Clermont Ferrand: cosa vedere

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Vi ho spiegato già in due post che Europavox mi ha dato la possibilità di raggiungerli e di vivere un po’ la città. Colpevolmente ho anche saltato una loro gita al parco di divertimenti a tema vulcanico la domenica mattina perché avevo da lavorare (eh, la dorata vita del freelance), ma è stato molto bello che un festival ci abbia fatto conoscere il territorio e la città.

Situata ai piedi della catena di ottanta vulcani, Clermont-Ferrand è la capitale naturale del “Massiccio Centrale”, l’affascinante regione d’Auvergne che offre una vasta scelta di attività all’aperto. La città si trova alle porte dell’enorme parco naturale dei vulcani con la sua area diversificata di montagne, vallate, altopiani e colline. “Clermont”, come la chiamano generalmente i francesi, è la patria di un immenso patrimonio storico, culturale e archeologico e centro delle Arti.

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Da visitare assolutamente a piedi per scoprire i siti, gli edifici e gli eventi significativi nella storia delle due città. Ci si imbatterà in capolavori medievali e romanici, magioni private del rinascimento e del periodo gotico e splendidi santuari gotici quali la Cattedrale. Ci sono anche circa quaranta fontane scolpite in lava pietrificata fuoriuscita dai vulcani! La stessa Montferrand è forse la più autentica, con il suo incredibile patrimonio culturale e i numerosi siti storici, quali place de la Rodade o place Marcel Sembat, il cuore originale della città e la chiesa gotica Notre Dame de la Prospérité.

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Sono serviti più di 500 anni (dal 13° al 19° secolo) per costruire la Cattedrale con pietre vulcaniche. La facciata è stata rifatta nel 19esimo secolo in stile neogotico. All’interno: ci sono delle bellissime vetrate che sono state costruite su più secoli, così come le pitture su parete, di cui una è considerato un vero e proprio fumetto. Inoltre dalla torre Bayette è possibile assistere a un panorama senza paragoni: infatti dai Rivoluzionari non era stata abbattuta ma usata come torre di avvistamento.

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Anche nella cattedrale come in tanti altri edifici pubblici c’è questo uso della pietra locale molto scura dovuta Questa città si è creata dalla fusione di due centri ovvero Clermont, una città episcopale, e Montferrand, un antico capoluogo di contea. Oggi Clermont-Ferrand rappresenta il capoluogo del dipartimento del Puy-de-Dome e della regione dell’Alvernia. E la città della Michelin: questo ha contribuito al suo sviluppo verso Montferrand e all’attuale urbanizzazione.

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Come ad esempio da vedere in place de Jaude la statua gigantesca di Vercingetorige (l’eroe gallo che ha fermato Giulio Cesare) che siede orgoglioso su un cavallo impugnando una lancia. Uno degli orgogli della città, assieme a Blaise Pascal: questultimo qui condusse i suoi esperimenti sulla pressione atmosferica, ma della sua casa natale non vi è più traccia.

Ottima la scelta dei locali (anche se di supermercati non ne ho visto traccia: ho visto due cimiteri ma solo un piccolo supermarket nel mio girovagare) dove andare a mangiare o bere: ce ne sono tantissimi in centro o anche fuori e tutti facilmente raggiungibili dalla linea di tram principale della città.

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Clermont ha un piccolo aeroporto: ma ha più che altro voli interni. Se la volete raggiungere da Milano o Bologna potete volare su Parigi e poi prendere il treno oppure volare su Lione. O se vi piace viaggiare in auto sono circa 6-7 ore di macchina: ma in questo modo potreste accoppiare la visita di Clermont a quella della bellissima Lione.

Parigi: come raggiungere gli aeroporti al miglior rapporto tempo/prezzo

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Per noi abituati ad aeroporti magari più funzionali Parigi non ci fa sentire messi così male in Italia…

Qualora non vi avventuriate con Ryanair le opzioni per raggiungere Parigi sono due: o Roissy-Charles de Gaulle o Orly. Ultimamente voli anche di compagnie medio low cost (vedi Vueling: ma occhio, arriva al terminal est e non sud e quindi dovete prendere l’Orlyval gratuito, questo della foto sopra) per raggiungere la parte sud da dove partono bus e tram) atterrano nel secondo scalo. Oppure per CDG: quasi tutti i voli per l’Italia partono dal terminal 2, quindi non ci sono grandi problemi (se non quelli di collegamento interni)

Cosa conviene prezzo-durata da Orly

A soli 3,60 euro con i biglietti comprabili alla fermata, si ha la linea tram 7 (inaugurata a novembre 2013), che collega l’aeroporto di Orly (sì, dovete seguire le indicazioni per il parcheggio e scendere prima che vedete Starbucks) con la stazione Villejuif-Louis Aragon, capolinea della linea 7 della metropolitana. Il percorso è di circa 35 min più tratto in metro (da calcolare secondo dove siete). A me addirittura è bastato un solo biglietto, non avevo letto che non c’era l’opportunità di usarlo da tram a metro (ma a volte mi ha bloccato l’abbonamento, vallo a capire!)

