Riprendere Berlino.

Berlin: Marx e EngelsIo non so come si fa a raccontare Berlino se la vivi un po di più che in un tour citirama. Un casino, un bordello, un troiaio dipanare la matassa di pensieri se ci stai solo pochi giorni. Chissà che deve essere, passarci più tempo. Ve l’avevo un po’ detto, tempo fa, che c’è st’atmosfera, ‘sti spazi grandissimi, che tu non riesci neanche a immaginare finché non sei lì.
Bello.
Come quando stavo andando via e puntare verso Dresda, che son passata su un ponte ad est dell’Oberbaumbrucke ed ho veduto vicino alla sede dell’Allianz i due uomini di molecole a bagno sulla Sprea. E poi passare nelle vie lì, di domenica, nelle zone residenziali dei quartieri della ex Berlino Est e constatare l’architettura ripetitiva, minima, a volte abbandonata e sciatta, di quelli che erano i dettami dell’Europa orientale nel Dopoguerra.

Berlin: verso il palast der republik

Berlino è l’austerità del Mitte, il centro, elegante e teutonico, la vitalità diurna di Friedrichstraße e Kurfurstendamm con i loro negozi che sono uguali a quelli del resto del mondo, tanto da importare anche i magazzini francesi più famosi e farne un palazzo intero lì. Berlino è tutta uno scavo: lavori in corso in ogni dove, tira giù il Palast der Republik e chissà che tirano su ora. Nuove costruzioni in spazi immensi, gru, cantieri, calcinacci, si rade al suolo e si ricostruisce, resta qualcosa di vecchio. Magari dietro ai palazzi nuovi, ché è un po’ una cosa che vidi anche a Palermo: palazzi belli sulle vie del centro principali, e appena imbocchi il vicolo palazzi che sembra che stan su ancora per miracolo. Però per i berlinesi sta cosa di costruire e ricostruire, fare e disfare, sembra un po’ una condanna da Penelopi novelli. Berlino ha un sacco di luci: somiglia all’America lì dove non c’era nulla fino a vent’anni fa: Potsdamer platz. Poi risali verso Unter den Linden e vedi quei tubi azzurri, e li rivedi poi a Dresda. E ti fai le pippe sul perché non li hanno interrati, i tubi dell’acqua. E pensi al fosforo bianco e a tutte le teorie del complotto, così tante che anche te potresti fare una puntata di Voyager come Giacobbo, lì, sotto il Reichstag.

Berlin: schloss Bellevue.

Odore di wurstel, odore di Kebab. Negozi di Starbucks come se piovesse, anche di fronte alla porta di Brandeburgo, con te che ti puoi scofanare un muffin mentre guardi i turisti farsi le foto. C’è qualche pezzo d’Italia, ci sono i manifesti di Silvestri che suona per il 25 aprile. Non trovi neanche più di tanti teutonici in giro, così come la tradizione li raffigura. C’è la pioggia. C’è poi il sole. Ci sono i chilometri fatti senza accorgersi. C’è il bus numero cento che ti porta attraverso i monumenti più famosi non spendendo una ciospa oltre all’abbonamento che fai la mattina lì alla fermata della metro. Basta mostrarlo all’inizio al conducente. Stando a piano terra riesci a fare delle foto della madonna, come quella dello Schloß Bellevue. Come neppure se ti ci fossi fermata a farla. E invece è dal vetro, e in corsa. E poi al ritorno ti soffochi al piano superiore, con l’aria consumata che filtra nei bronchi, con la stanchezza e il rincoglionimento. Con sotto le scarpe le confezioni di due SD da un giga scartate dal turista americano avanti a te.


0 thoughts on “Riprendere Berlino.”

  1. Berlino è splendida. Una città da vivere e respirare fino in fondo. Ci sono i locali di sera coi berlinesi che si trasformano, tanto seri di mattina quanto ubriachi e simpaticoni di notte, c’è quell’aria di storia che ti assilla, ci sono macchine perpendicolari all’asfalto che ti stupiscono e ti lasciano ammirata, ci sono le Dunkin’ Donuts, per sentirsi un po’ Homer Simpson, ci sono mezzo litro di birra a 2,50 € e mezzo litro d’acqua a 2,00, ci sono i ciclisti che t’investono se commetti il sacrilegio di camminare sulla pista a loro dedicata, gli omini dei semafori coi vestiti, e i pedoni che ti rimproverano se passi col rosso.

    Berlino… Ci tornerei ancora e ancora e ancora e ancora. Ci vivrei!

  2. Eh, anche io se potessi farei una scappata a Berlino, soprattutto per vedere se davvero, come cantano gli Afterhours, la capitale tedesca ha smesso di essere ostaggio delle superpotenze ed è ritornata in mano ai berlinesi……..

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