Io ieri ero al telefono con mia nonna, e le stavo dicendo che insomma siccome vado all’estero e dove vado io all’estero le cose costano di meno [tipo, anche le cialde nespresso costano meno. Ah, una cosa per voi lettori emiliani, ché ultimamente siete aumentati, lo vedo eh. Io vi dico anche che se avete bisogno o dovete regalare a qualcuno una nespresso al centro commerciale lì con la Mediaworld a Reggio Emilia, quello sotto lo stadio, i Petali, fanno la Nespresso piccola a 99 euri e vi danno il buono da 50 euro sulle capsule. Se dovete fare un regalo ai genitori secondo me vi siete sistemati, ché anche i tg dicono che il regalo tecnologico fa figo. Poi naturalmente pensate a me e mandate delle capsule, si sa mai. La nera o la viola, grazie] cosa cavolo voleva di regalo così facevo prima anziché stare lì gli ultimi due giorni con l’ansia "oddio, quella ci ha gusti difficili, dopo si schifa de ‘sta roba e me la rinfaccia dieci anni se non le piace".
Insomma mia nonna dopo un po’ di giri di complimenti, nel senso che mi diceva di non spender soldi, che poteva farne a meno, che già ci ha roba io piuttosto cosa volevo e insomma, per rigirare il discorso le ho detto oh, guarda che nel posto dove vado quelli sono ancora indietro ed erano comunisti ma di quelli veri fino l’altroieri, su quindi costa meno, dimmi se ti vanno ancora bene i cappelli e i maglioni e io te li compro.
Che poi io ci pensavo ora, ‘sta cosa di comprare cose alle persone a cui voglio bene mi è rimasta fin da piccola, da quando mica so con che cavolo di fondi le volevo comprare ‘ste cose eh. Ma credo sia un modo di manifestare l’affetto.
Anche con le stronzate eh. Tipo a me garba regalare spesso fuori festa le stronzate. Non so se la gente attorno apprezza, ma io autoapprezzo il mio modo di donare e quindi chissenefrega.
Poi un mesetto fa eravamo a pranzo io e due mie amichette, e insomma parlavamo di questi regali osceni che a volte ti fa la gente che tu alla fine ci rimani anche male.
Tipo io specifico a tutti che a me i fiori recisi fanno cagare e un po’ tutti l’avevano capito tranne la mia ex amica de staceppa, che mi segue ancora a mo’ di stalker, che poi mi han detto che si fece promotrice di mandarmi i fiori quando tornai dal nosocomio (che naturalmente per lei non mi operai eh, ma quando si han problemi di capo la gente crede quel che vuole). A me girarono un po’ i coglioni, ma di ritorno dal nosocomio oltralpe stavo così dimmerda che se m’avessero donato anche una chilata di merda forse avrei apprezzato almeno il gesto.
Devo farmi una sorta di lapide o maglietta con scritto "non fiori ma opere in peluche".
E a me garba sta cosa che molti amisci anche trovati da poco (tipo una graziosissima che mi donò un cagnolino peluchoso e io stetti tutta la prima serata della blogfest a guardare il cane a cena e a fissarlo tipo bimba geek di anni <così>) capiscano che io son un po’ piccina internamente e capiscono che ecco, insomma, a me gli sprechi non piacciono.
Quindi il discorso lì, che fecero spontaneamente le mie amichette a pranzo lo trovai geniale.
Verteva tutto lì sul regalo che a volte non piace e si ricicla. E ‘sta cosa poi a me trova concorde. Non è detto che una roba che regalano a me -e purtroppo si nota quando mi regalano una roba che non mi piace perché faccio una faccia che si intuisce che mi fa un po’ cagare quello che ho davanti ma sto facendo finta di nulla e mi sto sforzando per non far notare a quello/a avanti che è una tristezza- che non è per me potrebbe essere ganza per qualcun’altra. Ecco. Ma il ricliclo dei regali mica è una roba semplice eh. Bisogna essere molto attenti a ridare i regali sennò si innesca quel meccanismo secondo cui prima o poi quel regalo ti ritorna indietro. E dopo ti ci voglio a recitare la faccia di circostanza.
Ma per noi che siamo così, insomma, non proprio al passo delle piccolezze che comportano ricordi c’è un modo fichissimo da ricordare: farsi una agenda dove segnarsi cosa ci hanno regalato e c’è da riciclare.
In modo da non ridarlo indietro alla stessa persona.
Dopo sennò pare brutto.
Ehm…
[No, non ho voglia di rileggere]