Per il suo bene non dirò il nome, ma qualcuno mi ha rivolto delle domande per inserire Radionation nella sua tesi. Siccome non ho altro tempo di dire cazzate ve le posto anche a voi.
1. Siete una radio no profit: come è nata la passione per la radio via web?
Come Radionation siamo nati nel 2002 dal genio, multitasking, di Gianluca Neri.
Nel 2005 io ho iniziato a trasmettere prima in solitaria, e poi su Radionation. Sinceramente credo di aver iniziato per far sentire agli amici la musica che ascoltavo io. Nel 2007 poi mi sono autoassunta anche come direttore palinsesto e factotum proprio perché il progetto mi piace così tanto da volerlo migliorare sempre di più. E mi sembra che stia facendo un buon lavoro.
2. Quali sono, secondo voi, le potenzialità della webradio? Ha un suo mercato o è soltanto per appassionati?
Partiamo da un problema gigantesco: la cultura in Italia vede ancora internet come un posto per frodi o per incontri sentimentali facilitati. Credo che se tu fermassi un trentenne in strada e gli chiedessi “cosa ti fa venire in mente internet” solamente un 1% potrebbe dire webradio. E se dice webradio pensa agli stream web dei grandi gruppi. Finché non ci sarà banda larga per tutti e buoni device a costo contenuto basati sul wifi saremo menomati.
3. Essendo esperti nel campo della radiofonia, vi sentite inferiori o superiori alla radio via etere?
Credo che se uno fa con passione qualcosa può arrivare allo stesso livello di professionisti con
contratti remunerati. Direi che quindi io personalmente mi sento in pareggio di esperienze e
competenze, non con tutte le radio e le persone che se ne occupano nei principali network nazionali
ma buona parte. E poi dalla nostra parte abbiamo la capacità di sdrammatizzare e di fare la parte dei
cialtroni, senza prenderci sul serio. Ci divertiamo, e finché c’è il divertimento è una cosa bella.
4. Anche se L'Italia non ha ancora imparato a socializzare con la radio via web, lei immagina il
futuro dalla sua parte?
Io non sono ottimista per natura. Secondo me gli italiani faticheranno anche a usare la radio via dtt.
Però per la nostra voglia di crescere e di proporre cose nuove spererei di sì. Ad esempio in casa mia
con pc, adsl e un paio di casse blutooth la radio via web ora si ascolta molto bene. O anche molti via
iphone con delle flat vantaggiose ci ascoltano con piacere. C’è da sperare che i nativi digitali non
rimangano solo a giocare su facebook e che quelli più anziani siano mossi dalla curiosità di andare
oltre alla homepage di Libero.
5. Come giudicate lo stato della radiofonia italiana?
Stantio. Ci sono network che fanno rivoluzioni che non capisco pur tenendo contenuti e ritmo
molto lenti e scarsamente accattivanti, e ci sono invece network che trovata la formula giusta non
si spostano. Non basta aggiungere linguaggio giovanile e volgarità, anche se magari premiano
immediatamente, ma non alla lunga. La chiave potrebbe essere aggiungere le novità lentamente,
ma è la cosa più difficile. Ad esempio, vedere che una radio è partner di un festival musicale e
vedere che questa radio non riesce a coprire bene le ore di festival a me che sto a casa, che non mi
fa sentire il clima che si vive e non mi trasmette nulla mi chiedo perché gli speaker si siano spostati
dallo studio e quindi hanno fatto spendere danari alla produzione, se tanto la differenza non si nota.
Soldi loro e testa mia, si dice almeno dalle mie parti.
6. Quali sono le musiche che promuovete con la webradio?
Ciascuno di noi trasmette quel che vuole. Io amo di più l’indie rock, e parlo di quello che
conosco bene. Cerchiamo però di darci una mano tra giovani, e specie nell’ultimo anno e ce
ne stiamo occupando sempre di più cerchiamo di dar spazio alla musica emergente italiana.
Siamo in contatto con etichette come Trovarobato, Foolica Records e NML Records su
tutte e collaboriamo per cercare di avere delle buone interviste e buona musica noi e di
raggiungere di più il pubblico loro. Sono piuttosto orgogliosa di questo, forse perché è la
parte operativa di cui mi occupo in prima persona da un annetto.
7. Lei ha una nozione-sensazione del pubblico che segue RadioNation?
Beh, sì. Ci sentiamo in chat durante le dirette, ne parliamo sui social network… in pratica è come se
ti ascoltasse qualcuno nella stessa stanza. La cosa bella è quando ti ringraziano per una notizia o per
avergli fatto scoprire musica nuova. Almeno per me è una delle cose più importanti del far radio,
oltre che personalmente aver acquisito una maggiore capacità oratoria.
8. Il target principale che segue Radionation?
Non mi mandi a quel paese se le dico gente che ha un computer e una connessione a internet.
Sottocategorizzando potrei dire, continuando la frase sopra, e che frequenta blog e social network.
9. Vi occupate principalmente di musica oppure trattate altri contenitori?
No, trattiamo anche attualità, politica, IT, cinema, libri, costume con i commenti ad alcuni reality,
sport e da ultimo anche economia. In partenza da ottobre ci dovrebbe essere un contenitore sulla
psicologia e il mio sogno sarebbe strutturare delle pillole di medicina fruibili facilmente dal
pubblico, visto che è il mio ambito di studio. Non dico che aspiro a diventare Onder, ma sarebbe
qualcosa di carino visto che su internet va molto di moda l’autodiagnosi.
Io ho anche appassionati 70enni che si ascoltano l'opera ** Quindi davvero ce n'è per tutte le età ^^
Ecco, ho azzeccato, vedi? ;)
povera ragazza che male ha fatto!!!!
Mi sembrano domande pertinenti e sensate che non danno ragione
a questa ironia…
Forse ritenete che il progetto Radionation non sia degno di essere oggetto di una tesi di laurea?
Ironia?
Utente anonimo, spero che tu non sia la ragazza perché sennò non hai ben capito come stanno le cose. Qui il taglio è ironico sul proporre le cose.
Nelle mie risposte non c'era ironia. Davvero, spero che tu non sia la ragazza della tesi di laurea altrimenti mi pare di aver sprecato del tempo.
(che brutto prendere tutto con leggerezza eh)
(e visto che dai anche qui del lei mi sembri te, Claudia. Se è così, peccato. Spero di no, davvero)