Avevo pensato di essere un rottame, anche a Digione.

Ho la spalla destra così gonfia che fatico anche a condurre la forchetta alla bocca. Fortuna che so usare anche la sinistra.
Ordunque, siamo arrivati quasi agli sgoccioli nel narrare la Francia, ma tanto le cose me le ricordo sempre con forte effetto retard.
Tipo, oggi possiamo anche parlare di Dijon.
E perché? Perché anche a Digione stavo da schifo, mendicavo di bar in bar per prendere qualcosadisolido e qualcosadicaldo per mandare giù pastiglie.

E alla fine mi sono riaccorta guardando le foto che Digione è bellina. Da una parte ricorda un po’ Parma, dall’altra… un momento, se io rivedo Parma dappertutto non è normale. Vabbè. Da una parte ricorda un po’ Parma [saranno le rotatorie, ma non ne sono così certa], dall’altra ricorda una città tedesca a caso.

Teatro di Digione

Io lavoricchiavo qui accanto. Pieno centro, perché diciamo che alla fine la Parma della Borgogna si svolge tutta in un cerchietto che si espande da Place de la Liberation e abbraccia poco oltre. Davanti al teatro c’era la pizzeria kebab, di fronte, in una chiesa sconsacrata il museo Rude [che non ho visto, dacché Rude non mi garba affatto]. Alla sinistra del teatro, verso la piazza centrale quindi, c’è il museo delle belle arti. Lì, son sincera, un po’ mi ha roso che non ci ho messo piedino.
Perché le due cose più importanti della Borgogna sono le bellezze artistiche [guardate un po’ i tetti di Beaune] e la cucina.E io in quei giorni al solo sentir parlare di lumache alla borgognona avrei rivomitato anche il pandoro di Natale.  

Scaleo gotico

Però, chi ci è andato me ne ha parlato bene. Lì ci hanno trasferito, al secondo piano, diversi monumenti funerari dalla certosa di Champmol che è appena entrate in città proveniendo dall’autostrada quella che viene da Parigi [probabilmente la A6, ma non ricordo benone]. Come del resto altri monumenti funebri li troverete nelle chiese; ad esempio, all’interno di St.Benigne vi vedrete diverse tombe con gli estinti nell’atto di pregare inginocchiati rivolti verso l’altare.

Dijon: Il cielo e la facciata di Notre Dame

Imperdibile, tra le chiese, è proprio Notre Dame.
Specie l’esterno, con quelle protome animali e umane aggettanti dalla facciata. Sul fianco destro troverete la chouette. Povera bestiola, perse la sua originaria forma dato che si pensa che porti bene [che ne so, come il muso del maiale alle logge del Porcellino a Firenze, il piede di San Pietro al Vaticano, le palle del Toro in galleria a Milano]. Presso la torretta di destra c’è il Jacquemart, figure che percuotono la campana allo scoccare delle ore. Ora, però, a voi… quello in basso non pare l’omino michelin?

St Michel

Altra chiesa da osservare è quella di St.Michel.
Ricordate che eravamo al teatro? Beh, questa chiesa sta alla destra del teatro. Contrariamente al gotico imperante ovunque qui la facciata è tardorinascimentale. L’interno è essenziale, quasi spoglio. Interessantissimo invece è il lavoro cesellatorio del portale centrale. Nel pilastro centrale vi è rappresentato san Michele, provvisto di spada sguainata. Sopra di lui, nel timpano scolpito da de la Court c’è il giudizio universale, nell’archivolto centinaia di graziose figurine a cascata.

Place de la Liberation
E tra le case a graticcio varie [la più rappresentativa è quella di place Rude, visto che qui vi si tiene la festa della vendemmia giusto a fine settembre] e quelle con i tipici tetti borgognoni a mosaico colorato, si arriva o meglio dire si torna a place de la Liberation, difronte al palazzo dei duchi di Borgogna.  La piazza è stata risistemata, perché come accadeva anche da noi una volta c’era il parcheggio. Oggi è tutta zona pedonale aperta alla circolazione dei Bus.
Non fatevi ingannare dal cielo blu, faceva un freddo porco.
[continua]

0 thoughts on “Avevo pensato di essere un rottame, anche a Digione.”

  1. La spalla? no, effetto che non posso scrivere e prender pesi e me lo scordo. In compenso ora tenerci la borsa del ghiaccio fa effetto happy feet.

    No, meglio i maccaroni (ussignur)

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