Il culto del cipresso.

Sapete, no, che tra me e l’inumazione esistono diversi problemi.
[ovvero, molti di voi, i nuovi, non lo sanno, ma questo è un argomento trito e ritrito]
[sono come i vecchi: ho le lagne di repertorio]

Ecco, ora questa cosa che "che brutta la cremazione, dopo nel cimitero non ci vanno le ceneri perché le disperdete o ci fate la sabbietta pel gatto" come va a interfacciarsi con le ossa buttate nelle fosse comuni?

[no, perché d’esempio, dico, di Mozart mica c’è una tomba. Mozart morì che non aveva manco i soldi di una bara, difatti all’epoca esistevano una sorta di bare riutilizzabili con il tasto eject nel fondo che faceva sì che si potesse riutilizzare il contenitore dopo che si svuotava il contenente nella fossacomune. Ma a Mozart han dedicato un casino di monumenti, sic anche nei cimiteri, e poi Mozart ce lo ricordiamo tutti quando ascoltiamo le sue opere. Però chissà ora il suo femore ndocazzoè, per dire. Quindi, magari, non so, non c’era il primato dell’anima sul corpo? Allora perché trattare anche padrepio come un prosciutto ostendendolo in giro? Perché ‘sta fissa del corpo da una parte? E chi muore in incidente aereo e non si trovano più le spoglie, che è, morto di Serie C? Ma checazzo, oserei. Tutta ‘sta fissa per fare dei recinti macabri per far guadagnare i fiorai]


0 thoughts on “Il culto del cipresso.”

  1.  " se vuoi bene a qualcuno, devi dimostrarglielo da vivo, chè dopo è tardi"
    ora posso dire che mio nonno aveva SEMPRE ragione.
    sono passati 23 anni, ma resta il mio riferimento.
    e non sono mai andato al cimitero.

  2. Ma no, io ci sono andata. E sai, gli vuoi bene col pensiero anche dopo morti per il bene che ti hanno dato, che è una cosa transeunte. Però ecco, i cimiteri da noi han grossi problemi, e si sanno. Du’ ceneri, non fan male a nessuno.

  3. mio padre è stato cremato, per sua precisa volontà.

    io vorrò essere cremata, lo sanno tutti quelli che lo devono sapere, ed ho precise istruzioni anche da parte del marito (che vabbeh mi dice che non vuole l’urna, ma una un barilotto della beck’s).

    a me l’idea della liberazione dal corpo, della purificazione e del non finire preda dei vermi e riaperta dopo 50 anni per la gioia dei miei nipoti a cui toccherebbe poi anche portare i residui in una cassettina all’ossario, ecco, mi piace.

    Lilla

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