Paglie.

[Post scritto in attesa di un editore, così…]

Pausa, più o meno concessa, tra delle ore di lezione. Sullo sfondo i platani del viale dell’ospedale maggiore, la nebbia a ricoprire tutto a mo’ di domopack. L’aria che viene filtrata dalle narcici umida e con un odore di fumo penetrante.

«Non per essere la solita sgrusa Chiara, ma checcazzo ti stai fumando? lo zerbino di casa mia dopo che ci piove sopra emana lo stesso odore…»

«No, me ne sono accorta anche io che le Camel ora puzzano… non riesco quasi a fumarle più… sembra davvero paglia.»

«Deh, vedi… sono gli avversi numi che ti portano sulla strada della convinzione di non fumarti più le paglie. No, stamani non ho l’italiano appresso…. che ci sia nelle sigarette del pelo di cammello?»

«Quest’animale a una gobba sola? Tu neanche una mattinata dove dici “sono figa”… sempre “sono rincoglionita, ho sonno”…»

«Constatazioni di fatto. Il giorno della laurea mi ritaglierò dieci minuti su cui sclerare per l’esame di abilitazione e per l’ammissione alla specializzazione…»

«Mavaffan…»

«Altrettanto, cambia paglie sennò alla laurea ci arrivo con un polmone in meno. »

[on air: Alanis Morissette-Ironic]


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