Scopri come fotografarla in tutta la sua bellezza
- Oggi, 14 novembre, si potrà ammirare lo spettacolo della Superluna, la più grande dell’ultimo secolo. In queste dimensioni, non si potrà più vedere fino al 2034.
- La Superluna piena è un evento astronomico molto raro: nel 2016 si verificherà tre volte, la prossima il 14 dicembre, ma generalmente avviene a distanza di uno o due anni, quando la luna raggiunge il punto di massimo avvicinamento alla Terra lungo la propria orbita mensile.
- I dettagli mozzafiato visibili nelle foto sono stati realizzati grazie al teleobiettivo 70200 G Master di Sony e a una fotocamera della serie α7: una combinazione di sbalorditiva nitidezza, elevata risoluzione e effetti di sfocatura. L’avanzata tecnologia dei sensori Sony si rivela perfetta per scattare immagini sensazionali in condizioni di scarsa luminosità.
Si parla di Superluna quando la luna piena si trova al perigeo, ovvero nel punto più vicino alla terra sulla sua orbita ellittica: in questi casi, la luna appare molto più grande e luminosa rispetto a quella a cui siamo abituati ogni mese. Questo fenomeno cattura l’interesse dei fotografi professionisti e non di tutto il mondo, alla ricerca di immagini mozzafiato di quello che ai nostri occhi appare come uno dei fenomeni celesti più emozionanti.
La seconda Superluna di quest’anno si verificherà oggi, 14 novembre, e sarà la più vicina alla Terra del secolo: in queste dimensioni, non si rivedrà fino al 2034. Tuttavia, avremo ancora la possibilità di ammirare una Superluna il 14 dicembre: il 2016 è infatti un anno molto particolare, poiché il fenomeno si verificherà 3 volte, laddove di solito non avviene che ogni 2 o 3 anni.
Per questo motivo, meglio non farsi trovare impreparati, se si vuole cercare di immortalare questo evento di rara bellezza.
Di seguito sono riportati quindi alcuni consigli dell’astrofotografo Ivan Pedretti, secondo cui “Per ottenere fotografie memorabili, è necessario tenere a mente 5 elementi importanti: pianificazione, equipaggiamento, scelta dell’esposizione, messa a fuoco e scatto. Inoltre è bene conoscere un “trucco” per poter mettere a fuoco anche quando la luna è alta nel cielo e il paesaggio è avvolto nel buio.”
1. Pianificazione dello scatto:
Per poter pianificare lo scatto della luna in una determinata posizione e quindi composizione – come può essere una montagna o un edificio in città – occorre conoscere il percorso lunare in quello specifico giorno e ora; a questo scopo esistono varie applicazioni sia per pc che per smartphone: una di queste è il sito www.mooncalc.org oppure il sito http://app.photoephemeris.com, mentre per smartphone Android esistono, per esempio, le app The Photographer’s Ephemeris e Sun surveyor. In questo modo si può conoscere in uno specifico momento – e posizione in cui ci troveremo – dove verrà a trovarsi la luna, così da poter creare la composizione migliore al momento dello scatto. Ad esempio, se vogliamo fotografare la luna sopra il Duomo di Milano il 16 ottobre, occorrerà posizionarsi in un certo punto della piazza e conoscere l’ora esatta in cui verrà a trovarsi sopra la Madonnina.
2. Equipaggiamento:
Per prima cosa occorre il treppiede, sia per non avere vibrazioni, sia perché la fotocamera e il teleobiettivo hanno un certo peso (inoltre, quando si è a focali elevate, le immagini sono più suscettibili ai movimenti della fotocamera). Come lente occorrerà usare almeno un tele 70-200, ancora meglio un 400mm: in questo caso il Sony 70-200 f/2.8 G Master con moltiplicatore di focale 2x su Sony A7RII. Inoltre, per minimizzare le vibrazioni, oltre ad usare il treppiede è utile usare un telecomando remoto oppure semplicemente l’autoscatto a 2 secondi.
