Il Belpietro della vergogna.

Qui mi sa che tutti si fanno delle idee sbagliate.
Nuova di ieri è quella gaffe del Giornale di Belpietro che attribuiva alla ministra Turco una proposta di legge sull’eutanasia. [vedi immagine del titolo da Mantellini]
Conseguentemente, a mio avviso, la ministra ha una reazione sproporzionata all’offesa, oserei dire quasi uno shock anafilattico. Quindi anziché liquidare con fair play e un sorriso che mostra il buon lavoro del suo dentista l’accaduto con "eh, vedete, il centrodestra è alla frutta e non sa più cosa inventarsi. Pensate, magari verranno anche a rovistare nella spazzatura per vedere se ci laviamo!", ha reagito come se fosse un’offesa verso la decenza, Iddio e il mondo intero l’aver proposto una discussione simile.
Cioè, lei che ha proposto l’estensione del parto con l’epidurale [già c’era, magari mancavano gli anestesisti] e il ritocchino per la quota personale di tetraidrocannabinolo. Mi aspettavo maggiore elasticità mentale, diciamo così.
Il punto strettamente giornalistico è uno, vuol dire che al Giornale non controllano bene le fonti. E titolare a tutta pagina con una notizia non ben controllata vuol dire che, insomma, anche quando si parlerà di notizie meno ad ampia diffusione come minimo si saranno affidati a fonti non proprio efficacissime [come, che ne so, al pescivendolo rionale di Sassuolo per una chiacchera che circolava da suo cugino a Pescasseroli per una cosa avvenuta dentro il ministero della Ciospa a Roma].
Il punto due è che invece la Turco, per essersela presa così tanto, non è che sia furbissima. Parecchi in Italia, al di là della Fede, vorrebbero una discussione sull’eutanasia. Noi che di famiglia siamo di substrato cattolico periodicamente controlliamo le vie di accesso alla Svizzera, perché se butta male là, insomma, andremmo a risolvere quello che è diventato un problema in una società civile, ovvero scegliere come morire. Diamine, e poi di base noi ci si avrebbe il libero arbitrio.
[Poi mi scapperebbe tutto un mio solito discorso che è meglio fare quando mi trovo nel mio ambiente di studio, così i colleghi di università mi guardano male e mi evitano pensando che io abbia idee rivoluzionarie.]
Vado quindi a chiudere con un articolo di Pietro Yates Moretti, che riflette il mio punto di vista.

0 thoughts on “Il Belpietro della vergogna.”

  1. Il Giornale è carta da culo.

    Il direttore del Giornale è il direttore di un rotolo di carta da culo.

    L’inchiostro con cui viene stampato Il Giornale non ha più dignità di quel che rimane sulla carta da culo dopo l’uso.

    Le notizie che pubblica il Giornale non hanno più dignità dell’atto che precede l’uso della carta da culo.

    penso di aver detto tutto. arrivederci

  2. una gaffe. una tremenda gaffe. ma non esageriamo con commenti come quello del tuo anonimo, altrimenti potremmo dirne di tutti i colori su tutte le testate.

  3. (macché anonimo. Se clicchi sulla casellina c’è il mio blog, poi se il browser non ricorda il mio login non son fatti miei)

    Potremmo dire qualcosa di peggio anche su qualche altra testata, Ioodio, senz’altro. Ma sul Giornale, ormai ne ho viste troppe. La mia opinione è quella, e non la cambio.

  4. Vedi Il Giornale ha fatto un enorme gaffe. Può capitare. Vogliamo ricordare i Manifesto che dava la vittoria di Kerry con Bush nella scorse presidenziali a tutta pagina? Come vedi sono cose capitano, e se permetti il presidente degli Stati Uniti è un pochino più importante della Turco. Ma subito si è preso il Giornale (che io non leggo sia chiaro, non mi piace) e messo al gogna per un errore , seppur grossolano, che può capitare. Non credo che sia questa l’eccezione che conferma la regola, perchè nel Giornale che tu ci creda o no ci sono anche dei giornalisti bravi e che guardano le fonti. Sull’eutanasia, posso capire che una persona che non crede come te, possa arrogarsi il diritto di scegliersi come morire. Ma è giusto? Secondo il tuo relativismo forse si.Conviene lo faccio.Il resto chissene frega. Funziona. Anche gli spartani buttavano giù dalle rupi i bambini con handicap. Funzionava. Perchè non farlo? E’ un grosso problema, da non prendere alla leggera e non solo di natura religiosa ma anche etica. Io sono (in alcuni casi) contro l’accanimento terapeutico, ma per me che ho fede, arrogarsi il diritto di sostituirsi a Dio e di voler dare la morte ad una persona solo perchè questa lo chiede per me rimane assurdo.Ed dura fra la mia visione e la tua poter venire ad accordo. O forse si potrebbe? Secondo me si potrebbe, basterebbe dialogo. Piuttosto a mio parere sarebbe molto meglio concetrarsi sulla “terapia del dolore” in cui ancora oggi poco si fa e quello che si fa si fa male. Ovviamente è un mio punto di vista.

