Be Forest, Parma (3/11/2011)

La fine di ottobre e un sabato in un locale pieno come è la Giovane Italia di Parma come non la si vedeva da tanto, quel sabato coinciderà col momento in cui la corda della tua chitarra deciderà di rompersi. E tu non sei così rock and roll da fottertene, anche perché non suoni come uno spaccachitarre, ma anzi te ne scusi con quel tono da ragazzo educato cresciuto in una stanza piena di vinili post punk e wave coi poster dei Cure e di Ian Curtis appesi al muro. E il live dei Be Forest rimane di una confortante efficienza minimale, a rispeccihare il buon “Cold”, loro disco di debutto dalle nove tracce dalle sfumature Inghilterra anni ‘80 con riff in bilico tra shoegaze e dark, ingolfati di delay e riverberi, come Thrill che suona più corposa live,e con l’occhio lievemente pop nel singolone Florence, ecco che la proposta di Costanza, Erica e Nicola concentra in modo convincente un suggestivo mix di atmosfere oscure, cantato sottile non protagonista e base ritmica marziale.

Ma soprattutto, circa otto mesi dopo averli visti aprire il concerto degli Sleigh Bells, senza tanta affinità sonora -non essendo loro avvicinabili agli XX-, al Covo si inizia a intravedere una ferma consapevolezza in quel che suonano, ma ancora col piglio di chi ha passione e senza alcuna arroganza nel presentare un disco di debutto che è più che buono nelle cuffiette e che migliora ad ogni passaggio live. E che quindi a malincuore deve salutarti alla sesta canzone perché la Sfiga tecnica ne ha fatte davvero troppe, in una sola serata.

(Blow up magazine)

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