Perché tra nerd ci si capisce.


Fran Healy @Tunnel, Milano
Fran Healy uno di noi.
Nel senso nerd. Nel senso che quando tu a metà spettacolo lo vedi andare dietro le quinte per prendere il macbook. Perché no, gli si era detto che non avevamo visto Thom Yorke sculettare su Single Ladies di Beyonce. Allora lui arriva con il suo computer e apre youtube. E poi lo vedi lì che ride nervoso, e lui che sbotta "non va la connessione? ma è incredibile, nel 2010, nell'era globale, ma che cazzo, con internet ovunque"

[internet ovunque ma al Tunnel di Milano non si prende neppure segnale telefonico. So 1990.]

Poi alla fine della canzone dopo ci ha riprovato e ha imprecato per la batteria bassa che lo stava facendo spegnere.

Poi racconta tante cose che aveva detto a me nell'intervista e che poi ha ribadito anche a Niccolò a Popolare il pomeriggio. Scusandosi perché mancata da eoni e cose così. Ma poi ha continuato per le due ore dello spettacolo a raccontarci le cose sue, come se si fosse tra amici. E quindi non solo ha lo stesso accento mio quando parla, parlando meglio ovviamente, ma ci ha anche il senso dell'humor mio. Posso farmi adottare? Non ho zii. Facciamo una petizione?

[e comunque mi ha riconosciuto dicendo: tu sei quella di twitter! E mi ha firmato The Invisible Band spiegandomi dove avevano fatto il photoshoot e mi ha chiesto "dove te lo firmo? nella copertina viene male" "eh, non lo so, fai te"]

Vi siete persi mica solo un concerto, dopo ve ne parlo altrove, ma uno spaccato di vita che boh, io non lo so. Gli voglio bene.

Poi a metà concerto, forse con Driftwood, si è fermato ed ha detto una cosa che per me è stata memorabile ché ha detto una cosa con una figura retorica che uso spesso: "meno male che vi piace, la prima volta che la suonai ai miei amici scozzesi applaudivano mollemente e facevano i finti vaghi come quando qualcuno scorreggia. Fu veramente strano" oppure: "ecco, quando mi chiedete dell'ispirazione: l'ispirazione è quella cosa che viene quando l'incaricato della casa discografica ricorda la scadenza al telefono"
Il tutto con le faccette, le vocette.
La vocetta della mamma al telefono allegra e quasi impazzita ché il figliolo collaborava con Sir Mc Cartney. E gli spaccati famigliari: la moglie tedesca che lo taccia di non essere romantico non portando fiori e cioccolatini a casa, e lui che le dice che le dedica canzoni (forse non essendo madrelingua, non se le era lette bene, non so) e il figlio che appena suona qualcosa che non vuole gli blocca le corde della chitarra con la manina e gli fa "no papa". "but it's my job!" e gli fa la faccetta tipo "ma stai a suonà merda".

Credo di volergli bene, sì.


0 thoughts on “Perché tra nerd ci si capisce.”

  1. Ciao Fran!
    …dopo millenni riesco a ripassare per il tuo blog!
    Sono stata venerdì a sentire Fran Healy al New Age, che concerto bellissimo e speciale! C'eran così poche persone che con lui che ci intratteneva e chiacchierava sembrava di stare a casa sua con lui ottimo padrone di casa, anche a noi ha raccontato del figlio che gli dice "no papa" :o) Un grand'uomo davvero!

    Ci si vede in giro prima o poi!
    Ali

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