  5. Correggiti perché sei prevenuto (e non sai leggere): io credo, sono cattolica, credente e praticante. Ma diversamente da te ho appena avuto un tumore. Se avessi voluto dare termine alla mia vita era una mia scelta che poneva *me* e solo me al giudizio di Dio.

    Quindi se vuoi riformula il commento togliendoti il paraocchi.

  6. Non mi piace vedere l’aggettivo ‘relativista’ uscire dalla tastiera di un qualunquista, per quanto mascherato da credente.

    Vogliamo paragonare i bambini della rupe di Sparta con l’eutanasia? Certo, perché no. Che differenza passa, in fondo, tra una persona che decide di morire o una che ne uccide un’altra, senza chiedere ad essa consenso? Bé, nessuna, lo dici tu e lo sai?, mi hai quasi convinto.

    Se ti viene un tumore, che diritto hai di sostituirti a Dio e cercare di guarire, forzando la natura ad accelerare o invertire processi chimici e biologici per cercare di salvare la tua misera vita? Conviene, lo faccio, dici tu. E’ questo che intendi? Hai ragione, che stronzo che sono.

    Ovvio che temi come eutanasia e inseminazione artificiale pongano un grosso problema di fronte a un credente. Ma in un paese libero il credente può scegliere di non ricorrere a questi sistemi e vivere la sua vita.

    Ma un non-credente, ha forse diritto di vedersi negata per legge non solo la possibilità di porre scientemente la fine alla sua vita, ma anche quella di poter sperare in un dibattito parlamentare sull’argomento – senza che la stampa del cazzo (vedi commenti precedenti) continui ad alimentare, in tutti i suoi lettori del cazzo, l’idea che un simile dibattito sarebbe sbagliato a priori? L’idea che la parola ‘Eutanasia’ sia già di per sé uno spauracchio, un tabù del quale è peccato mortale (specie se sei un parlamentare) pensare di poter discutere?

    Ancora peggio: e se fosse un credente, a voler porre fine alla propria esistenza?, non sarebbe meglio lasciargli, come Stato, la libertà di farla finita? E demandare al singolo l’incombenza di sbrigarsela con Dio, una volta dall’altra parte?

    Ogni volta che si parla di eutanasia, l’obiezione è sempre la stessa: esistono parecchi malati terminali che vogliono vivere fino all’ultimo istante, quindi non c’è motivo di volerla fare finita. Ma l’eutanasia è una scelta, non un obbligo; e chi è credente può decidere come comportarsi indipendentemente da quel che la legge consente. Ma no, da noi non si può, guai anche a parlarne. Evidentemente siamo uno Stato in cui i credenti hanno paura di rimanere intossicati dal laicismo passivo.

  7. Carissima come sai quello che ho avuto o non ho avuto io? O di quello che hanno avuto i miei parenti o di quanto hanno sofferto per il cancro? Il tuo problema lo conosco benissimo e mi ci sono trovato in mezzo anch’io, quindi stai sicura che so di cosa sto parlando. Se sei credente e ( sono contento per te) allora sai che la vita è un dono di Dio, e come tale, Dio la da e Dio la toglie. La presunzione dell’uomo sta nel fatto di poter decidere o meno come morire dato che non è sua prerogativa farlo, ma solo relativismo e comodo. Invece sull’accanimento terapeutico e sulla terapia del dolore il tema è assai aperto e difficile e ripeto amio parere un dialogo senza attacchi o pregiudizi potrebbe portare alla soluzione. Ti faccio un in bocca al lupo per la tua malattia, so che significano le cure e so cosa significa accudire persone malate che stanno facendo la chemio e la radio.

  8. Occhio, buonuomo, ritorna dal principio perché la tua verbosità ti fa scivolare in un cul de sac.

    Sei tu che hai scagliato la prima pietra con un relativismo targato sopra. Sei tu che sei partito con pregiudizi. Sei tu che stai parlando con chi sa qualcosa più di te sulla terapia dei dolore.

    Non sono io ad averti colpevolizzato, rileggi bene, rileggi.

  9. Tra parentesi, sarebbe interessante “relativizzare” l’aggettivo “relativista”, così tanto tirato fuori come passe-partout…in termini linguistici, dovrebbe esser contrapposto ad “assolutista”…evidentemente c’è gran vanto di difendere posizioni “assolute”.

