Dici ‘sto post, da ieri doveva uscire. Pensavo si fosse pubblicato e poi sono svenuta nella febbre e invece no: wordpress si è splinderizzato, o simili, e non era uscito un cazzo. Quindi lo sto riscrivendo ex novo, e chissà cosa avevo scritto, e chissà ora cosa uscirà. Che roba: qui uno si è dovuto fare anche una intramuscolo di Plasil perché proprio non so, sappiate che la vostra macumba è riuscita benissimo.
Ma.
Ma mi son trascinata euguale a vedere i Kasabian. Perché? C’era questa intervista che era tipo da luglio scorso che avevo chiesto, in ottica Frequency. Il discografico mi rimbalzava sempre, ora con la terza testata (con qui collaboricchio ora) abbiam quagliato. E quindi non è la mia paranoia di base: ok sto sul cazzo alle persone. Sarà anche questo, ma è la conferma che in Italia, a meno che tu non abbia una stracazzo di testata coi controcoglioni (scusate la ripetizione della parola “testata”) puoi anche essere bravino, precisino, spaccacazzi ma ti attacchi perché verrai sempre dopo.
Un passo indietro.
Drogata di pastiglie per la tosse e antibatterici mi sono messa in macchina per Padova con mia mamma: fortuna guidava lei perché io ho avuto 75 colpi di sonno, ed erano le due del pomeriggio. Povera donna: ok che le pagavo il biglietto e l’entrata dopo che le altre volte mi ero dimenticata di prenderlo (scusa mamma) ma ecco, poi penso che vedermi saltare su Vlad the Impaler sia sempre uno spettacolo indecoroso. Ma del resto è mia mamma: mi ha visto anche piangere su canzoni dei Muse non capendo il perché: ora capite perché preferisco avere lei ai concerti anziché voi. Voi mi ricattereste, lo so.
Arrivo lì al gran capannone geox e dopo aver visto il costo del parcheggio (5 euro? ma vi servissero tutti per la preparazione h: 5 euro per un posto raggiungibile solo in tangenziale. ‘camadosca, ma è una cosa degna di parma!) mi accorgo che il discografico non mi aveva dato il suo numero. Non c’era in sign. Sgrano gli occhi, roteo le pupille. Mentre cerco palliativi dico lì all’entrata, a gente che mi sembra più di Capri che di Padova, che avrei un’intervista. Mi guardano dicendo “attaccati ‘o cipperuolo” ma alla fine, dopo che mi chiama il discografico esce il capoccia dei guardiani urlando “ALLORA QUALE E’ LA GIORNALISTA CHE NON FANNO ENTRARE?”
Uno di quei momenti dove ti nasconderesti sotto il bitume. Ma ti nascondi benissimo durante il soundcheck (anche se registri qualcosina ehm) mentre la mamma ride dei capelli di Sergio, sempre più nutria con una vita propria (ma resta bellissimo lo stesso, anche se ormai pesa più la testa del resto e se si veste da truzzo) e io mi spiaggio tipo focamonaca sul bancone del bar pensando che mi hanno detto di aspettare lì, non ho energie, mi fa malissimo il fianco destro ma devo tenere botta perché non mi ricapiterà mai più nella vita.
Mi vengono a prendere e mi scaricano vicino ai tour bus chiedendomi se avrò bisogno di traduzione. Traduzione? Qui ci vorrà il medium, penso, riflettendo sull’accento di Meighan che mi è tutto fuorché famigliare. Dico di no principalmente perché mi da noia la sovrapposizione di interpretazioni e poi arriva Tom, tutto camminante sgangherato e mi da la mano. Poi prende quel vizio proprio anche della mia famiglia di parlare in avanti mentre uno e indietro: intendeva dire “saliamo pure a fare l’intervista”. Salgo, mi chiede come sto, e io dico del raffreddore. “Oooh, allora è meglio che mi stai lontano, scherzo eh!” “ma no, farò l’intervista fiatando da quest’altra parte, guarda” e penso che con Pizzorno mi era andata meglio, visto che mi aveva accarezzato il braccio come alla piccolafiammiferaia. Poi si toglie la giacca dicendo che faceva caldo: a me con due maglioni addosso. Si alza di scatto e dice che meglio di no, va a mettersi la camicia perché non è un caldo di quelli sani. Poi si siede e per le prime due risposte è teso come se dovessimo rispondere al quizzone, tipo che alla seconda si scusa di non aver risposto bene. Gli dico che chissenefrega, è una chiacchierata da amici, se non viene non viene, e che quella che ho è solo una scaletta, non deve essere così preoccupato. Ma lo sembra. Poi si lascia andare e alla penultima domanda invece si prende un colpo a me: capisce father invece che fan e inizia a rispondermi circa quale sia il suo rapporto con la figura paterna. Lo stoppo terrorizzata e penso che è già tanto se fino a quel momento ci si era capiti. Vorrei tanto mettermi una mano sugli occhi per il disagio che provo che mi sta per far venir da ridere, ma in fondo credo sia andata bene. Credo. Al netto anche di tutto ciò che avevo letto in altre risposte di interviste, qualcosa di solido c’è.
[poi la pantomima della fotografia, ma del resto non poteva quadrare tutto]
Esco, ritorno indietro, mendico un cappuccino che prima non mi viene fatto e poi mi è fatto pagare. In un ultimo rantolo di forze prendo carta e matita e scrivo. “Cosa fai?” chiede mia mamma, “mi appunto il pezzo per la gazzetta che lo leggerà il gatto sotto la lettiera martedì, ho un dovere coi miei lettori gatti e pappagallini di parma”.
Stimarsi.
Faccio parte della gente che ha visto più i Kasabian live che parte della sua famiglia, e ti stimo sempre all’infinito (e pure io ho pianto senza motivo su canzoni dei Muse, per cui capisco: io ad esempio ho il terrore che il mio moroso mi veda in azione ad un concerto, soprattutto se di uno dei due sopracitati gruppi. Quando viene anche lui, lo lascio parcheggiato a debita distanza mentre io mi ammazzo in transenna. Già mi compatisce abbastanza pure senza vedermi saltare, cantare e gridare come una forsennata…)
(comunque tra Milano, Roma e Padova, a mio parere vince Roma perchè erano carichissimi e si divertivano come pazzi, Fire è durata tipo una vita e ci hanno fatto fare anche il sit down, maledetti XD Poi al secondo posto Milano. Padova è stato bellissimo lo stesso perchè loro sono incredibili sul palco, ma è stato un po’ più meh… magari erano solo più stanchi, o magari la gente che si stava ammazzando nelle prime file -io ero in prima fila centrale, e pareva di stare ad un concerto dei Metallica- gli ha fatto scendere un po’ la catena, non so… comunque, mò aspettiamo le date estive)
Iddiotibenedica: anche a me è sembrato un po’ meh per i loro standard ma temevo di essere scazzata io. Mi hanno esaltato meno (pur essendo sempre mostruosi). Stanchini forse?
Lì al centro c’erano i pazzi.
Secondo me, se uno li vedeva per la prima volta non si accorgeva di nulla, anzi lo trovava un concerto strepitoso, ma proprio perchè come hai detto tu sono sempre mostruosi. Ma confrontando questo live con le altre performance, in effetti è stato meno esaltante. A me Tom pareva un po’ scazzato, ma poteva essere solo un’impressione. Probabilmente erano solo stanchi, o avevano dato il 2000% la sera prima… se ti vedi i video di Roma, c’è una differenza netta proprio nel clima sul palco (uhm… mi sembro una pazza quando faccio questi discorsi)
No, no. Ti do ragione in pieno.