Ho sonno.

Stamattina erano le sette e ho detto "uh, guarda, sono le sette".
Ho tolto la sveglia, abbracciato Rodesindro e ho continuato a dormire.

Potete chiederlo ieri a lui  come fosse la mia forma mentale.
"Ehm, sei te quello avanti al conad, no, col cellulare in mano?"
"Sì, ma tu dove sei?"
"Quella di fronte all’hotel figoso, che sta tenendo la mano in alto agitandola…"
"Non ti vedo…"
"Su, che io mi faccio i capelli rossi apposta, che son ciecata e spero che almeno mi riconosca la gente…"

Cheppoi uno dopo chiede una coca con molto ghiaccio e trova solo 4 cubetti, beh, questa è una storia di cui può parlare Lennon ["certo che uno che di nick si fa chiamare Lennon e attraversa le strisce pedonali" "eh, peccato non aver avuto la fotocamera"].

Sì, ieri è stata una giornata piena.
Tipo alle otto ero lì, per registrarmi al congresso. Ora, tutti i miei compagni di università già si erano registrati. Cazzo si fa sta gente per stare in piedi, che io già ad andare a dormire alle 2 per studiare e risvegliarmi alle 8 per studiare mi sento tipo cencio? Non lo so. Ma vabbè, vedevo la signorina avanti a me frugare tra i cartellini, aspetto che la sua intelligenza si accenda e le faccio: "se guarda in terza fila posto due da sinistra quello è il mio cartellino".
Non lo vede ugualmente.
Poi le chiedo quando consegnano gli attestati, memore della scorsa volta che momenti sembrava dovessero chiamare la tipografia. Mi guarda come se le avessi chiesto chi ha ammazzato Laura Palmer. La guardo. Lei si gira verso le colleghe e dice: "eh, sì, penso venerdì". Poi mi guarda ancora come dire cazzovuoiancora? Io le dico che magari il cartellino, anche se è plastica e carta, forse dovrebbe darmelo. E lei sì, me lo da e mi da anche il kit del congressista: tre fogli A4 e una bic.
La guardo un po’ così.
Scendo e mi metto da una parte così, in silenzio.
Socializzo coi miei simili e alla fine elaboriamo quella bella teoria là, che insomma, esiste l’essere umano, lo studente, lo studente di medicina…
"E la cavia."
La cavia, mi chiedono?
Beh, sì, rispondo. Almeno la cavia la nutrono. A noi ci negano anche il coffee break.
Fermiamo il preside con la faccia da kossovari. Il preside sarebbe circondato da persone, colleghi, figa, baci e abbracci. Però il mio collega di uni gli chiede come mai, insomma, manco un caffè professore che noi si sta qui dalle otto a dormire sforzandoci di non ridere sentendo il traduttore che le spara a caso così come se io dovessi tradurre il francese medico.
Io di francese medico so ‘na sega. Ho seguito solo sei puntate di Grey’s Anatomy e le seguivo perché ero così stanca che non avevo sonno.

[a margine devo dire che però le cose del congresso sono interessantissime, dovrei farci un post su come spiegarvi di avvelenare il vostro BYNBO col sale senza poi dover chiamare Taormina a difendervi…]

Dicevo, il preside ci guarda un po’ così. Dice che ora domanda, ci lascia dieci minuti così, facendo esclamare al mio piccolo (di taglia, sennò ci ha 34 anni) collega che vabbè, non ci sta cagando. Poi invece torna, e guarda solo me dicendo che eh, no, ragazzi, voi qui sareste come a lezione.
Poi devo averlo guardato malissimo perché mi ha detto: "eh, sì, ci sono stati tagli di budget assurdi rispetto a due anni fa". Io che gli rispondo che me ne sono accorta perché quest’anno la borsa del congressista fa un po’ pena, e se tra due anni passiamo direttamente alle borse biodegradabili coop e ai thermos col caffè.
Usciamo e prendiamo il caffè.
Io tanto sto un cencio e in pratica visito tre bagni dell’hotel. Tralascio dettagli pulp anche se sappiate che sto ridendo ripensandoci (ridendo per non piangere, lol, se penso a quella situazione).
Ho avverato il mio sogno di star male a un congresso di medici.
[continua]

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