Frequency Festival 2010: day two

ph. Francesca Fiorini / Yeasayer

Fa molto caldo. Oggi apriamo con una cancellazione. Peccato, perché è il gruppo che chi vi scrive aspettava con più curiosità: i Black Rebel Motorcyle Club non sono potuti venire a causa della morte del padre di uno dei componenti. E quindi? Quindi niente, si ricompila un po’ l’avvicendarsi dei palchi. Ma diciamolo, io che sono più volta al rock che all’elettronica (sì, mi piace, ma dovremmo aprire una serie di “ma”) resto un po’ spaesata dal dovermi riorganizzare tutta la mia scaletta dei concerti da seguire. Anche in funzione delle interviste da fare.

Arrivo però e trovo già sul palco Martina Topley Bird. Bella e brava. Bella perché immaginatevi questa esile e statuaria nel portamento ragazza di colore, che spazia a suonare diversi strumenti accompagnata solo da un batterista, vestita di rosso con un vestito da sera suonare alle 14:20 del pomeriggio. Brava perché appena arrivata mi sono messa sotto al palco e ho ascoltato lei voce, batteria e glockenspiel conquistarmi totalmente. Mea culpa, ha collaborato con tantissimi musicisti ma ancora non la conoscevo. Ed è per questo che amo i festival: si riesce a conoscere e a scoprire sempre qualcosa di nuovo.

Arrivo in sala stampa e cerco di mangiare in modo più regolare di ieri. Vedo di nuovo tutti gli avvertimenti della cancellazione dei BRMC attaccati vicino ai cartelli del costo della birra per la stampa, a un euro e cinquanta meno del volgo. Privilegi che fanno girare la testa. Oggi ho due interviste: la prima con i We are Scientist. La prima volta che li vidi in concerto fu come opening act degli R.E.M. in quel di Bologna. Il loro primo grande singolo di successo, che poi sarà la seconda canzone che canteranno nel set sul green stage del Frequency, credo sia stato suonato da me centinaia di volte, sia in radio, sia solo per le mie orecchie.

Parlo con Chris che è il bassista e seconda voce del gruppo e gli chiedo visto che hanno cambiato formazione dal primo cd quale è il numero perfetto per stare in una band. Lo mando un po’ in crisi, ma lui è un tipo molto alla mano che parla parecchio. Gli faccio notare anche perché non usino la stessa ironia che mettono nel video nelle canzoni e lui dice che non è ancora capitato, ma sono molto attratti dal creare immagini con la musica. Poi mi dirigo verso Anand degli Yeasayer, a parlare con lui nel momento in cui l’onda sonora dal Race stage si fa altissima. E quindi cerchiamo di urlarci addosso per parlare. Anche con lui si parla di immagini, di cinematografia e anche di quanto sport aerobico si può fare ballando a un concerto. Anche se scritto così non sembra vi giuro che tutte le domande sono consequenziali e nella chiacchierata hanno un grande senso.

 

Per quanto riguarda la giornata ballabile inziano a esibirsi i Klaxons, molto bravi e padroni del palco anche se in dote portano un disco non del tutto all’altezza del precedente. E il gap però tra brani nuovi e vecchi dal vivo va ad assottigliarsi. Poi sale James Murphy, un uomo che seriamente ogni volta che vedo io dimagrisco e lui prende i miei chili: e con gli LCD Soundsystem propongono la stessa setlist portata già a Ferrara. In quel caso però il cantante era piuttosto appesantito e ci ricordava in una canzone sì e una no che loro avevano mangiato un po’ troppo. Fortunatamente o ha avuto il tempo di digerire o la cucina locale non ha lo stesso appeal così il set risulta molto più energetico e trasportante. E fortunatamente per gli amanti del genere dall’altro palco sono stati spostati anticipandoli gli Yeasayer – contrariamente a quanto avevo detto mentre li intervistavo – così gli amanti dell’elettronica hanno potuto compiere una transumanza tra palchi e continuare a ballare seguendo un filo logico nella loro personale scelta della line up.

I più e i meno della giornata? Beh, come meno – potete anche non concordare – un po’ i Massive Attack: plasticosi. Sì, il loro genere è questa elettronica yawn, però ecco, non so, dopo una giornata energetica vedere loro mi ha un po’ scaricato. Ma temo che sia per i miei gusti. Un meno anche a Miss Platinum, che non riesce ad avvicinarsi a Missy Elliot ma non decolla neppure un po’ a causa di suoni troppo impastati (non l’ho detto solo io eh! concordavamo con gli Yeasayer).

I più della giornata beh, un bravissimo Serj Tankian – che verrà anche in concerto a breve in Italia – che però non è una scoperta. Lui coi SOAD suona da un bel po’, ma da solista ci ha regalato il piacere di vedere un set rock circondato da archi. E poi è molto impegnato nel sociale. Un bravo ragazzo dalla voce d’oro, via.

Scritto da frannina
il 25/08/2010


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