Da qui potete anche comunque considerare che Orly ha una stazione ferroviaria interna ed è collegata alle linee RER B e C che conducono al centro della città. RER B (orlyval) è solitamente la più rapida

Cosa conviene in rapporto tempo-prezzo per Charles de Gaulle

Calcolate che poi dopo dentro dovete camminare un bel po’ (peggio di Fiumicino e Malpensa): la RER B assolutamente. Anche perché sono 10 euro da qualsiasi stazione metro e poi RER la prendiate. I tempi di percorso poi sono 25 min da/per Gare du Nord , 30 min da/per Châtelet-Les-Halles, 45 min da/per Denfert-Rochereau. Vi porta sotto il terminal 2 e da lì ci sono un po’ di scale mobili e tapis roulant prima di ritrovarvi di fronte alla zona tristanzuola dei gate.

Comunque per risparmiare per CGD: anche easyjet ha dei bus molto low cost prenotabili sul suo sito, che partono dalla zona di Opera.

Per il resto dei pass: lasciate stare la paris visite e prendete il più economico mobilis, occhio solo a scegliere le zone dove usarlo (normalmente per il 75% delle attività turistiche la zona 1-2 va benone) (e nel mobilis anche parte del raggiungimento di Orly è incluso.

Noi con Giulietta siamo arrivati prima, veh.

Paris: Dalida

Non è il periodo giusto per scriverne, ma ho visto che è un’ultimora che non avevo proprio notato benissimo (faceva freddo, come scusa vale?) a Parigi, che per definizia è la città dell’amore, del romanticismo, della cultura, dell’arte e scaramanzie varie.

La capitale francese ha quintali di leggende metropolitane e credenze nate dalla fantasia dei suoi abitanti. Vi ricordate ad esempio cosa avviene per la statua di Victor Noir al Père Lachaise, no? Ecco, ora anche il busto di bronzo di Dalida è diventato un vero e proprio oggetto di culto da quando si è diffusa una singolare diceria. Ma niente di trascendentale eh.
Entrambe le statue sono diventate nel corso degli anni l’oggetto di carezze e palpatine selvagge da parte dei tantissimi turisti che vengono appositamente da tutto il mondo: la leggenda vuole che una carezza alle parti intime della statua di Noir o al seno di quella di Dalida garantiscano un’immediata fecondità.

Infatti vah come le tette della cantante italofrancese sembrano quelle di Giulietta di Verona…

Ponti e grandiopere.

shot_1293365856520L’anno scorso per mia scelta (sì, ogni tanto faccio cazzate) ho deciso di passare per il Monte Bianco.

Non ci sarebbe nessun problema, nel tunnel in sè, sebbene io non capisca molto perché si sia nel duemilaerotti e un incidentone che lo trasformò in un megarrosto si abbia ancora un tunnel a due corsie dove passano camion e auto a migliaia.

Il fatto è che per raggiungere quel tunnel si ha una strada davvero di merda. E non è la neve. Sono due budelluzzi di strada per raggiungerlo dalla parte italiana. Che addirittura diventa una cosa forzatamente ad una corsia perché sei te e la roccia, e se arrivasse un tir dall’altra parte si andrebbe a provare il burrone.

Poi il giorno prima che io passai veramente si staccarono dei massi e un paio di persone rimasero ferite mortalmente.

Poi parliamo delle strade, la sicurezza, il cazzo del dover fare grandi opere, quando uno dei grandi trafori fa totalmente cagare. Ma la prossima volta riprendo il Frejus.

L'arte di strada, le strade d'arte.

Paris:Quando mi chiedono checcazzo ci sia da vedere a Parigi sempre più spesso non so da dove iniziare: ogni volta che torno trovo che la città sia così bella proprio da sola che non riesco più a segnalare cosa mi può piacere di più.

Dopo tempi passati a Berlino però mi sta intrippando un casino la StreetArt.

