellamy, a distribuire pass per il backstage (rosico, inutile dire).

C’è da ringraziare Matt che appena finita Knights of Cydonia (cielo, comunque va bene che Dom non la regge alla fine, perché salta e si dimena sulla batteria, fateci caso, però KoC all’inizio secondo me perde) ha detto alla Security che ci potevamo alzare. Sarebbe stato un concerto difficilissimo da vivere incollati su un seggiolino rivestito da un cuscinetto similacrilico che è sì comodo per far sedere gli amanti dell’opera (mi sa che c’erano due statue, ai lati, della scenografia del Nabucco/Aida incerottate, se ben rammento) ma ci avrebbe cotto anche le emorroidi, diciamocelo. In quel momento ho stimato quell’omino piccino lì più di quanto già lo adori di solito.

Da notare alcune cose. Le metto a punti così facciamo prima.

– Bellamy da quando frequenta l’Italia è cambiato come presenza sul palco. Basti vedere sia le pantomime su Feeling good quando nel bridge prende in mano il megafono e poi lancia i coriandoli. Oppure quando si batte la mano sul petto per poi allargare il braccio su hold you in my arms. Non è un male, anche perché da pischelli incazzati son diventati professionisti della scena musicale, era solo una osservazione.
– Niente, non mi arrivano mai i palloni di Bliss (o chi ne fa le veci). Sob.
– Secondo me si sentiva malino la voce di Bellamy. Delle due l’uno: o il fonico era provato dal caldo o Bellamy è da mandare dal foniatra prima che perdiamo ‘sto bene dell’umanità.
– Unintended non mi è mai piaciuta. Ma la versione di Verona, senza coretti con le vocine anglofone che miagolavano dietro, è bella assai. Oh, capiamoci, a me non piace per l’effetto carie che fa quando la senti cantare, ma lì per me era bellissima, boh, ma era la situazione.
– Di contro, più sento le vecchie canzoni e più noto come siano migliorati a suonare. E si sente anche confrontando le canzoni di questo album con la performance di Assago, eh.
– Due piccoli errori, ma debbo risentire il bootleg, ché vado a memoria: l’attacco di Bliss fatto di mezzo tono sotto e l’inizio di New Born che era così "dilatato" che Chris si è palesemente perso. Un insieme di piccoli errori, che però alla fine non si sentivano. La cosa che un po’ mi dispiace è continuare a vedere Morgan in versione Cenerentola sempre più nascosto. Povero. Non so, boh.
– Da ascendette i voustshtri telfonini di Assago il grazie millsh Dom ci regala sempre bei momenti.
– L’utilità dei paninari che gridano BIRREEEEE, RAGAZZI BIRREEEE durante il concerto è nulla. Anzi, irritante. Avrei voluto avere un motorino in quel momento (si sente anche in uno dei video messi su youtube, oltre a sentire la mia voce che anticipava le canzoni alla prima nota di attacco prima che gli altri facessero il boato, ne vado orgogliona, sappiatelo) e usarli come rastrelliera lasciando il motore acceso.

Le terga (pure) di Bellamy

Tutto bello, gli abbracci, le mani protese verso un palco che era irraggiungibile, girarsi per Soldier’s poem e vedere l’effetto lucine di telefonino, un insieme di cose e di emozioni che porca paletta, ecco… a me se avessero fatto Citizen Erased pure io non so come l’avrei presa, finiva che mi mettevo a piangere come un vitello, ché non pare ma ci ho la mia sensibilità eh.
Io però ho ancora negli occhi questa immagine di lato (debitrice a Sere). Matt spiaccicato sugli amplificatori, chitarra sulla testa, visto di terga. Boh, sarà stato l’effetto Stockholm Syndrome, sarà stato il caldo, sarà stato il pubblico dell’Arena, sarà stato che per una volta era vestito non in modo toltalmente becero (io, che avevo addosso la maglietta che dicevo qui e me ne sono accorta ora), sarà… cazzo ne so che sarà, ma io avevo gli occhi sbarrati e pensieri complessi riconducibili a sintagmi come arf  vedendomelo lì avanti. Io, che non è che ho mai avuto arrapamenti fisici per Bellamy. Ma boh, che cazzo ne so, lo ripeto. Saranno i miei ormoni ma ho sentito già diverse volte lo stesso commento da altre, che vi devo dire. Ci sta pienamente il son cose (arf).
Poi, mentre mi preoccupavo se quel gioiello lì di chitarra fosse rimasto offeso mentre l’aveva lanciata dietro le quinte (ma è stata una preoccupazione di quattro secondi) mi giro verso Ari e ci guardiamo. Con quelli sguardi che commentano tutto, carampanosamente.

