Back in Black.

L’estate, se non altro, ha fornito l’illuminazione per puntare con decisione alla ricchezza.

L’estate prossima farò la spacciatore di magliette nere. Vi siete mai chiesti perché dopo i saldi di giugno restano nei negozi solo maglie nere? Perché una persona minimamente assennata d’estate sceglie colori più vivaci?

Stolti. La verità è una sola: ci fanno credere che le maglie colorate siano andate a ruba ma la realtà è che di quelle nere ne espongono una quantità tendente a più infinito e comunque sottostante al rapporto di 27 maglie nere per ogni singola maglia di un altro colore. Quelle colorate finiscono nei borsoni di chi va in ferie, quelle nere in quelli di chi resta. E siccome spesso anche di quelle nere non ci sono le taglie, vien da sé che ne entrino nelle case degli italiani una quantità inimmaginabile.

La motivazione è elementare: quelli che restano sono quasi più dei cinesi, spesso sono cinesi e comunque hanno la necessità di mascherare il sudore delle ascelle. Considerando che, anche in saldo, è improbabile che un soggetto acquisti 61 maglie nere per passare indenne luglio e agosto, la dinamica di compera è sempre la stessa: si cercano almeno tre modelli soddisfacenti e si acquistano due esemplari per ognuno di essi. Quindi si indossano in sequenza, alternando coscienziosamente i modelli, e, al quinto giorno, quando resta una maglia sola, si lavano le altre cinque. Quindi il gioco ricomincia. Come non sfuggirà di certo all’attento lettore, ciò fa sì che le succitate maglie abbiano vita brevissima, all’incirca coincidente con l’estate per la quale sono state acquistate. La maglia nera è la farfalla dell’abbigliamento, potremmo dire. Non a caso si dice in giro che gli armadi per rimorchiare invitino a casa propria con la scusa di mostrare la collezione di maglie nere. Che è molto più pallosa di una collezione di farfalle, da qui l’estinzione dei mobili in legno e, con lei, delle foreste che li originano. Ma tant’è.

Di maglie nere, si diceva, se ne vendono a quintali per la necessità di coprire il sudore. Conosco donne che producono liquidi come un esercito di Spongebob schiacciato dalla pressa azzurra della Lines, ma loro, almeno, non hanno scelto. Spiego. A noi donne ci va un po’ meglio perché banali criteri estetici impongono infatti alla donna -tranne a chi ne fa un vanto come Amanda Palmer- la depilazione ascellare, senza porla di fronte al dilemma atavico che accompagna l’uomo lavoratore estivo: peli sì o peli no? Non è questione di poco conto. Nessuno baderà mai a peli dell’ascella di un uomo abbandonato al sole Padano -non quello della bandiera- a Ferragosto. O, almeno, non più di quanto baderà al suo volto madido e ai piedi gonfi per il caldo che fanno orribilmente capoccella dal basso dei sandali. Nessuno, con certezza. La questione, dunque, è meramente pratica, è di causa-effetto.

Ma insomma, l’uomo depilato perlomeno a me fa ancora impressione. Specie sotto l’ascella. O nelle sopracciglia. Altrove mi interessa meno, specie visto che la vita di relazione non ci arriva. Si ferma alle sopracciglia depilate, di solito.

In sintesi, l’uomo lavoratore estivo può scegliere di depilarsi le ascelle e, in tal caso, il risultato sarà una maglia colorata con una lunga e sottile striscia bagnata che parte dall’ascella e si perde nei pantaloni. Oppure può non depilarsi, ottenendo in cambio una macchia di sudore sotto l’ascella dell’ampiezza di un 45 giri. Con buona pace dei fianchi, questa volta salvi. Oppure, nel dubbio, può provare a non dare nell’occhio, vestendosi di nero.

Io d’ora in poi, da donna Spongebob, ho deciso di portare magliette nere per foto ufficiali estive. Oppure fare come un cantante, con cui da semiciucca ho fatto una foto e per cui voi italici impazzite, che l’ho veduto per tre giorni di festivalle e tutti e tre i giorni aveva lo stesso colore maglietta del quale aveva evidentemente uno stock in quantità industriale. Rossa. Che lo faceva un po’ gabibbo poi. Bianchiccio, pelato, con la maglietta rossa.

[oppure Sangiorgi è stato tutto il festival con la stessa magl… Mh, brrr… Fortuna ho fatto la foto il primo giorno.]


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