Pour magner.

Pensate, la discussione di capodanno tra me e mia nonna è stata: "sì, te ci hai avuto la guerra, ma io il primo anno di università tiravo avanti con 200 euro al mese per spese di casa e cibo e la prima settimana a Parma sono stata senza acqua, luce e gas. Te almeno stavate tutti nella merda, io la mattina vedevo sempre una che adesso fa la valletta a Gerriscotti. Io, ho subito. Ecco".

Mi è anche venuta in mente adesso perché volevo dirvi che a me, la gente che mi chiama, mi dice che è andata in ferie a Parigi e ha speso un botto mi fa incazzare.
Sì, beh, volevo fare un post sulla quota lipidica in un caffè, però la cosa sopra, facendomi incazzare sia perché io non ho una scusa valida/tempo d’andare nella città di cui sopra sia perché se uno vuol fare il turista medio son cisprulle sue.

Perché dopo dove dormire si può parlare anche del dove mangiare.
L’appendice al dove dormire che mi ha fatto la collega quella che fa il lavoro speculare al mio [lei a Budapest, io a Parigi; io a Budapest (magari), lei a Parigi; io a Vienna (sigh), lei a Berlino; io a Berlino, lei a Vienna] mi ha detto che lei per la storia sempre del "vi diamo un tot, che non riusciamo bene a capirlo come metterlo perché i committenti siamo due, per il rimborso spese e poi son cazzi vostri" lei mi disse che andava al bois de Boulogne, ché ti danno i bungalow tutti accessoriati. Solo che a me dava noia e quindi optai per l’Etap de la Villette. Nonchè, porcaloca, a me la XIX è piaciuta molto, come circoscrizione.
Cioè, però per noi giovani e per noi risparmiosi c’è pure quella, di opzione.

Il dove mangiare. Beh, insomma. C’è tanto da dire.
Anzitutto qua si mangiava circa una volta al giorno. Colazione, spuntino verso le 15 alle Gallerie Lafayette e poi cena verso le 23 quando andava di fortuna. Inutile dire che a volte entravo nel primo Quick o Pommes de pain a saccheggiare qualcosa.

Dopo due giorni a cucina stramba (per loro mangiapatate) a cena il gruppo polacco che accompagnavo [cioè, loro avevano 3-5 anni meno di me, era tipo compagnia di amisci] optò per due sere di seguito a carne. Anche perché il giorno dopo era stressantino. Optammo quindi per la catena Hippo, che non c’è solo in zona Villette ma un po’ dappertutto. Sulla tipologia dei ristoranti Courtepaille. Spesa tra i 15-20 euro bevande incluse. Carne buona (spero anche dal punto di vista bestia e ormoni), niente sapori strambi alla Mc Donald’s.

La Coupole, spesa attorno ai 25-30 euro. Bellissima. Ci troviamo a Montparnasse, quindi zona sud di Parigi per intenderci. E soprattutto la Coupole è il luogo d’indagini principale del commissario Maigret nel libro "la tête d’un homme" di Georges Simenon. Il servizio è buono, la cucina ottima. Soprattutto il posto vale assai.
Le Bristol (ocio, parte la musichetta che da anche noia). Caro. Logico, vai a mangiare da un due stelle Michelin. Da noi il trattamento fu speciale dal punto di vista prezzo [la famosa cena col collega famoso, bla bla], però le porzioni ovvio son quelle da ristoranti di classe (quelle inversamente proporzionali al prezzo). Buono eh, ma avevo lo stomaco che ruggiva abbestia quella sera [tipo, però le capesante al tartufo con brodo ristretto di pollo, chi avrebbe mai pensato di magnarle]
Chez papa. Tipico parigino, quindi se avete l’ansia del poco spazio e reazioni claustrofobiche, insomma… cazzi vostri. Sesto arrondissement.  Lo sapete nevvero che nelle brasserie e simili si mangia stretti stretti, no? Per quello forse la considerano la città dell’amore, a forza di star stretti…
Il prezzo non lo ricordo, che mi stavano offrendo la cena. Facendo un’astrazione (!) dovrebbe essere attorno ai 30 euro a capo (però abbiam anche bevuto parecchio, quindi…)
Le Procope [qui offrivo io, ché era il mio onomastico] storico locale di Parigi, aperto nel 1686. Il proprietario si chiamava Francesco Procopio Dei Coltelli. Nel 1689, i comédiens-francesi s’installarono lì di fronte e, fra le due rappresentazioni di una serata, il caffè divenne il caffè del teatro. Voltaire, Rousseau et Diderot ne furono degli habitués e così, durante la rivoluzione Danton, Marat et Robespierre. Benjamin Franklin abbozzò la costituzione americana seduto ad uno dei suoi tavolini. Prezzi sui 35 euri per un menù completo ammazzacaffè incluso.
Au relais des buttes, invero questi son dei miti umani, ché siamo arrivati lì a mezzanotte stanchi come bestie e ci hanno accolto e tenuto aperto fino all’una e mezza. Quindi il giudizio è influenzato da tutto ciò. E io ero in crisi di riso da stanchezza, dacché la via vicina era rue des Mignottes. Occhio però, che la carta è cara e invece conviene il menù fisso, che viene 30 euri tutto compreso.
Ah, sì, la cucina stramba era:
L’oriental (libanese) e L’Atlandide (cucina berbera).
Da segnalare al lato sempre per esoticità, come salone da té, quello interno alla Moschea di Parigi, sesto distretto vicino al Jardin des Plantes. Vi dirò, in quella zona prima ci sono i Lefevreriani, poi l’arena di Lutezia e poi la Moschea. Zona che purtroppo conosco ancora troppo poco [e non so come mai sia successo in quattro volte che bazzico Parigi, boh]

9 thoughts on “Pour magner.”

  1. Chez Papa!!!! Provai a mangiare 7 giorni di seguito…sempre pienissimo! ma diciamo le cose come stanno….arrivare a cena ad orario napoltanov erso le 23 è cosa da non fare se non si vuole essere schifati più diq uanto non lo facciano già. -.-

  2. IP: è che bisogna andarci pieni di spocchia. Stando coi francesi di viene bene :P

    Nicole: lì è sempre fattore C.

    Sly: eh, io tengo più per Malta in generale.

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