Frantour (essay 1)

Ciò significa farvi vedere le cose più simpatiche [sarà una rubrica del sabato, che rimaniamo noi 4 gatti con la connessione a casa] che vi porta a vedere le cose un po’ meno turistiche e più figose da sboroneggiare con gli amisci.

Strutture rosse

Bernard Tschumi, ha disseminato per il Parc de la Villette una miriade di strutture rosse con destinazioni diverse. A volte bar, a volte stazione dei pompieri, altre toilettes.
Sono anche ben visibili zoommando da google maps.

Il coniglio agile

Nella zona invece di Montmartre, di fronte all’ultima vigna esistente dentro le porte di Parigi, in rue des Saules c’è un locale di cabaret che trae il suo nome attuale, ossia Au lapin Agile, dalla sua insegna disegnata che figurava un coniglio che scappava dalla pentola. Da qui il gioco di parole "Lapin à Gill" [dal pittore Andrè Gill] e "Lapin Agile".
Ritrovo di artisti e letterati rimane ancora ora un locale tipico di cabaret.

Miglio ZeroL’effigie accanto può sembrare oscura. Si trova sul sagrato di Notre Dame ed è quasi esclusivamente fotografata da giapponesi [coff coff, facevo le stesse inquadrature degli amici nipponici ed avevo lo stesso ritmo di scatto. Paura.] Cosa è? Niente altro che il point zèro, ovvero il punto da cui si misurano tutte le distanze riferite a Parigi.

Hotel de SensSens invero è un’amabile (coff coff, sput) località accanto a Parigi della quale vi narrerò in quanto con la pioggia, il vento e gli avversi numi l’ho visitata causa lavoro. Ma codesto, a Parigi, ne è l’hotel. Situato in rue de figuier ora è una biblioteca, anzi la sede della biblioteca d’arte Forney. Relegata qui Margherita di Valois dal suo marito, Enrico IV, vi troieggiò e sperperò abbestia, esemplare un avvenimento: un suo ex favorito uccise barbaramente l’amante del momento e ivi poi venne decapitato [uso in seguito, qui eravamo nel seicento, poi molto amato sui suoli parigini], ci troviamo nel Marais.

Fontaine des InnocentesIn square des Innocents sussiste uno dei pochi monumenti rinascimentali rimasti di Parigi. Sussiste, insomma, venne traslocato dalla vicina rue St Denis dopo l’immenso sgombro ottocentesco del cimitero degli Innocenti [se vi interessa questo episodio, quasi da girone dantesco a tinte fosche, è narrato benissimo in "I segreti di Parigi" di Augias], visto che la fontana faceva da corollario alle mura del cimitero. Bene, proprio le mura portarono a chiudere il cimitero, che era pieno [impressionabile, salta alla prossima foto, grazie] di cani ululanti che erano attratti dai lezzi e i miasmi cadaverici visto che i corpi erano malseppelliti. Un giorno un muro di una cantina di una taverna, che confinava con una fossa comune del cimitero, vide invadere le botti dal contenuto della fossa stessa. Così si capì che versare litri di profumo non giovava all’igiene, e quindi si spostarono le ossa [ci vollero un paio d’anni di lavori indefessi] nei cunicoli della zona sud di Montparnasse. Lì ora sono situate le catacombe. Qui invece ci troviamo in zona les Halles.

Il metroInfine una cosa trovata così, ciabattando. Sotto i portici di rue de Vaugirard, dietro al Senato e i giardini del Lussemburgo, trovate il Metre Etalon. La convenzione nazionale, al fine di generalizzare tra la gente il passaggio al sistema metrico, fece piazzare alcuni metri marmorei nei luoghi più frequentati di Parigi. Questi metri furono installati tra febbraio 1796 e dicembre 1797. Codesto è uno dei due reduci a Parigi e l’unico ancora nel suo sito originario.


0 thoughts on “Frantour (essay 1)”

  1. Margherita di Valois. C’è un fumetto molto bello che parla di quel periodo. Si intitola Dago e parla delle avventure di questo rinnegato veneziano. Margherita è una delle sue donnine. Che vita ‘sti reali!!!

  2. OFF TOPIC: come mai non vedo ancora nessun post sul raggiungimento di ‘fran.splinder.com’ della 114° posizione nella classifica italiana blog redatta da Edelman in collaborazione con Technorati? :)

  3. Smeerch: perché è una classifica inutile. Se mi conoscessi meglio… :)

    Nicole: ganzo, non sapevo del fumetto. Augias è davvero un grande, scrive molto molto bene e per di più cose interessanti, che non guasta.

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