Che non sono graffiti tipo “STELLINA TTTVVVBBB” o manifesti a cazzo. Ossia, se ben ci pensate sia a Berlino con le Litfass Saule per gli annunci locali, e a Parigi le colonne Morris usate per pubblicare manifesti di spettacoli teatrali o cinematografici (che furono un passo avanti, visto che inizialmente i manifesti venivano affissi sulle pareti esterne dei bagni pubblici e venivano letti, dunque, distrattamente tra una pisciata e un’altra) sono bei pezzi di arredo urbano: girano su se stesse e la parte alta della colonna è costituita da una base esagonale ornata da teste di leone e sormontata da una cupoletta.

Ma oltre i numerosissimi space invaders che trovate sui muri di Parigi (sarebbe da fare un itinerario ad hoc) la cosa figa sono anche queste maschere di Gregos: originalissimo artista che da due anni a questa parte ha inserito nel tessuto urbano parigino circa un centinaio di simpatici volti in rilievo.
Inizialmente i volti erano soltanto bianchi fino a quando Gregos decise di dipingerli per renderli più visibili agli occhi dei passanti: opera quindi una forma di street art tridimensionale che unisce pittura e scultura, conquistando l’amore dei parigini per la sua qualità e vicinanza alle forme d’arte tradizionale, a differenza di tag o graffiti. Sul suo sito web è possibile ammirare foto di turisti e abitanti che interagiscono con le facce ed è anche possibile comprarne di bianche per poi dipingerle e rispedirle a Gregos che le installerà per le strade della capitale francese. Ed è diventato responsabile della Street Art per il comune parigino…

Trafoi.

Nel mio cercare la migliore via di ingresso a un paese via macchina quest'anno, abbandonando il Frejus, ho testato il traforo del Monte Bianco.

Sinceramente è stata una di quelle esperienze alla maipiù. Non perché il tunnel sia di per se brutto o cosa, ma per le strade di collegamento pre e post. Giusto ad esempio un giorno prima che son passata io è morto un turista in auto perché si era staccato un masso dalla parete rocciosa. Quando ero al versante francese ho dovuto aspettare circa due ore perché il tunnel venne chiuso per avaria di un'auto.

Tolto questa ultima cosa, che visto cosa successe capisco le grandi manovre per la sicurezza, davvero la strada che porta al tunnel è qualcosa che ricorda i tornanti verso i valichi montani e non verso un qualcosa che ha un pedaggio. Non ci sono paragoni quindi con il collegamento autostradale pre e post Frejus. Peccato.

Battersi il petto (in attesa di batter altro)

Di cappelle espiatorie c'è una grande varietà. Forse non sapete che quella nostrana è a Monza, ed è stata fatta ereggere da Vittorio Emanuele III sul luogo dell'assassinio del padre, Umberto I, ad opera dell'anarchico Bresci. Ma wikipedia vi soddisferà di più. E comunque, la notte di ogni 29 luglio il monumento è illuminato dall'interno attraverso le due croci di alabastro per ricordare l'omicidio.

Paris: Cappella Espiatoria
In Francia la cappella espiatoria parigina è più propriamente un ex cimitero. Del resto sarebbe bello una volta mappare i luoghi dove adesso si abita e invece una volta erano terra di sepolture: uscirebbe fuori che la storia dei cimiteri indiani sopra cui si costruiscono le case, così cara ai film horror, nel vecchio continente gli farebbe un baffo, diciamo.
A Parigi in una delle zone più belle e lussuose, quella dei grandi Boulevards, c'è la piazza Luigi XVI, che, oltre ad avere un tenero giardinetto per bimbi e due panchine da ummarell,  ospita una cappella espiatoria costruita su un cimitero in cui furono sotterrati i ghigliottinati di place de la Concorde, tra cui le spoglie di Luigi XVI e di Maria-Antonietta insieme a molti altri decapitati tra cui Georges Jacques Danton, uno dei protagonisti della Rivoluzione Francese.

Paris: Cappella Espiatoria
Nel 1794 il cimitero fu chiuso ed un sostenitore della monarchia che aveva individuato le sepolture reali, lo ricomprò a bassissimo prezzo e l'offrì a Luigi XVIII. I resti del re furono riesumati come anche quelli di Maria-Antonietta, identificata grazie ai brandelli delle calze che indossava il giorno della sua esecuzione, e trasportati nella cripta di Saint Deins. Chateaubriand, macabro, pretese che la regina fosse stata riconosciuta dal suo sorriso, anche se poi inventarierà il monumento come tra i più belli di Parigi.

