Avendo la erre inesistente (non blesa, moscia: proprio manca alla distribuzione) questa canzone e l'interpretazione ricca in rotacismo che la Piaf ne faceva la odio alquanto. O perlomeno mi fa sentire pesantezza alla lingua.
E ora via al momento paololimitiano: Edith Piaf fu la più grande cantante francese. In realtà non vorrei esemplificare il giudizio a paracula e una vita costellata di sfiga, ma se dovessimo farla entrare in 160 caratteri farei la cinica giocandomi il Jolly. Nasce, lei dice, poi smentisce dicendo che era nata in una casa, poi ridice che era nata lì in un portone al 72 di rue de Belleville. Che è sempre stato il suo quartiere, che aveva questa fama caratteristica un po' degli ultimi e degli emarginati: ora invece è la Chinatown di Parigi. Se volete quindi vedere la statua qui sopra (che non è brutta: la signora purtroppo si era ridotta un po' maluccio negli ultimi anni di vita. Incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici, delirium tremens e anche un tentativo di suicidio tra le cose che le capitarono. In una delle sue ultime apparizioni pubbliche la si ricorda piccola e ricurva, con le mani deformate dall'artrite e con radi capelli) dovete prendere la metro, scendere a Gambetta e nella piazza a lei dedicata c'è questa statua. Tenuta un po' dimmerda in un arrondissement dove non c'entra granché, ossia il XX.
Manco ad avergli dato lustro, poi ti trattan bene.
Riassumiamo, quindi, la vita di Edith: padre circense, madre cantante. Venne allevata dalla nonna prostituta, poi dopo qualche anno è costretta a cantare qua e là -letteralmente- per mantenere il padre. A 17 anni ha una figlia: gli morrà dopo due anni di meningite. Si butta quindi nella carriera canora e le cambiano il cognome, Gassion, in Piaf. Che vuol dire passerotto. Che era alla fine il suo nomignolo.
Gli anni di successo musicale sono qualcosa di strepitoso, dal dopoguerra in poi ancor di più. Sembra avere un tocco nel trasformare ogni interpretazione in successo, con un verismo e una tragicità nella voce che però è cristallina. Darà lustro con le sue interpretazioni e renderà famosi artisti Gilbert Bécaud, Charles Aznavour, Leo Ferré.. alcuni stringeranno con lei un sodalizio artistico e umano per più tempo, mentre altri se ne andranno prima e curiosamente son seppelliti quasi tutti al Pere Lachaise. E tutti però le lasceranno delle bellissime canzoni: fra gli altri: Georges Moustaki scriverà per lei la musica della famosa canzone Milord, Charles Aznavour di Jezebel.
Sì, Aznavour è ancora tra noi. Moustaki anche, ed è nato lo stesso giorno mio, ma nel 1934.
A perfect circle? La vita dicono che come nasci a volte muori. Ecco, nel sessantatre prese una brutta broncopolmonite, andò nella costa sud ma poi le sue condizioni si aggravarono, sicché chiese all'ultimo marito di origini greche di riportarla in auto a Parigi. Morì nel sedile posteriore dell'auto del marito, mentre stavano in viaggio. Inoltre poco dopo l'incaricato del suo elogio funebre morì d'infarto poche ore dopo aver appreso la notizia della morte della cantante. Ariun turbine di sfiga.
Ad esempio, mi sono resa conto che non avevo neppure messo le foto della sua tomba scattate al Pere Lachaise: in uno dei distretti nord nuovi non si individua benissimo. Ma riuscite a trovarla se prendete come punto di riferimento Henri Salvador: la sua anonima tomba nera, con sopra il nome "Famille GAISSION-PIAF" contiene lei, il padre Louis Alphonse Gaission, la figlia Marcelle ed il marito Théophanis Lamboukas.
Comunque, tra lei e Dalida, è una bella lotta a chi ha ricevuto più sfiga dalla vita….
A parte le canzoni strafamose che tutti ben conosciamo, non sapevo molto di ella. Poi ho visto il film La vie en rose (non son mica convinta sia il titolo, ma era quello con Marion Cotillard) e mi son detta putrellaladra! che donnino sfigato!
si ma che bella quella canzone…
(la Marion, brava e bella)
Sì, la canzone è bellissima. Non ne ho mai amato però l'interpretazione sbrundellata.