3. Scelta dell’esposizione:
Personalmente preferisco fare scatti alla luna in modalità manuale, scegliendo tempi rapidi con ISO non troppo alti (nel caso di luna piena consiglio di non salire oltre i 400 ISO) e una apertura a f8, in modo da avere la nitidezza migliore. Ovviamente la luna piena è molto luminosa, perciò occorreranno tempi di esposizione rapidi. Una volta fatto un primo scatto, si può modificare l’esposizione qualora la luna sia poco o troppo luminosa, variando la ghiera di compensazione dell’esposizione. Può anche essere utile la misurazione esposimetrica spot o centro per una migliore lettura dell’esposizione, se utilizziamo una modalità diversa da quella manuale, come può essere quella a priorità di apertura. Consiglio inoltre di scattare in modalità bracketing con variazioni di +-1ev, in modo da avere vari scatti a varie esposizioni tutte di fila.
Un consiglio aggiuntivo è quello di scattare in modalità RAW non compresso con profilo neutro e bilanciamento del bianco automatico.
4. Fuoco:
Un’altra caratteristica importante è il fuoco: si può usare l’autofocus automatico – in questo caso meglio utilizzare la modalità spot – o anche quello manuale. Nel caso della A7RII, meglio ancora usare la modalità di ingrandimento del fuoco manuale 10x con l’opzione di focus peaking, per capire meglio le zone maggiormente a fuoco. Una volta eseguito lo scatto è consigliabile rivedere la foto ingrandendo al massimo, in modo da capire se è effettivamente a fuoco.
5. Scatto della foto:
Una volta trovata la posizione da cui scattare (punto 1) e posizionato il treppiede con montato un teleobiettivo adeguato, occorrerà spostarsi dal punto scelto o abbassarsi, in modo da avere la luna nel punto desiderato per la composizione scelta. Bisogna inoltre ricordare che il tempo a disposizione non è molto – dato che la luna si sposterà velocemente nel giro di due ore da quando sorge a quando sarà alta nel cielo – per cui l’ideale è scattare poco dopo che sorge, in quanto ci permetterà di averla in una posizione bassa e quindi mentre spunta dietro eventuali edifici o soggetti naturali che abbiamo scelto per lo scatto.
6. Doppia esposizione:
Nel caso della luna piena, si possono verificare varie condizioni di luminosità: mentre sorge o tramonta, se è ancora presente o si affaccia la luce del giorno, avremo il primo piano ben illuminato, per cui sarà sufficiente una singola esposizione sulla luna (che oltretutto non sarà alla sua massima luminosità). Quando è già alta e luminosa e il soggetto in primo piano in condizione di scarsa luminosità, come avviene nelle ore notturne, non c’è invece luce sufficiente per avere una esposizione accettabile per il soggetto, sia esso un paesaggio o un edificio, poiché l’esposizione principale deve essere sulla luna. E, se operassimo una esposizione sul primo piano poco luminoso, la luna sarebbe completamente sovraesposta e, quindi, senza i dettagli e le tonalità chiare e scure visibili a occhio nudo. La soluzione a questo problema è la doppia esposizione, che consiste nel fare prima uno scatto con esposizione sulla luna che, essendo molto luminosa, ci porterà ad avere tempi di esposizione rapidi (supponiamo 1/200sec), così che il nostro soggetto in primo piano, ad esempio un edificio, verrà sottoesposto. Immediatamente dopo, supponendo che per una corretta esposizione del soggetto occorrano tempi lenti (supponiamo 1/4sec), faremo uno scatto operando l’esposizione corretta su di esso. L’importante è che i due scatti avvengano in un tempo ridottissimo, poiché la luna si sposta molto velocemente. Una volta ottenuti i due scatti, dovremo lavorare in post produzione per “fondere” le due foto, cercando di allineare perfettamente i due soggetti, ovvero luna e soggetto in primo piano. In questo modo si otterrà un’immagine unica, così come l’abbiamo vista a occhio nudo.