Setlist :
(intro: dance of the knights – sergei prokofiev

0 thoughts on “I'll be there, as soon as always.”

  1. Dunque….lo stimatissimo fonico, che diventa rompiballe a tutti i concerti, dice che il suono aveva un equilibrio perfetto..ecc, ecc, ecc… (tu non lo sai ma è stato poi 2 ore a studiarsi il mixer). La voce era un pò bassa per via dei limitatori ( boh per me era tutto basso) ma in 6 fila si sentiva decentemente ( se non fosse stato per il mio vicino…era molto bello che sapesse tutte le canzoni e le urlasse a squarciagola..era meno bello che lo facesse direttamente nel mio orecchio sinistro e che cantasse anche le melodie..cioè almeno quando matthew non canta stai zitto, oh!).

    Che dire del concerto…bello ma forse quello che mi ha comunicato meno nei 10 e passa concerti dei Muse che ho visto. Tutto troppo perfettino, glam, a posto. Io li voglio sporchi e cattivi.

    P.S. Concordo con Sere su G.P: carina, carinissima, ma respira un attimo.

    ehm sono stata prolissa?

    M_L

  2. Miiiii che odio l’omino delle birre….cazzo, sono in delirio tremens (o come si scrive) per quei tre sul palco e arrivi tu, ti piazzi tra me e loro urlandomi in faccia “Birra, ragazzi???”

    Sere

  3. Belle le terga del sig. Bellamy!!! la dieta mediterranea ha lasciato il segno, davvero!

    P.S. : Che il Matt biascichi qualche parola in italiano durante le trasferte nel nostro paese è comprensibile per ovvie ragioni, ma non mi è chiaro il motivo per cui lo faccia Dom….lo scoprirò forse solo vivendo….

    E, a latere, ho smesso da tempo immemorabile di crepare d’invidia per le donne che dividono il letto con le star della musica; una vita sbattuta da un capo all’altro del globo, sempre a tenere mille occhi attenti perchè qualche ragazzetta dall’ormone impazzito non si strusci contro l’oggetto del proprio desiderio, senza contare il fatto che la privacy, per quanto si vogliano tenere lontani paparazzi e quant’altro,è annullata.Certo, si sta bene economicamente, ma è comunque una vita spesa in totale funzione di una persona che ha la sua arte come epicentro della sua esistenza e che per questo non potrà mai dare amore totale.

    Mi chiamo perciò fuori dai salamelecchi alla sig.a Polloni (perchè dopo i vent’anni si appellano tutte così, le donne) e vorrei piuttosto passare la palla a Sere, geograficamente più vicina alla “fortunata” lady Bellamy, pregandola di chiedere a Gaia, semmai dovesse incocciarla, se non le costa accantonare i suoi studi universitari ed eventuali velleità da psicologa per essere soltanto l’appendice di un divo del rock.

  4. ML: i limitatori, ecco (cazzo, quante cose mi mancano). Per il resto sì, son cresciuti, ormai l’incazzatura secondo me ce la scordiamo.

    Paolo: sì ;)

    Sere: li odio.

    Fra: mmm, io non invidio la Polloni, ma spero solo che ce lo conservi al meglio (vivere con Matt, che ha del Genio, lo reputo piuttosto difficile. Non è una cosa che bramerei).

  5. fran sei grande! mi piacerebbe avere il tempo di leggere + spesso il tuo blog e commentare… ma almeno gli interventi di museologia cerco di non perderli mai!

    concordo con le impressioni sul concerto, aggiungo che a me matt è sembrato un po’ freddino, almeno rispetto ad assago, però forse è solo l’impressione dalla fila 28 (sigh…)

    A questo proposito mi fa rabbia che in prima fila ci siano familiari&co, che se li vedono tutti i giorni (si fa per dire) o ai quali con ogni probabilità interessa molto poco del concerto in sè e della loro musica.

