San pietrino.*

*ssst, voi non potete capire la beltade del titolo. Cosa che se continuo così e mi notano mi fanno titolista di Tuttosport, o dell’Informazione di Parma, che siamo lì. Cioè, basta un posto di lavoro comodo, climatizzato, col culo infisso sulla sedia da spostare solo quando devi andare a prendere il caffè. Comunque poi nel post ve lo spiego, eh.

Dicevo.
Le strade di Parma, a livello selciato o bitume, fanno cagare.
Il post potrebbe anche chiudersi qui, visto che praticamente vi ho fatto il riassunto.
L’uomo qui accanto, a volte scambiato per una specie di Vittorio Sgarbi, si chiama invece Pietro Vignali ed è assessore alla mobilità del comune di Parma.
[cominciate a capire il titolo eh, vecchie canaglie]
Ordunque questo figuro mi è anche simpatico. Non so perché, ma mi è simpatico. Sapete la simpatia quando vedi una persona e dite: "Toh, però mi fa simpatia?". Quella.
Invece c’è un altro assessore, che quello mica… ma vabbè.
Il sor Vignali ha un po’ cambiato la viabilità a Parma. Là ove c’era un incrocio a raso è stata sistemata una rotatoria. Ora però le rotatorie sono ovunque, ma anche di belle eh.
Solo che nessuno sa affrontare le rotatorie, ne parlavo anche un annetto fa su codesto sglaps.
Ma il nocciolo della questione è che puoi fare 300 rotatorie, chilometri di pista ciclabile [ah, signori vigili urbani, l’ultima volta che ne affrontai una un Garelli mi sorpassò a due centimetri due dal manubrio…. eccheccazzo. La prossima volta scendo e lo multo da sola.] ma se il fondo stradale fa cagare non noti mezza miglioria al traffico.
Ad esempio, una volta mi ritrovai a tornare dal lavoro a casa oberata di pesi sulla bici.

[inizio episodio di vita vissuta, forse anche tragicomico]
Dunque, credo fossero le cinque. Mi dissero al lavoro che dovevo caricarmi centocinquanta locandine e pensai: "Beh, cazzarola. Che spendo a fare per il bus o per far uscire dalla macchina quando è tanto bello rischiare di farsi radere al suolo in via Silvio Pellico, ma tanto l’ospedale è lì vicino e si hanno tanti amisci."
Al solito omisero che c’erano anche i volantini, da prendere.
Quindi caricai nove chili di locandine sul cestino innanzi al manubrio e presi la mia borsa della spesa, di quelle riutilizzabili da sciura, e ci misi dentro i volantini. A casa pesai quella busta ed erano quindici chili di roba. Rimasi lì a pensare di fronte alla mia bicicletta rossa come potevo caricare questi ultimi. Con le palle estremamente girate pensai: "ok, metto la busta alla destra del manubrio e che Dio ce la mandi alla meno peggio."
Mettendomi sulla strada sentii già la bici pesantemente oscillare al primo tombino.
Bilanciai il corpo e sfoderai un equilibrio che mi rassicura sui miei futuri anni in bici. Ma sentivo che quei quindici chili smaronavano un po’ tutta la forza di gravità. Ergo, spostai il baricentro (il culo, sì) verso sinistra.
E alla rotonda di via Pellico pensai: "Cazzo, se passo per via D’Azeglio mi sfrantumo al suolo, rovinando anni di lavoro del mio dentista."
Le strade per il centro di Parma o sono sampietrinizzate (qui li chiamano porfidi), e si scalzano da pietra a pietra dopo due mesi di lavoro, o addirittura, come la via citata sopra, coi vecchi selci rettangolari, anche essi distanti l’un dall’altro di alcuni centimetri.
Optai per le strade bitumate e non selciate. Anche se, anche lì, tenere l’equilibrio era arduo.
Arrivai a ponte di mezzo, feci la salita con nonchalance commuovendomi della mia forma fisica (oh, quello strappetto a inizio stagione mi inchioda sempre un bronco) e al semaforo, al verde, decisi di non pedalare più come del resto avevo fatto fino a prima: causa carico la bici andava così veloce che pareva una bici elettrica, quindi pedalare era pericoloso. E non vi dico, ad ogni tombino come mi raccomandavo a parenti defunti, angeli e santi tutti.
[fine episodio di vita vissuta, scusate ma rivivendolo e ricordandolo vividamente col cazzo che ci trovo il lato comico]

Dicevo.
A Pietro, cazzo, passa il bitume.

0 thoughts on “San pietrino.*”

  1. A Roma c’è il problema opposto. Il fondo stradale viene rifatto IN CONTINUAZIONE. il risultato è che molte strade, tipo l’Appia Nuova, sono una sovrapposizione di più strati bituminosi che si sono accumulati nel corso di ere geologiche, con ulteriori bozzi bituminosi a testimonianza dei più recenti interventi. Non è bello a vedersi.

  2. Se dimezzi il numero di punti (intesi come .) e raddoppi quello delle subordinate, può sembrare una pagina di Proust.

    Mox

  3. L’unico porfido lo trovo in alcune strade di Verona che frequento solo a piedi. A Verona è pericoloso il marmo che è OVUNQUE e quando piove si sbrisia come non mai. Che culate che mi son presa io delle volte! La migliore è quando sono caduta di faccia col lettore CD in mano e il CD contenuto (Trasformer di Reed, appena comprato) ha fatto tutta la via uscendo a reattore dal lettore. Non so come ma il CD non si è fatto niente. Io mi sono tagliata il labbro.

  4. cazzo domenica uscito dal casello di Fidenza ho bestemmiato alla prima rotatoria, la mia voglia partenopea di renderle un pericolo grazie ai miei guizzi è venuta tutta fuori, affanculo.

  5. Bhè, io in bicicletta prendendo una buca o rotto una dozzina di uova! Ed ero stato così attento… Comunque concordo sul fatto che tanti non sanno usare le rotatorie!

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