La canna del gas no, con quel che costa.

Ore 24 circa: stronzeggiare con gli amici riguardo alla Blogfest e ricordare che Madeddu aveva detto -portando sfiga- sotto il diluvio della diretta dei radioincontri che no, mica avrebbe piovuto a settembre a Riva. Preparare delle idee per far radio, anche se non ci cagherà nessuno ma a noi ci piace e fa tanto alternativo.

Ore 1 circa: escono le nomination di Macchiawards. Sempre meglio, dopo blog umoristico si passa a blog rivelazione. Non so bene rivelazione nel senso se vi rilevo troppi cazzi miei (del resto sì, mancano solo le cartelle cliniche) o rivelazione nel senso che il pubblico di Macchianera mi ha sentito ai Radioincontri e si è accorto solo in quel momento che anche io esistevo e avevo della carne, un po’ tipo un Paolo sulla via di Rivadelgarda. Infatti una dopo avermi sentito lì mi chiese se ero la morosa di Bordone, cioè… mah.
In pratica io sono nuova come Veltroni quando è stato candidato dalla sinistra e presentato come novità. Mah. L’altra categoria è per il podcast-radio per RadioSglaps e lì ne sono orgogliosa.
Naturalmente sto chiedendo in modo un po’ vago, ma fermo e gentile il vostro voto, quello del vostro compagno, del vostro cane e dei vostri nonni. Anche defunti va bene, basta abbiano una mail. E mi raccomando: dio vi vede quando ci avete il mouse in mano, eh.

Ore 4 circa: non dormire per nulla.
Ore 4:30 avere caldo, molto caldo.
Ore 5 circa: avere freddo, molto freddo.

Ore 13 circa: pranzo con due redbull, un panino e un caffè. Ormai si può dire che son resistente alla caffeina.

Ore 13:30 ringraziare l’umida brezzolina in bici presente a Parma che ti permette di non abbioccarti sul manubrio. Notare che siccome non si prendeva la bici da un anno (ah, star troppo a letto e non per motivi scabrosi…) c’è il bicipite femorale che si commuove indolenzendosi e dicendo "oddio! ma ci rimuoviamo di nuovo!!! SANGGEEENNAAAAROOO".

Ore 17 circa: ricevere una notizia di merda, a cui ci dovresti aver fatto l’abitudine ma stavolta eri fiduciosa fosse diverso. E invece no. Quindi trattenere le lacrime fino a casa e mentre rincasi chiudendo la porta inizi a piangere come se ti abbian ciulato la merenda all’asilo. Chiudersi ermeticamente in se stessi tanto da attaccare anche il telefono in faccia alla propria madre che si spreca in mille parole carine per consolarti e dire: "dai, stavolta l’affronteremo assieme e ti segue anche la mamma" (poraccia, mi sa che ci si sta abituando ad essere trattata di merda. Ah, povera donna.) e mettersi sul letto -a piangere of course- e dire che no, non ci hai voglia di uscire a buttarti dal viadotto vicino all’Ikea dopo esserci arrivata stremata in bici perché fisicamente gnafai.

Ore 18 circa: vomito, presumibilmente il caffè. Sotto sul pavimento ormai ci sono più fazzoletti di carta che in una maratona di pippe tra adolescenti.

Ore 18:30: prevista sbronza con bottiglia di Negramaro quello che non stona e 2mg di pastiglie, di cui non dico il principio attivo, sennò mi si accusa di allarmismo.

[però se non mi sentite entro dopodomani mi sa che il 118 è meglio che lo chiamiate. Ma credo lo faccia mia mamma prima di voi. Ciao veh]


0 thoughts on “La canna del gas no, con quel che costa.”

  1. Eccazzo però… cioè… ma in questi momenti perchè non esiste una bella macchinozza del tempo??? Giusto quello di un fast forward di 10-15 minuti, ma anche di mezze giornate se servisse…

    Comunque Fra, te lo dissi già… la vita è bella(mmerda)

    Assimo-Simone

  2. (dopo aver notato con piacere che hai disabilitato la moderazione dei commenti) e che ci vuoi fare? purtroppo, a meno di crearci il nostro staterello personale in un posto sperduto (preferibilmente isola), continuerà ad esserlo. L’unica cosa che possiamo fare è viverla alla giornata, e chissà, magari un giorno o l’altro qualcuno ci salverà da questo inferno marrone…

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