Bene, cari i miei amici laureati in materie letterarie. Lo so che per lavorare vi schifano un po’ come quando gli studenti di medicina ricercano lavoro. Lo so perché ad ogni colloquio siamo io e voi a essere cacciati o col sorriso sulle labbra o con un calcio nel culo con le migliori risposte di respinta. Io vi do una ideuzza, che possiamo sviluppare assieme.
I libri di medicina, oltre ad essere brutti ed esosi, sono barbaramente tradotti con babelfish dall’inglese.
Così me ne accorsi leggendo il Robbins -non l’ermafrodita- di Patologia in versione inglese, sapendo a memoria il corrispondente italiano. Tanto che molte parole sono state tradotte in angloitaliano, fastidiosissimo, oppure lasciate proprio in inglese col solito deterrente che essendo lingua scientifica è giusto così.
Ma il problema è quando mi traduci paro paro affermazioni che in inglese suonano bene, ma in italiano sono frasi in accezione negativa che correlate alla materia medica o scientifica diventano qualcosa di fortemente impicciato che ogni casalinga la sera potrebbe usare per farsi venire il mal di testa e respingere così gli obblighi matrimoniali.
Ma facciamo un esempio, non medico, per farvi capire di cosa stiamo parlando. Prendiamo una semplice frase di sicura comprensione:
"Il gatto sta sulla stufa, perché fa freddo."
In medichese libresco ne uscirebbe più o meno come:
"Reco con me una simpatica bestiola della famiglia dei felidi. Il mio gatto, Felix, di norma in casa si accuccia in zone tranquille e morbidose. Ora lo stavo cercando e non è né sul divano, né sul letto. Oh, grazioso bricconcello… vuoi vedere che siccome non gli ho rivolto le solite amorevoli cure il poverino soffrendo le basse temperature che in codesti giorni hanno colpito la penisola si sia mollemente adagiato sulla ceramica che circonda la stufa di casa?"
Insomma, cioè, vabbé che mi fai pagare 200 euro un libro… ma non lo so, piuttosto mettimici un gadget accanto… non arrampicarti in frasi che neppure te alla correzione comprendi.
Quindi, simpatici amici, vediamo di mettere su un business e cerchiamo di rendere ‘sti libri perlomeno capibili. Non si chiede molto… Almeno ad arrivare a capire che il gatto potrebbe cuocersi, povero.
Povero micio!
Accettate nella nuova idea di buziness anche economisti falliti con velleità pseudo artistiche? Almeno cambio lavoro…
Ciao leonessa! ;-)
Mmm, massì va bene tutto :)
Ehi, mi dimenticavo. Conosco tre lingue europee + dialetto veronese (il nuovo esperanto). Le mando il mio CV accompagnato da una lettera di presentazione?
in medichese in realtà sarebbe: alcuni autori hanno recentemente osservato il gatto accovacciato vicino alla stufa. questo fa ritenere che il felino possa aver gradito la mite temperatura dell’oggetto. ovviamente sarebbero utili ulteriori studi per avvalorare questa teoria.
Ciao
Uffa
Ecco, era molto più medichese.
(l’ho detto che i commentatori migliorano il blog)
No, niente, non ho nessun commento particolare da rilasciare, volevo solo salutare “Nostra Signora dei Grissini ™” ^__^
(e già che ci sono, mando un baciuzzo)
Wallyno bello, sempre benvenuto :)
(baciuzzo ricambiato)
in medichese libresco lo studio sul gatto sarebbe mimetizzato tra tre o quattro affermazioni iperdettagliate e contraddittorie per cui sarebbe impossibile per un comune mortale che mediamente ha l’esame tra diciotto giorni capire dove in realtà si ritiene che sia ‘sto gatto. SGRUNT!!!!
D.
Ripensandoci, non prendiamocela solo con le traduzioni. Qualcuno ha avuto contatti col Gallone (si può dire?), testo sacro di semeiotica chirurgica?
Commento 10 :
D.
(scusa fran se ti ingombro il sito, ma volevo firmare :) )
Il Gallone? Altroché. L’ho lasciato in libreria, je possino.
(figurati, fa tanto forum e sglaps vivo e vibrante. Ché a me sti post vengono in mente delirando al letto e si vede)
Mi sovviene di un bel libro sui bilanci che per il 60% del tempo parlava di un allegro gruppo di coglioni (e so quel che dico) che s’era radunato per imparare a compilare bilanci; per il 35% si dilungava per pagine e pagine in tentativi esemplari dei suddetti coglioni (e tu a studiare, e tu a memorizzare), salvo poi dire alla fine “e qui casca l’asino, i coglioni stavano sbagliando”; infine per il 5% dava dritte per intuire vagamente come si sarebbe dovuto fare per evitare l’iscrizione d’ufficio nel suddetto circolino di pendagli da genitale maschile, non mancando tuttavia di disseminare trabocchetti e rebus sulla strada.
Ma, be’, non c’entra con il post perché tristemente gli autori erano italiani. E tuttavia alle volte, una traduzione italiano-italiano…
traduco io, ci penso io, ghe pensi mi. passami il mattone e te lo riduco ad una canzone dei muse.
Stm: diobono quanto capita spesso.
Ari: ottima idea. Acuti inclusi?
hai voglia.
Laaaaaaah-laaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaeeeaaaaah-yaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahaaaaaaaah
io ci sto.
Mox, laureando in filosofia
anch io economista dispersa in una valle di lacrime (e nn le posso neppure vendere perche con sta storia dein reality sul mercato ce ne son fin troppe!!)
mariosa
Chebbello, armiamoci o prodi (con la p minuscola, sisamai)
C’è posto per UNA ingegnere, in squadra? È angosciante rendersi conto di come la stragrande maggioranza della fauna ingegneristica non distingua l’italiano da un ferro da stiro (docenti compresi)…
AnniKa
Vero, categoria a rischio. Presa :)