People are fragile thing you should know by now.

In realtà non l’ho ben capito. Però ne parliamo lo stesso.

C’è un album che mi è piaciuto molto, è the Back Room degli Editors.
Ma gli Editors non producono nulla di nuovo. Diciamo che sono gli Interpol inglesi, e che poi lui, Thomas Smith, che tenta esperimenti Gahaniani con il suo apparato vocale, è fidanzato con una conduttrice di emmetivì [mi pare quella biondina che presentava la UK chart] e quindi cioè, non so sono quelle cose che ti fanno diffidare dalla autenticità del prodotto.
Però inziai ad ascoltare Munich e mi rincoglionì totalmente, la solita canzone perfetta per un singolo. Quella che ti fa zompettare da seduto, con la testa ciondolone. Il pogo da scrivania, ecco.
Dall’altra sono poco orginali, suoni già senticchiati, riff già ascolticchiati. Tutta questa generazione indie-pop-rock inglese che ne sta venendo su, che ti chiedi se piazzerà già un secondo album decente, per capire se il primo era frutto del caso oppure no. Però The Back Room è album, nell’accezione propria di raccolta, quasi totalmente ascoltabile, piacevole, a tratti azzarderesti anche dire che è bello. Io ho una predilezione per Light e All Sparks su tutte, ma è minima.

Devo dire che poi il sito ufficiale fa simpatia, vi potete ascoltare tutte le tracce dell’album e le b-side dei singoli nonché vedere i video.
Ecco, i video, sebbene non è che abbiano grandi idee geniali, mi garbano assai. Munich, All Sparks e Blood su tutti. Ma qualche mp3 ve lo metto. Roba che manca di là, tipo.

[P.s. sono fuori le votazioni per gli EMA. Muse nel best alternative, best album e best uk&ireland; Strokes nel best rock. Depeche best group. Che dire, speriamo.]

0 thoughts on “People are fragile thing you should know by now.”

  1. Ennò!

    Brutto l’ultimo degli Strokes?? O_O

    Ultimamente ascolto solo quello! (Ok, lo so, perchè li ascolto io non vuol dire che sia un cd bellissimo “d’ufficio”, però…)

  2. feeeermi tutti! la massima autorità sugli strokes è arrivata. (sì, è arrivata sgomma, ma andiamo avanti).

    complessivamente First impressions of earth è un buon disco. L’unico difetto è che gli arrangiamenti sembrano lasciati a metà. Non c’è la ricerca di un suono “globale” proprio loro, manca unicità e limatura. E’ un disco lasciato a metà.

    Live non li ho visti, quindi non so la resa.

    Comunque la sequenza Juicebox-Heart in a cage- Razorblade-On the other side-Vision of division, vale l’ascolto del disco. E bella l’idea di Ask me anything.

    Detto questo, vi saluto.

  3. Gli Editors li ho visti dal vivo a Milano, secondo me meritano e di sicuro non c’è solo Munich (“Camera” per esempio è bellissima). Li aspettiamo al solito, fatale “secondo lavoro”…

    matteo

  4. Gli Editors? Un’ impressionante quanto fedelissima riproduzione, con quasi trent’anni di ritardo, dei Joy Division, una band di Manchester capitanata da Ian Curtis attiva a cavallo tra gli anni ’70 e gli 80, che tutta la critica acclama ancora adesso come antesignana della c.d. “new wave”.

    Vi consiglio vivamente di ascoltarla, se non la conoscete…

    Fra1977

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