Voiquarantaqualcosa che leggete costì e pensate di essere ancora giovani (fatevelo dire: è quella fase che per la medicina ci farà entrare ad essere tutti giovanili, ma non giovani. Il vostro patrimonio riproduttivo in questa fase è buono per il breakfast, cucinato con dell’ottima sugna da nocarb ritrovata nelle vostre arterie, ma è il ciclo della vita) non capite il dramma di noi-non-ancora-trenta che abbiamo già ‘sti cazzi attorno.
Sapete lì: una volta si impiccavano in cucina, si sparavano in testa perché le pasticchette da bipolare non tenevan botta o facevano una nuotata e sparivano così nel fango. No, adesso anche se hanno una morte maledetta è perché l’alcool, dopo essersi prosciugata il tavernello, il ronco, la grappa del lidl, il rosso antico che era nella vetrinetta della nonna dal 1977, l’alcool quello lì ultimo le aveva fatto male essendosi re-habbata.
Capisci?
Il nostro trauma è un altro: il nostro trauma sono i gruppi che si sciolgono o i componenti che escono dal gruppo (e poi gli scrittori ci fanno libri)
Ma se io scrivo “Chris Urbanowicz è uscito dal gruppo” avrei molto meno successo, sia per le mie doti, sia perché ultimamente scrivo così tanto che non ho più un cazzo da scrivere, sia perché il cognome polacco butta un po’ peggio.
Il fatto è uno, se seguite questo blog da O MIO DIO LUNEDI SONO BEN OTTO ANNI: gli Editors è una delle band che seguo dall’inizio. Ci sono dei post con “ehi, dategli un orecchio a questi”. Il fatto è che la prima volta che sentii Munich (mh, mi prende male vedere quanti anni fa) mi piacque quel riff di chitarra dell’Urbanowicz e quella voce baritonale della madonna di Smith. Poi il secondo cd mi ha fatto compagnia mentre stavo male. Mi ci sono proprio aggrappata sopra, a An End has a Start. Ma di brutto. E millemila ricordi personali che tu associ alla musica dandogli delle finalità escapologiche che non ha.
In a decision entirely based upon future musical direction, and with huge sadness, Editors and Chris Urbanowicz have parted ways.
In ten years we’ve gone from playing tiny clubs in Birmingham to having number one records in several countries, selling out massive shows across the globe and headlining festivals as four friends together so this was a massively painful decision for all of us to make.
We wish Chris the best of luck in his future endeavours, and expect you all to do the same. The parting is amicable and however sad things are right now we all hope we’ll continue to be friends for many years to come.
From Editors side Tom , Russ and Ed are continuing to work on album four with Flood and play festival shows at Rock Werchter and Arras in June. They are super excited about working with the core of the band as a three piece and trying to introduce new elements to Editors sound.
Chris is going to take a little time to think about his future direction.[Editors official]
Chris non sbaglia a uscire: con la produzione di Flood e l’ultimo disco (io non ho pensato fosse brutto, forse perché Papillon l’ascoltai pre-disco a Ferrara) il suono da guitar-band-interpolliana era andato scemando verso una china più depechemodiana. Ma quindi? Quindi boh. Non riesco a pensare. Da fan mi sento giù, ma né delusa né disperata circa il futuro. E quindi? Non saprei. C’è questo circolo di domande che mi faccio dal 24 ore e a cui non do una risposta. Diciamo che è una sensazione frustrante ed è quello, il nocciolo.
Io però adesso vado a piangere come farà quest’uomo qui che già viveva intensamente la tuailaitiana Nosoundbutthewind.
Puttana eva.
Si vede che tutti questi musicisti “transfughi” hanno preso esempio da John Frusciante, che sono vent’anni che entra ed esce dai RHCP……..:(