La guerra dei balconi.

VI STO GUARDANDO!

È inutile che ora vi alziate a spegnere tutto e staccare la spina. Altro che il gestore dell’elettricità non riesce a soddisfare la richiesta degli utenti… Cosa fanno gli utenti? Oltre ad attrezzare il gabinetto con la luce per il cane di cas… ehm, dicevo mentre si adorna di simpatiche lucette e lucine l’albero di natale e il presepe.. che simpatiche e colorate tradizioni. Che per altro adoro, eh.

Dopo aver addobbato casa si passa all’esterno.

All’esterno è una guerra che neanche tra torbidi locali di Las Vegas [Grissom, ti prego torna tra di nooooi] con donne ignude sulle insegne a neon e locali adibiti alle scommesse illuminano così tanto la città a giorno. Le luminarie comunali al confronto paiono i lumini del cimitero.

Balcone della scala A: l’mportante è partecipare. Lucette bianche senza intermittenza che timidamente decorano la ringhiera in modo sommesso, ma sempre con umiltè.

Balcone della scala B: allegro con moderazione. Di norma mette le luci smesse dall’albero di casa riciclandole sul balcone, ma avendo le suddette luci quelle “palle” in plastica protettive della lucina bianca alla prima folata di vento son cadute sul balcone della signora di sotto, che gliele ha fatte ritrovare semisciolte nell’acido sullo zerbino.

Balcone della scala C: il balcone della biennale di Venezia. Un trionfo di avanguardie futuriste condensate nel sapiente [il proprietario stava progettando tutto mentre leggeva la gazzetta in Riviera facendo schizzi sulla formazione dell’Inter che giocava con la selezione tirolese] giuoco di luci, colori e intermittenze. Cosa alla sua visione che anche Achille Bonito Oliva rimarrebbe estasiato.

Balcone della scala D: l’opulenza. Neanche Cavalli sarebbe riuscito a immaginare ciò: trionfi di luci stroboscopiche, intermittenze sincronizzate in modo che nei 180mq di balcone non si abbia mai un attimo di buio, elfi che fanno capolino da cascate di muschi, felci ed abeti, vischio a profusione e pungitopo quanto basta. In fondo a destra nel lato scoperto c’è anche una minipista di atterraggio per la slitta di Babbo Natale con annesso faro e torre di controllo. Tutto in una nuance di luci leopardata.

Adesso ho capito perchè a casa nuova avrò la presa di corrente sul balcone.

[solo che siccome sono ehm… oculata non metterò mezza lucetta sul balcone. Ennò… io poi lo faccio per il gestore della corrente e per voi italiani eh…]

[on air: Muse – Blackout]


0 thoughts on “La guerra dei balconi.”

  1. Basta col Natale, le luci, i colori, le false illusioni. Viviamo la realtà dei fatti, della vita: il mondo fa già abbastanza schifo di suo … Le luci non servono che a fingere! MAX

  2. Io adoro le lucette… le metto sei due mesi prima di natale e le levo due mesi dopo… niente tradizione o esibizionismo, mi flasho come un idiota a guardarle e mi piace

  3. sono due ore che mi leggo tutti gli articoli… ho deciso di stamparne un paio per leggerli a letto… ma alla prima pagina si è svegliato tutto il palazzo… oh ste epson che troiaio che fanno…

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