Che strano prendere un treno che arriva in anticipo di 3 minuti.

Non ho splendidi ricordi di Innsbruck.
Mi feci male sciando, di brutto, su quella pista lì famosa che ti gasa da morire portare a termine. Anche se quando sei sopra e scii al cancelletto pensi "merda, e non si vede la fine…" ma dopo 3 metri non ti chiedi più che cazzo tu stia facendo. Perdincibacco, quando sto bene di testa continuo a ragionare come un discesista fottendomene di quello a cui vado incontro. Invece quando non gira mi faccio le seghe, ecco. Mmm, quindi ci sarà sempre un discesista in me, ganzo. Ma dicevo, sì, mi feci male di brutto.
Una delle mie due gambe si era ridotta all’inservibile. Considerate tutte le ossa che avete, lì nella gamba. Fate conto che quello più lungo era rotto in 24 pezzi, complice un albero non protetto preso a circa novanta chilometri orari. Un puzzle umano, un allegato di Topolino estivo vivente. Il dolore no, non me lo ricordo. Svenni e mi ripresi. Sentendo dolore svenni nuovamente e mi ripresi in ospedale. Dopo quattro mesi di immobilità quasi totale iniziai a capire che una delle mie due gambe era ancora presente. Dopo altri tre mesi iniziai anche a camminarci, come una novantenne con l’artrosi e la flebite, ma camminavo. Poi finalmente mi scelsi uno sport più tranquillo e mi ruppi le altre ossa restanti.
Fecero il miracolo, dissero. Non solo a me, anche a tanti altri.

Sì, ho una storia clinica che se la sentissero a Lourdes mi farebbero ragazza immagine.

A me Innsbruck non piace. Non so come è, sai come sono quelle cose a pelle, ma quando mi trovo sempre lì sul ponte quello vicino al centro nella zona turistica, quello con la ringhiera verde e guardo l’Inn e poi le montagne mi si dipinge un mah formato famiglia sul viso.
Non so, la vedo bene solo alla quarta o quinta birra. Una volta qui prendemmo tre birre corrette con la grappa. Sì, è una cosa strana, ma sono sempre stata in giro con alcolisti. E son sempre dell’idea che sputtanarsi il fegato con l’alcool, visto che io me lo sputtano anche col paracetamolo, è cosa buona e giusta.

Oggi ero in treno per Innsbruck e guardavo fuori dal finestrino. Il mio amico mi ha detto "se ti va parliamo". Ora questa moda dei miei amici di controllare se sto per fare una cazzata o se voglio parlare perché devo estrinsecare un disagio interno la trovo una cagata. Sono rimasta zitta per quattro ore, a cercare di capire perché l’unghia del medio della mano destra si sfalda sempre. Lui era arrivato anche a fare le boccacce e a inconsulti gesti da mimo parigino per la disperazione. Poi s’è addormentato.
L’unica cosa a cui pensavo è stata se sia giusto o meno prendersi una sbronza colossale prima di una visita medica. Solo che non ho ancora capito se è giusto o meno, in questi casi sì che occorrerebbe un aiuto esterno. Io ho una mezza idea per il sì, quindi per favore, qualcuno si sbrighi a confermarla nei commenti così esco e mi ciucco come un brasato.
Ora s’è in camera al Best Western. Il mio amico continua a parlare ma io sto zitta. Lui quindi sta iniziando a cantare là dove c’era l’erba ora c’è, una città-aaaaa-aaah con l’ultimo acuto che acuteggia sempre più tipo maroni nel minipimer. Fortuna che la diarrea l’ha sorpreso e io ci ho del dissenten appresso. Non mi va neppure di parlare in crucco. Ho un dolore cane alle costole ogni volta che respiro, ma mi sta bene. Vorrei essere a casa a imbucare il dito nell’ombelico del peluche che mi han donato ieri. Voglio la mamma. Vorrei anche avere vicino un’altra persona ma nell’ultima settimana non ci capisco più nulla, di lui. Ora nell’indecisione cronica spero sia online la mia migliuore amica donatrice di peluche, così le riverso dell’affetto che ho sovrannumerario.
Però ecco, sai però quando sei in un posto e vorresti tanto non essere te ed essere anche altrove e ti andrebbe bene anche guantanamo?
Ecco.
Ne ho le palle piene e non posso neppure farmi una sega per svuotarmi, per rendervi l’idea.

Di Innsbruck oltre alle piste innevate mi piace solo una cosa.
Ora che ci penso, è da quell’incidente che non mi attacco più gli sci ai piedi, quindi come cazzo faccio a dire che mi piacciono le piste innevate, diodelmasochismo?
Ad Innsbruck mi piace il caffè Sacher. Ah, dite che l’originale è a Vienna? Ah, beh, ma qualcosa dovevo pur salvare eh.

Direte, cazzocifa la tenutaria dello sglaps e questo pirla qua?
Io farei parlare quel precedente post di sotto e forse lo sglaps dell’accompagnatoreunitalsi.
Tristezza.
[perché ora c’è Renatozero su raiuno e io ho la tv accesa su raiuno? perché Zero sta scandendo la mia vita? A-i-u-t-o.]

0 thoughts on “Che strano prendere un treno che arriva in anticipo di 3 minuti.”

  1. Taglia la lingua al tuo compagno di viaggio e vai a bere, cazzo! Io lo farei al posto tuo. Ma soprattutto, sebbene non senta più il cervello, avrei voglia di inciuccarmi in compagnia anch’io e farmi un giro dicendo amene cavolate. E invece rimango qua col mal di testa a finire i compiti di inglese… :-(

  2. ma scusa, sei a innsbruck e allora guardtai i canali orf, che la tv austriaca è quasi come quella svizzera: non dice un cazzo, ma lo dice benissimo, con stile e simpatia. magari c’è ancora quel quiz preserale dei tizi che tentano di mettersi in tasca più soldi possibile nel vortice di una specie di box doccia. da noi a quell’ora c’è l’eredità, fede e i pacchi, non so se rendo.

    (i miei amici della montagna dolomitica, quando devono decantare le doti di un posto o smadonnare per qualcosa che manca, dicono “come a innsbruck”)

  3. Per la rubrica: Storie di vita vissuta:

    “Già…. e quella volta che mi fratturai in malo modo la gamba scendendo dall’ impervia pista nei pressi di Innsbruck…….”

    Abbastanza “cool”.

    Però dato che ci sei potresti mentire ( ma grosso modo, vista dal di qua delle Alpi….potremmo definirla più una approssimazione) e raccontare che “l’incidente avvenne sulla mitica Streif di Kitzbuhel.”

    Rispetto a uno che racconta di una culata a “corno alle scale” fai un figurone.

  4. Nicole: mi sa che stasera sarà così (intendo dire, tra un’ora vedo i parenti, ora inizio a prendere alcool)

    Ciccio: eh, sì, anche se io confesso un mio insano amore per proSieben (è crucca, ma si vede uguale)

    Anonimo: eh, pensa te se fosse veramente in quel modo eh.

    Stè: ommamma.

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