Tra il 1816 e 1826 l'architetto Fontaine innalzò quest'edificio neoclassico, recintando con delle mura il cimitero.
La cappella è ornata di sculture decorative e bassorilievi. Potete raggiungere facilmente la cappella espiatoria utilizzando la metropolitana di Parigi e scendere alla fermata di Saint-Augustin oppure Saint-Lazare

Questa rubrica delle cose da vedere a Parigi la continuo così il mio migliore amico rosica ché non ha visto nulla.

Paris: La campagne à Paris (20e)Ci sono zone a Parigi, come nel 20 ° distretto, in cui ci si sente come un normale villaggio in Francia.
Sappiamo tutti che nel 19 ° secolo, gran parte della città era ancora coperta di campi, frutteti e vigneti. Qualcosa è rimasto, qua e là: tipo il vigneto a Montmartre. Oppure se guardate la Chiesa del Cuore Eucaristico di Gesù sembra un po' una roba tipo villaggio: è vicino al quartiere di "La campagna a Parigi", vicino boulevard Mortier, nella zona di piazza Octave Chanute, dove qua nella foto accanto vedete l'ingresso del quartiere. Li vedi, i giardinetti davanti alle case, le scale da dove ci si rende conto che i residenti devono avere una bella vista della città, le auto parcheggiate che sembrano rovinare il paesaggio un po '… Ciascuno dei 92 appartamenti ha la propria personalità: l'intera area è molto verde e fiorita, ci sono le pareti tappezzate di edera e vita ovunque. Le case sono tutte abitate, non è un quartiere fantasma come alcuni fighetti parigini. Tutte le case sono ben mantenute. L'unico rammarico che ho: la zona è molto piccola, è un peccato che non ci siano più parigini che possano trarre beneficio da questo angolino tranquillo.

Provenendo dalla piccola piazza Octave Chanute, dove c'è un'altra delle fontane Wallace, si può vedere, dietro gli alberi, una scalinata che conduce alle case di piccole dimensioni: la campagne à Paris. In pratica una sorta di paesello tranquillo con poco traffico con a due passi comodità e metropolitana, e dire che il quartiere è stato creato per affrontare la crisi degli alloggi del 20 ° secolo, in particolare la crisi immobiliare del 1920.
La città è cresciuta molto, con innumerevoli operai che sono arrivati ​​in massa da tutta la Francia. Il progetto di costruzione per ospitare le classi lavoratrici cominciò nel 1906 su iniziativa di alcune persone che avevano beneficiato di nuove leggi per abitazioni a basso costo,  la cooperativa "Campagna di Parigi." Solo dopo la prima guerra mondiale, con tutti i problemi che essa ha portato, finalmente si aprirà la "Campagna a Parigi, il 20 giugno 1926 , venti anni dopo il progetto iniziale. I 92 padiglioni che compongono il distretto sono quindi relativamente recenti rispetto agli edifici di stile Haussmann della gran parte della città, circa di 50 anni prima. La zona è ben tenuta e tranquilla, lì ogni persona ha la sua casa indipendente, garage, anche il suo piccolo giardino: non si può negare che stiamo veramente bene e che un po' li si invidi eh!

Wallace (ma non William o Foster)

Paris: fontana Wallace
Nel 1870, Parigi usciva in ginocchio dalla guerra franco-tedesca. Nel 1871, il filantropo inglese Richard Wallace si trasferì dalla sua terra natia a Parigi. Vedendo le difficoltà di approvvigionamento idrico nelle zone più periferiche della città che andavano espandendosi e in cui era concentrata la maggior parte della popolazione decise di intervenire. Non per nulla l'era filantropo. decise di utilizzare parte del suo patrimonio per aiutare la città. Il Lord che “si accontentava di poco” offrì alla città di Parigi “50 fontane per bere”, per permettere ai passanti di dissetarsi. La maggior parte delle fontane, realizzate dallo scultore Charles Lebourg, vennero costruite nelle piazze e agli angoli delle strade, in modo da risultare ben visibili anche da lontano. Da segnalare che esistevano attaccate sotto le figurine, per mezzo di alcune catenelle, delle ciotole da usare come bicchiere. Tolte poi in seguito perché non era igienico.
Un getto d’acqua, però, continua sempre a scendere fra le quattro cariatidi che sorreggono il capitello che sormonta la struttura. Esse rappresentano la semplicità, la moderazione, la carità e la bontà.

Se ne volete sapere di più, come ad esempio la loro ubicazione, c'è questo sito. Quella nella foto è quella di fronte all'ingresso principale del Pere Lachaise.