Il giro del Cervia.

Ieri, non avendo proprio un cazzo da fare… no, rincominciamo.
Ieri pomeriggio avrei dovuto studiare. Mi ero messa lì, mi ero fatta il mio tazzone di the agli agrumi, avevo aperto il malloppone di biochimica e con l’evidenziatore in mano, come se fosse un bisturi, avevo poggiato il mio sedere sulla sedia e incurvato la mia schiena sul tavolo.
Dopo tre minuti netti un operaio sotto casa si è messo a smurare del cemento dai paletti a picconate.
Dopo trenta secondi dall’inizio del suddetto rumore ho iniziato a prendere a craniate uno dei muri portanti di casa pronunciando il mantra: «Maremma zozza cane, sapessi dove te lo metterei quel piccone io…»
 
Ho salutato con la manina e con un po’ di morte nel cuore il libro e gli appunti e sono uscita in bici. Mi ero scordata di chiudere quindi dopo aver varcato il cancello son tornata indietro ad inchiavare (qui gli operai ti pedinano e rubano nelle case, che palle).
Mi faccio un girettino verso il Tardini, vedo un gruppo di omini sul selciato della pensione:
«Scusi eh, ma che fanno, giocano a calcio di giovedì anche se son usciti dalla coppa? Così, tanto per illudersi?»
«No. C’è il Cervia…»
«Ah, quindi non giocano a calcio. Orbene, mi è chiaro. Ah, grazie eh.»
 
Allora. Ho seguito due volte due quella squadra di mezzeseghe quest’anno. No, dai… non il Parma. Una volta perchè avevo da tenere d’occhio un amico, un’altra perchè erano le tre, avevo bevuto otto caffè in un giorno e non riuscivo a dormire e su mtv non c’era un cazzo.
Come si fa a considerarli giocatori di calcio? Cioè, io che ci ho giocato per davvero a calcio non vorrei sentirmi dire: "ah, hai giocato a calcio come quelli del Cervia".
Percaritàddiddio. Avrò due piedi come ferri da stiro, il passo da mezzofondista, i tendini che non mi reggono ma io non mi bullavo almeno per aver segnato un gol che avrebbe segnato anche un bradipo in calore. E non mi son mai ritenuta brava (avevo solo fortuna a segnare: di tacco, di anca, di polpaccio… anche di natica, via)
Però almeno al massimo tiravo su la maglietta e festeggiavo con le 3-4 compagne con cui andavo d’accordo. Ora, che differenza c’è tra l’eccellenza e il campionato femminile di C?
 
Torno a casa col biciclino.
Mi accendo raitre, giro d’Italia. Oh, ditemi quello che volete ma amo il ciclismo.
Guardi quelli che si sfiancano facendo il loro dovere sportivo su due ruote, e pensi alle fighette che in un campionato dove tutti dal lunedì al venerdì lavorano loro no… facevano la preparazione come una squadra di professionisti.  
Pensi che se incontri Basso o lo guardi e lo saluti complimentandoti o gli chiedi addirittura l’autografo (gesto quasi avventato per me) e se incontri un tiziomediodelcervia (non mi sovviene un nome diverso da Gullo, o Scandroglio… boh) aspetti di vedere quale è la sua auto per rigargliela e per poi mettere un finto segnale di passo carrabile dietro la sua macchina e chiamare i vigili.
 
«Eh, non sono soddisfatto di come ho giocato… il misteeeer.. ho fatto del mio meglio… la squadra…»
Chi mi ha visto allenare sa che il primo bimbetto di dieci anni che presentava questo gene si accollava il doppio dell’allenamento degli altri. Ma credo che io sia l’unica a pensarla così. Sarà stato il troppo allenamento sulle montagne bavaresi?
 
«Nonna, domattina il giro parte da Viterbo…»
«Ah, parte solo? Io comunque non lo vorrei un nipote ciclista… guarda te, si fanno il mazzo…»
«Eh, vabbè…»
«Oh, io avevo il (n.d.Fran, non ricordo la parentela con esattezza) figlio della mia cugina… corse il giro anni fa, nel 65 mi pare passarono per la Cassia a Viterbo. Era il suo primo anno da professionista e faceva il gregario per non mi ricordo chi… pensa che quando gli gridammo io e papà (n.d.Fran, mio nonno) "Vai Eraldo!" a momenti si sorprese perchè lì della famiglia non c’era nessuno a vederlo. Poi per quanto era bello avrebbe dovuto far l’attore… altro che ‘sti mezzi frocetti che fanno le fisscion. Poi andò a fà il tassinaro a Roma…»
 
Life is a slalom.
[l’importante è schivare i paletti e non prenderli in altre zone eh.]

0 thoughts on “Il giro del Cervia.”

  1. A proposito di piccone, ho avuto per due anni di fila ristrutturazioni estive al piano superiore.

    Molto bello il martello pneumatico.

    Rispetto al mio, il tuo mantra mi sembra quello di Don Mazzi. :D

    Son contento che tu abbia citato Basso e non Cunego perchè mi sta sulle gonadi.

    Si può dire gonadi, qui?

  2. Quelli del Cervia, oltre che delle pippe, sono dei ladri (e non a caso il Cervia è la seconda squadra del Padrone o, se preferisci, la squadra del PierPadroncino…), mentre Basso è quello che qui si definirebbe “succhiaruote” (e tra l’altro oggi si è pure beccato una discreta paga)…

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