    Probabile che sia solo una tremenda invidia…

    PS: qualcuno mi sa spiegate le parrucche fuxia?

    vale

  6. Ahahah….Torno ad insistere:le terga di Bellamy sono indimenticabili…E persino tu sei rimasta un attimino spiazzata,a giudicare da quell’eloquente “arf” (nel mio caso si sarebbe sentito un ruggito XD)!

  7. volevo dire alcune cose, a seguito della visione del set fotografico.

    1) pensavo che, dopo la foto “poppe” ne venisse una “pippe”, immortalando ometti (anche magnagatti) :D

    2) so che a una donna non si dice, ma sei ingrassata? :p

    3) non è che ‘sta polloni sia il massimo, eh… una star può avere di meglio ;)

    4) com’era concentrato il magnagatti :p

    5) comunque voi carampane siete sempre tenerissime :)

  8. SmV: è che io subisco pesantemente il fascino dell’artista. L’avessi visto fuori e non durante l’outro di SS non so se avrei avuto pulsioni euguali.

    Ciccio:

    1) c’erano pochi uomini, e i magnagatti sono stati fotografati anche troppo nella settimana passata, e io sono possessiva: gli sguardi me lo sciupano.

    2) sai che non lo so? oscillo di peso di giorno in giorno però.

  9. Eh…l’arf ce l’ho avuto pure io…

    Fra1977: se mai ne avessi l’occasione lo faro’ volentieri, anche perche’, concordo con Fran, non dev’essere facile stare con uno cosi’

    lucaroger: in effetti c’erano posti vuoti in prima fila (e se poi vogliamo andare fino in fondo, la Polloni aveva anche i tappi nelle orecchie…SACRILEGIO!!)

    Sere

  10. io nel mio (lillipuziano) piccolo la capisco la Gaia… nel senso che avendo il moroso fonico e musicista…. beh certe volte il latte alle ginocchia ti viene. Soprattutto quando devi vedere il suo millesimo concerto (compreso di sound check), ascoltare il suo raft mix, dare pareri (solamente positivi) sul suo ultimo pezzo, essere felice come una pasqua quando il weekend o lavora o fa le prove ed idem quando se ne va via qualche settimana. Ingrandite la cosa per mille e avrete la vita della ‘pora’ ragazza…

    e cmq tutti i musicisti sono un po’ permalosetti…

    M_L

  11. ma poi scusa ma c’era Morgan???…no perchè io non l’ho visto (rotfl)

    Ma povero….ecco insomma direi di creare una task force per salvarlo…

    save Morgan from Black Hole(s)

    M_L

    M_L

  12. ah ecco, ti ringrazio (x le parrucche)!

    Sere…certe notizie (i posti vuoti in prima fila) dammele con più delicatezza, o ci rimango eccessivamente male ;-)

    A proposito, mi pare di capire che siamo “vicine”, se anche tu non abiti troppo lontano dalla dimora di mr. bellamy!

    vale (“lucaroger” solo se nn uso il mio pc e mi parte in automatico nome e blog altrui)

  13. Vale: sei comasca pure tu?? io abito vicino a S. Fermo, e il lago non lo vedo neanche col binocolo…ma non saranno piu’ di 10 km dalla zona incriminata

    Sere

  14. no, bè, non così vicina purtroppo! sono ai confini della brianza (detto così suona orrendamente, perdonatemi) , ma mezz’ora di auto e raggiungo Como! [domenica ci sono stata, notare]

    raduno. assolutamente.

  15. Fatta! teniamo gli occhi puntati e quando finisce il tour si vedra’ arrivare una vagonata di carampani davanti a casa!!!!

    Vale: in ogni caso ci stai piu’ vicina tu, dato che torno in terra natia solo una volta al mese (il resto lo passo a Padova)

    Sere

  16. Uhm, un’incursione in questo angolo per segnalare qualcosa che riguarda, a latere, la band del Devon.

    Qualche giorno fa, scorrendo il Google, mi sono imbattuta in un sito cirillico che riportava la notizia(in inglese) secondo cui Matthew Bellamy e Gaia Polloni si sarebbero uniti in matrimonio il 30 Marzo di quest’anno in una chiesetta cattolica alle pendici del Lago di Como, approfittando di un’interruzione del tour mondiale dei Muse(quella dovuta al “cagotto”??).

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.