Siamo tutti un po' Serafini, ma anche no.*

*il mio compagno di università dice che son pesante da leggere, perché metto troppe metafore. Però dice pure che ho un mio seguito e quindi di fregarmene. Sticazzi? Sticazzi, esatto. Però per capire questo giuoco di parole andate qui. Mmm, e non so se dopo si capisce bene lo stesso. Mah.

Ora non per dire, ci ho delle costanti nella vita.
Poi vabbè, ci ripenso e quando ripenso alle cose come minimo porto lo stesso pensiero per un paio di giorni. Quindi la costante secondo me si fa uscire fuori per forza.

Nel 2001 venni a Parma verso Agosto a trovare il Kap. Parcheggiai in quella spianata polverosa che poi andò a essere trasformata nel DUC. Dietro l’acronimo vanno ad essere indicati gliuffici comunali di Parma, che accanto conservano sì un parcheggio, ma stavolta multipiano. E se ci penso un po’ sempre quando mi viene a trovare gente si finisce per andare negli stessi luoghi, essendo io di tendenze abitudinarie. Da Filippo, alla pasticceria di via Farini, cambiando solo quella volta con il Tk e famiglia che essendo domenica era tutto chiuso o quasi e s’andò nel famoso posto della marmellata brusca. E ogni volta che ci passo in borgo venti Marzo, o ci devo andare ad attaccare la locandina penso alla pronuncia di brusca di Steve e mi vien da ridere.
Fortuna che giro da sola.

Però davvero, se penso al rapporto col DUC fa paura. Nel senso: primo posto dove parcheggiai, poi passai lì sotto quella che sarebbe diventata la mia prima casa (in affitto). Il posto dove il 27 settembre [mi spostai quassù l’anniversario della morte del mio nonnino materno, e oggi invece avrebbe compiuto 78 anni] scelsi in una dozzina di ore la mia cuccia che perdurò sino a due anni fa. Poi la voglia di non far guadagnare il mio padrone di casa ancora [se penso che coi soldi dell’affitto gettati avrei già ripagato il garage mi girano i coglioni a mulinello] e mi son trasferita, facendo il trasloco quasi a piedi. Anzi, oltre il trasloco: visto che non lasciavano alcuna scorta di mattonelle dopo la posa in opera qui si pensò di approvvigionarsi di qualcosa lasciato qua e là dagli operai. Solo che trascinarsi in una busta come se nulla fosse 12 mattonelle 30×30 ehm, una volta avevo un fisico.
Però ci ho sempre il DUC vicino. Solo che una volta ci andavo per il permesso temporaneo per passare in ZTL, ora ci vado per l’ICI o per le liste elettorali. Come cambiano le cose, signora mia.

La sto facendo lunga, strano.

Fattostà che ieri ho passato una bella giornata, con un tot degli elementi presi qui sopra. Oddio, ho detto bella e vista la solita nonverve che mi contraddistingue siete svenuti? No no, sono seria, non sto ruzzando. E non è perché sembrava primavera, c’era il venticello, il sole, la gente che esce lieta il dì di festa. Era una bella giornata perché anche se sul bastione della Cittadella c’erano gli anziani che parlavano delle ztl e dei permessi di transito per chi ha un garage nel mentre era bello appoggiare sul torace della persona che avevi accanto la tua mano sinistra, sentire il suo battito cardiaco e continuare guardarsi. Vicini. Così, le piccole cose.

E questa viene dopo una serie di piccoli momenti incastonati in mezzo a un periodo che non è che si può dire eccelso. Citando un poeta contemporaneo "più in basso di così, c’è solo da scavare". Solo che poi ti accorgi di avere delle persone intorno che valgono quanto l’oro nero, e quindi è valso anche scavare.

0 thoughts on “Siamo tutti un po' Serafini, ma anche no.*”

  1. Certo, che a dire che qualcosa è bello fai proprio fatica. 5 paragrafi di tergiversamento, più due bellissimi. E’ bello sapere che alle volte la vita sorprende. Un bacio.

    Thurs

  2. io ci tornerei in quel locale già solo per rifare la gag della marmellata…beh e anche per provarci ancora con la cameriera. A proposito, il personale è sempre di un certo livello lì? (è bene tenersi informato, eh!)

  3. Beh, sono contento per voi, anche se da una che si definisce cinica mi aspettavo una risposta del tipo: “quando l’hanno trovato respirava ancora”… :-))))))

  4. Non potevo fargli alcunché, purtroppo i Ris sono residenti qui e lui era atteso in serata. Tutti gli indizi erano contro di me dopo, e non bastava Taormina :(

    (ennò, ho dei problemi di applicazione di cinismo con quell’essere là)

  5. Ciccio: mi preoccupa come abbia variato il discorso dalle verdure al corteggiamento lì in sogno.

    Mitì: brusca stava per marmellata scura, non so bene l’eziologia ma credo sia la medesima dell’abbruscato per il pane. Ma ehm, sicuramente Steve ricorderà la spiegazione dalla cameriera.

  6. io una giornata così l’ho passata mercoledì scorso. peccato che ora l’istinto sia quello di spaccargli la sua gibson in testa!

    “come cambiano le cose, signora mia.” (cit.)

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