Poi dopo mi manda le cavallette in soggiorno.

Budapest: Sinagoga „Status Quo”Io fino ai 24 anni non avevo visto neppure una sinagoga. Eppure ce ne è anche una qua a Parma e non capisco però esattamente mai dove è, dove fanno una giornata lì tipo concessionari che tengono aperte le porte anche a noi non ebrei.
Poi son stata in est europa e valà le cose che fioccano giù che sono anche tipo le cose più fighe (tipo Praga, Praga senza quartiere ebraico che cosa è? Ok, voi ci siete andati tutti in gita scolastica e quindi vi è piaciuta perché eravate lì a ubriacarvi, ma Praga senza il cimitero ebraico lì è una pippetta di città)

La cosa che mi ha fatto incazzare coi miei insegnanti di storia dell’arte (buoni neppure a una sega, del resto uno lo chiamavamo Bavetta) è che non mi hanno dato rudimenti per giudicare/analizzare la struttura di una sinagoga: sicché ho scoperto solo nel 2009 che ad esempio ci son ste tavole della legge fuori della sinagoga un po’ come una chiesa cattolica ci ha una croce. E invece la scuola mica mi aveva detto nulla. E’ un po’ come quella ieri da carloconti che aveva una domanda e le chiedevano "cosa facevano le chellerine". Ora, la tipa lì diceva che lei e la sua cultura classica pensavano alle chele e quindi a prendere qualcosa. Io e la mia cultura luppolosa invece abbiamo pensato subito al tedesco keller e alle birre. Per dire eh, la cultura tangibile.

Poi ho visto sinagoghe un po’ a profusione. Credo di aver visto più sinagoghe che terme, sebbene il mio culo in ammollo termale c’è stato un bel po’. Ma non so come mai ma ultimamente sono andata a ricercare a Budapest due sinagoghe che quasi nessuna guida ti caga mai: una è quella Ortodossa. E’ chiusa. In uno stato di abbandono che ti fa tristezza. Dietro c’è il ristorante Hanna (ora qui il mio amico M. ne riderà) che è l’ebraico più famoso della zona. Ma perde pezzi, i candelabri fuori sono ossidati ed è chiusa. Peccato. Poi l’ho vista un giorno in cui il tempo faceva davvero cagare, e quindi pareva più brutta.
Poi c’è la Status Quo. La Status quo è nella via parallela a Deak Ferenc ter. Io la prima volta che entrai a Budapest ci passai anche, in quella via, ma mica la notai. La Status Quo l’ha fatta Otto Wagner, da giovine, prima che diventasse l’architettone che era a Vienna. E’ bella, un gioiellino. Peccato che cada a pezzi e che per farti vedere la cupola di ghisa da dentro ti facciano pagare (c’è solo quella). Ma ecco, insomma, peccato.

L’ultima volta che son passata avanti alla Status Quo ero con mia mamma. Mi era venuta non so che battuta (ma tanto anche lei legge e la scriverà nei commenti) (no, io non ricordo neppure cosa ho mangiato ieri) e le ho detto: "no, aspetta, prima faccio le foto, poi allontaniamoci e te la dico, sia mai che il diodegliebrei mi senta".
(come dire, sisamai la fine del capretto)
(con risp. parl.)


0 thoughts on “Poi dopo mi manda le cavallette in soggiorno.”

  1.  giusto a titolo informativo, lo scorso anno verso la fine di settembre ho visto un volantino per non so quale manifestazione sulla cultura ebraica dove era indicato un giorno in cui era possibile visitare la sinagoga di Verona.
    magari per il giorno della memoria o altro fanno qualcosa anche a Parma.
    nicole

  2. Sì Nicole, è la stessa cosa. Ma siccome sta in una via secondaria DI CUI NON RICORDO MAI IL NOME, esco di casa e mi trovo lì come una scema. E torno in casa.

    M. Eh.

  3. Ciao,

    chiami mamma e le dici se ci scrive nei commenti la battuta? Muoio di curiosità, vengo ogni 10 minuti a controllare se è comparso il commento…

    Mamma ti sbrighi per favore? Ti preeeego!

    Ste

  4. Ragazzi ho aspettato a scrivere il commento per vedere se mi fossi ricordata
    la battuta di mia figlia quella sera, ahimè non riesco c’è del buio totale, ma forse è meglio così. A grandi linee il commento era giustificato dopo aver visto
    lo stato di abbandono del monumento.
    Graziella2204  (mamma di Fran)

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