Fisiologia di un week-end.

Venerdi: Si lavora attaccando in giro dei simpatici manifesti di una che sembra stramazzi mentre balla il lago dei cigni. Al solito la gente col fumino ti fanculizza perchè gli devi lasciare ‘sti brandelli di carta. Ma tanto ti pagano a ora. E se i capi si lamentano stavolta li mandi te a fare il giro. Poi la sera pizza con l’amica, cazzeggio vario, birretta e dolce. Poi maxigirone per Parma che brulicava di architetti. Digestione, arrivo a casa, chat con dei deracinati e poi a nanna.

Sabato: Si prende il treno fino a Torino. Si scende al lingotto perchè l’amico che ti ospita la mattina vuole venirti a prendere in auto. Ti lascia le chiavi e il pc a disposizione. Però non si ricorda quale bus va in centro perchè non li adopra. Ti vedi il centro, fai acquisti allo juve store, ti vai a vedere la partita [Del Piero col capo a Bardonecchia, Nedved rincoglionito, Zlatan irritante come il talco mentolato sulle mucose…] con il Palemmo. Ritorni a casa, aspetti l’amico che rincasi, ceni e approfitti del computer altrui. E poi di notte cadi dal letto perchè non sei abituata a dormire nel singolo.

Domenica: Ti svegli rincoglionita. Fai colazione rincitrullita poi il tuo amico si offre anche spontaneamente di riaccompagnarti a Parma. Unica condizione: parlare un po’, ma soprattutto starlo a sentire. Ti fa pensare che ciò aumenterebbe il tuo rimbecillimento, ma poi pensi ai 10 euro del biglietto del treno e accetti. Torni a casa, vedi che il casino che avevi lasciato è rimasto immutato. Metti un po’ in ordine, senti le partite, cerchi di rimestare la roba in casa avvalendoti di un forcone e poi guardi un po’ di posticipo su tv cinesi. Poi senti una fitta al fianco. “Sarà il capitombolo dal letto…” Ma il livido dalla parte opposta ti ricorda che sei caduta dall’altra parte. Colica renale in arrivo? Boh, vediamo… mancava da un po’. Perchè se così fosse… domani come salcazzo si lavora?

[On air: Anastacia- Sick and tired]


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