    Senza contare che anche i cosiddetti “relativisti”, se mostrassero lo stesso livello di elasticità, potrebbero a loro volta considerare “relativisti” quelli che decidono che la vita è un dono (non solo per loro ma) per tutti, e che ne fanno discendere la conseguenza che tutti la devono gestire secondo le regole a loro rivelate.

    (insomma, voleva essere un discorso di senso compiuto, se ho svaccato è perchè non sono abile nel discettare di filosofia e affini)

  10. Ancora una precisazione sul commento #6, tornando all’etica giornalistica che era il tema originario del post.

    Il paragone con la vittoria assegnata a Kerry dal Manifesto non ci sta per niente, lì si trattava di previsioni poi smentite, e quindi c’è stata solo una leggerezza nel chiudere il giornale.

    Nel caso de Il Giornale l’errore è dovuto a una foga di gettare fango sugli avversari politici a tutti i costi, usando qualunque argomento e senza controllare le fonti (anzi: bastava i nomi di battesimo).

    Se vogliamo fare un paragone “bipartisan”, possiamo prendere invece il caso del famoso errore de l’Unità, che anni fa riportò una dichiarazione di un tizio secondo il quale il nonno di Storace aveva compiuto non ricordo quali crimini in tempo di guerra. La notizia era una bufala e l’Unità si sputtanò..ma almeno in quel caso si trattava di fatti lontani nel tempo e per cui la verifica delle fonti (comunque doverosa) era più difficile. Qui si confondono deputati con senatori per una notizia da titolo di testa a 9 colonne….

  11. Esattamente. Pomeriggio nella mia piccola platea reazionaria (!) si discuteva del concetto di Relativismo da manuale di Filosofia delle superiori, e alla fine non ci vedevamo d’accordo neppure noi. Quindi magari riscoprire il significato del termine sarebbe affascinante perlomeno.

  12. Se ho travisato quello che tu hai detto mi scuso, ci mancherebbe altro, non sono qui per aver ragione, non me ne frega nulla di aver ragione. Fatto sta che cmq la mia idea sia sul Giornale che sull’Eutanasia (alla luce di quello in cui credo) rimane quello . In più sulla terapia del dolore per molto tempo sono stato accanto a persone a me care affrontando giorno per giorno questi tipi di problemi e non mi va di continuare nel dettaglio perchè sono cose personali. Se sai di più su tutto mi inchino davanti alla sapienza, che altro posso fare?. Ti rinnovo l’in bocca al lupo per quello che stai passando.

  13. Non so, ma il tuo modo di fare, dapprima accusatorio e poi dogmatico andava a dimostrare ampiamente che tu avevi letto una riga sì e una no di quello che avevo scritto. E ciò irrita fortemente, perché sembra di parlare con un disco registrato, e non con una persona pensante.

    Non mi interessa di aver ragione, non la ho. So solo cosa è la terapia del dolore, come si opera, come andrebbe migliorata. Ma io non sono nessuno per dire a un Welby, ad esempio, di continuare a tenersi il respiratore. Anche perché ai tempi che Dio creò la vita non ci creò anche un annesso respiratore. Bene così se la tua idea rimane quella, relativamente a te e per te sarà giusta. Ma abbi la bontà di pensare che non tutti la si pensa come te. Tante care cose anche a te.

  14. Ti assicuro che penso e anche molto bene. E non è cambiato il modo di pormi, ne nel mio primo commento e neanche in questo. Magari ho letto velocemente il tuo pezzo e mi sono scusato. Ed il fatto che tu, in maniera presuntuosa ed ancora accusatoria, non sappia accettare delle scuse, non mi fa pentire di aver detto quello che ho detto.Siamo permalosetti eh? Certo che ognuno è libero di pensarla come vuole, ho mai detto il contrario? Siamo ancora in un paese libero (‘nsomma) ed ognuno è libero di pensarla come gli pare.Ma se tu sei convinta di questa cosa, come hai il diritto di esprimere la tua opinione, anche io nello stesso tempo posso esprimere il mio parere su come la penso. Già mi aspetto il tuo messaggio, ma dato che sei una persona intelligente (è la prima volta che ti leggo e devo dire che non scrivi male) , forse (spero) chiuderai qua, una polemica che non ha ne capo ne coda, perchè tanto ognuno di noi rimarrà comunque della sua idea. Altrimenti se non lo farai tu, lo farò comunque io non tornando più su questo post. Ciao:)

  15. Non sono permalosa, mi da fastidio che qualcuno continui ciecamente ad affermare le stesse cose mascherandole da scuse. E siccome questa la considero casa mia sono liberissima di rispondere, in casa mia.

    E l’ultimo messaggio lo trovo molto offensivo, si vede che proprio non accetti i punti di vista altrui né un dialogo civile.

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