Turismo termale, turismo musicale.

Di fango si tratta.

Eppure non so, in siti come codesto sono apprezzate allo stesso modo spa e festival senza grandi differenze. Anni fa, tipo tre, fui tra i primi a fare post, sul media dove lavoravo, di presentazione dei festival italici. Forse perché mi veniva naturale. Piano piano ho scoperto che i festival, quelli in quanto tali e non le rassegne, erano tantissime. Solo che magari mentre uffici turistici di altre nazioni o macroregioni ci fanno sopra una campagna di marketing dedicata, in Italia (spetta: abbiamo ancora uffici turistici?) ‘sta cosa non ce la caghiamo moltissimo. Oppure caghiamo festival e rassegne che sono di un certo tipo di musica, ma altri no.

Ma perché?

Non so, questo me lo dovete dire voi. Ma si vede anche che dal punto di vista marketting non ve ne cale una fava da questa cosa qui: se come blogger sono stata invitata o informata di festival stranieri, in Italia sono entrata a festival o concerti (mh, cinque in totale) solo grazie a degli sponsor. Accendini, profilattici, bevande ma mai una azienda turistica o simila. Che poi magari spende 6 volte tanto per dei foodblogger. Non discuto la scelta, ma non sono io solo a dire che il turismo musicale è una grande risorsa.

L’altra cosa comunque da vedere e studiare è invece come i festival si stiano muovendo benissimo nelle piattaforme social: proprio quelli che comunicano meglio e in modo più personale stanno avendo i più grandi successi di pubblico.

Il turismo musicale, cosi’ come la comunicazione musicale, è basata sull’emozionalità. I consumatori rispondono molto più positivamente ai contenuti condivisi attraverso i social media di quanto non facciano con le pubblicità classiche. Interagire con il marchio utilizzando i social media ha avuto un effetto diretto sulla attaccamento emotivo al festival, e l’attaccamento emotivo ha un effetto diretto di passaparola, che sigh… si direbbe virali a queste quote.

Nel Regno Unito la musica genera 19.700 posti di lavoro a tempo pieno. Nel 2013 ci sono stati oltre 800 festival musicali in 57 Paesi e che la cifra è sempre in crescita. Uno dei canali più importanti per i festival di musica è, come dicevo, quello dei social media. La maggior parte dei festival utilizzano i social media come canale di distribuzione primaria da parte degli organizzatori ai partecipanti, a causa dei tipi di volume e diversi di informazioni che possono essere forniti attraverso i social media.

Ma un altro punto interessante è come festival musicali utilizzano i social media, mentre l’evento stia prendendo luogo. Per esempio il Bonnaroo Festival negli Stati Uniti è stato il primo ad usare l’identificazione a radiofrequenza (RFID) per creare un’esperienza interattiva durante tutto il festival, e che ha raggiunto 1,5 milioni di impression sul sito festival di tre giorni. Inoltre, utilizzando applicazioni di geo-localizzazione i partecipanti hanno avuto una esperienza del festival unica. Oppure, al Coachella c’è stato un livestream dell’evento utilizzando snapchat.

 

L’emozione ha comunque un ruolo chiave e utilizzando i social media per appellarsi alle emozioni delle persone potrebbe essere si’ difficile come impegno, ma porta di conseguenza un aumento delle entrate e di fidelizzazione. Sappiamo benissimo come i fan siano capaci di aspettare per ore al di fuori dell’hotel la loro band preferita pur di ottenere un secondo di attenzione dal loro idolo… se quindi si diventa in grado di incapsulare questa emozione in attività di social media sarà sicuramente un successo per tutti i livelli del mercato musicale.

 

 


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