Yann Salmon Legagneur, responsabile Product Marketing e Digital Imaging per Sony Europe, ha commentato: “Non capita spesso di poter scattare immagini come queste e oltretutto la brevità del fenomeno rende estremamente difficile ottenere un’immagine soddisfacente; a incidere non sono soltanto fattori quali posizione e condizioni atmosferiche, ma anche le specifiche dell’apparecchiatura. Ad ogni modo, queste incredibili immagini dimostrano che la formidabile risoluzione degli obiettivi G Master di Sony, unita ai magnifici effetti di sfocatura, può dare ai fotografi tutti gli strumenti necessari per risultati ottimali”.
Sei curiosità sulla Superluna:
1.Si parla di Superluna quando una luna nuova o piena raggiunge la distanza minima dalla Terra lungo la propria orbita ellittica; rispetto a una normale luna piena, può apparire più grande del 7% e più luminosa del 30%.
2.L’astrologo Richard Nolle è stato il primo a usare la definizione “Superluna” nel 1979; oggi è un termine molto diffuso e indica “una luna nuova o piena che si verifica nel punto di massimo avvicinamento alla Terra o in prossimità dello stesso (entro il 90%) lungo una certa orbita”.
3.Per essere considerata “super”, la luna deve trovarsi a circa 363.000 km dalla Terra, cosa che in genere accade soltanto una volta ogni 14 mesi. Nel 2017, però, non ci sarà nessuna Superluna.
4.Data l’estrema vicinanza alla Terra, in queste occasioni la superficie della luna sembra molto più grande, cosa che ne fa il soggetto perfetto per scatti memorabili.
5.Le Superlune invernali hanno dimensioni extra: a dicembre la Terra raggiunge il punto di massima vicinanza rispetto al sole, perciò la forza di gravità attira maggiormente la luna, facendola apparire più luminosa e più grande delle Superlune che si verificano nel resto dell’anno.
6.In futuro le Superlune risulteranno più piccole, perché la luna è in fase di lento arretramento rispetto all’orbita della Terra: ogni anno si allontana di 3,8 cm.
Informazioni sui prodotti
Obiettivo Sony G Master:
- L’obiettivo G Master 70-200 mm unisce elevata risoluzione e spettacolari effetti bokeh, offrendo nuove possibilità creative in termini di imaging e scatto. Gli elevati standard progettuali assicurano prestazioni sorprendenti per quanto riguarda texture e dettagli.
- La progettazione degli elementi ottici, concepita fin dall’inizio per offrire effetti bokeh eccellenti, e la taratura di ogni singolo obiettivo permettono di realizzare in maniera fluida il passaggio dai punti più nitidi alle splendide sfocature morbide.
Fotocamera Sony α7R II:
- La nuova α7R II con ottiche intercambiabili è dotata del primo sensore CMOS Exmor R full frame retroilluminato al mondo, garanzia di alta risoluzione (ca. 42,4 megapixel effettivi), elevata sensibilità (espandibile fino a ISO 102400) e risposta AF estremamente rapida, fino al 40% più veloce rispetto al modello α7R originale grazie a 399 punti di messa a fuoco a rilevamento di fase sul piano focale.
- La fotocamera include anche un sistema di stabilizzazione dell’immagine a 5 assi, ereditato dall’acclamato modello α7 II, e offre la possibilità di registrare video 4K in diversi formati, tra cui Super 35 mm (senza pixel binning) e full-frame, un primato assoluto per una fotocamera digitale. Inoltre possiede un mirino Tru-Finder OLED XGA ottimizzato, con l’ingrandimento più elevato al mondo (0,78x).
Fotocamera Sony α7S II:
- La nuova α7S II vanta caratteristiche quali sensibilità estremamente elevata (espandibile fino a ISO 409600), ampia gamma dinamica, stabilizzatore d’immagine a 5 assi, registrazione interna di filmati 4K in formato full-frame con lettura completa dei pixel e senza pixel binning.
- Inoltre consente di acquisire immagini anche in formato RAW compresso e non compresso a 14 bit, e grazie all’algoritmo perfezionato impiegato dal processore d’immagine garantisce immagini di elevata qualità con dettagli spettacolari.
- La fotocamera α7S II è compatibile con tutte le ottiche Sony ad attacco α, una gamma sempre più ricca composta da ben 64 modelli diversi.