Non è una novità vedere ormai i Kasabian in Italia. Dallo scorso settembre la band di Leicester è già approdata in Italia tre volte per presentare il loro nuovo disco Velociraptor!, registrando sempre il tutto esaurito in ogni data che diventava quindi un vero e proprio evento per gli appassionati.
Il disco ora si presenta per il mercato italiano in una nuova edizione deluxe, con la scelta di creare in studio a distanza un’ospitata vocale di J-Ax sull’ultimo singolo Man of Simple Pleasure.
Velociraptor è uscito per Sony Music il 20 settembre 2011, nel disco troviamo il ritmo robotico e claustrofobico del kraut rock, gli anni ’70 con la loro psichedelia, il rock degli anni 90, lo stile british delle melodie accattivanti anche quando si fanno più aggressive e soprattutto una ricerca attraverso il pop, l’elettronica ed anche l’hip-hop. “Il nostro album è pensato per essere futuristico, qualcosa che può però rimanere nel tempo. Ci sono ancora molti momenti melodici. Credo che sia un disco bellissimo da ascoltare mentre si cammina per la strada e lo si tiene come colonna sonora nelle cuffie…”
Ma il vero punto di forza della band è nei live, e il pubblico italiano ha imparato a conoscerla per bene dapprima con i suoi concerti sold out di Milano, Bologna e Treviso, poi con i concerti a supporto di Muse (a San Siro davanti a 62mila persone) e poi ancora con gli U2 a Torino nel 2009 per poi approdare a Settembre 2010 all’I-day Festival di Bologna, con una esibizione di fronte ad oltre 12mila persone.
Sin da prima della pubblicazione del loro quarto disco Sergio Pizzorno, ci aveva detto, appena dopo la sua performance all’Iday festival di Bologna, che era stupito da come il pubblico italiano si comportasse con loro “qui davanti le persone sembrava quasi che stessero in guerra, erano completamente trascinate verso la nostra musica. Ci hanno dato un’energia incredibile. E’ questo che vogliamo trasmettere mentre suoniamo dal vivo: dare a chi è presente il regalo di un momento indimenticabile, di qualcosa che ti rimanga nella memoria come una delle cose più belle della tua vita”
Rispetto alla programmazione iniziale le date di Milano e Ferrara del 19 e 14 luglio sono state spostate ai rispettivi ippodromi. E si aggiungono ad Udine il 20 Luglio al No Borders Festival, e al 18 luglio al Rock in Roma. La tappa di Milano sarà impreziosita da una sessione acustica e un incontro con i fan alla FNAC.
kasabian
I need your loving, like the sunshine.
Ieri ero lì al concerto dei Kasabian, che ok: li ho visti tipo una volta ogni due mesi. Ok che tutti mi dicono “Sony ci ha buttato su troppi soldi, li stanno recuperando”. Ma io coi gruppi a cui ci voglio bene ho sto problema che se sento qualcosa che non va è come se qualcuno di famiglia sbagliasse. Io lì a Ferrara quando hanno inziato mi son crucciata col chiedere cosa cazzo è che non andasse. La voce di Tom è diversa. E quindi rispetto alle altre cinque volte magari devi capire che non è quello che ti aspetti: perché in questo caso (come altri due concerti visti in stream prima) vedrai un concertone della madonna fatta lì dallo stampicone allampanato con la pantegana in testa. Che diciamolo: se non si fosse capito come amo i Muse io amo Pizzorno. Quindi dopo l’inno mameliano strombettato, la “mia” take aim lo sento partire con sta cosa qui e vado in panico e ci ho tutti i sentimenti del mondo in circolo per il corpo:
Poi ok, Sergio si è crepato in controcori a manetta. Ricordavo i twit di Annalisa dal T in The Park dove disse “ma cazzo ha Tom alla voce?” e infatti è così: manca tipo qualcosa nelle frequenze, specie quelle più mediobasse che possono tranquillamente tradursi in “sto coglione ha corso sudato, mbriaco e ignudo dopo un concerto e ha preso ‘na freddata”. Fosse la prima volta.
Ma la cosa figa è che questi qui, che la maggior parte delle persone considera dei cazzoni, invece son dei gran professionisti. Chi era lì mica ha colto le pecche e tutto. Questi qui spaccano per quanto suonano bene anche con un Meighan col raspino in gola.
Ma ora Tommeh, checcazzo, sent’ammè: andiamo a fare du’ cure termali perché sennò non mi arrivi a modo a fine tour.
Meighan del resto non lo vedo molto padre come Wolstenholme
Eppure è una cosa che uno non ci fa caso quando gli capita ma è una fortuna: tolti i primi cinque minuti iniziali in un’intervista con Tom Meighan, durante i quali deve risuonargli detto da altri “ti prego Tommeh, non dire minchiate, ti prego”, dove lui è inizialmente tesissimo un po’ come se tu stessi per chiedergli il catabolismo della bilirubina dopo si lascia andare talmente tanto che ti racconta i cazzi suoi come se foste al bar e non fosse una conversazione pseudolavorativa (io giornalettaio e tu musicista), ma come proprio tra alcolizzati al bar.
Beh, con me, del resto.
Sebbene avessi l’interesse di ascoltare Pizzorno (non solo per la cotta da quindicenne che mi porto, ma perché dopo un anno di uscita dal disco mi interessava chiedergli anche della collaborazione con Noel Fielding e simili) viste anche le sue tenere uscite sul mezzo di comunicazione chiamato twitter (disse sull’andare a cercare se parlassero male di loro “Why would you want to see someone in their pants, who obviously fucking hates you, call you a cunt? You’ve got to be mental to do that. You might as well go into a dungeon and get fucking whipped.” A volte vorrei capire se è naive o se ha una sua dimensione, e prima o poi lo scoprirò. Forse. Se Sony vuole. Ma la vedo malissimo. Ciao amici di Sony.) l’idea di un’intervista con Tom mi mise un’ansia terribile, proprio perché non sapevo dove si poteva andare a parare.
Un po’ come è successo da me nella mia intervista (tiè, la prima certificata) anche stavolta Meighan si è dichiarato padreh (la compagna ha dato alla luce una bimba, forse ora capite anche lo slittare di qualche dat… ops, ho detto una meighanata) e che il prossimo album dei Kasabian si chiamerà Trial by Stone: pare che Sergio ha già pronto un numero indefinito di canzoni (prima dice otto, poi dieci, poi trenta) già pronte e sono a base di elettronica e drum machine. Non è una novità dopo che l’abbiamo visto spippolare col synth sempre più spesso ai live. Comunque poi l’intervista intera sbobinata esce domani.
Ma la cosa principe, cardine, quella che gli attirerà fama e spilloni dai bimbominkia è stato sparare sugli One Direction. Quindi se il nostro Chris Wolstenholme dei Muse da bravo papà ha accompagnato la prole a un concerto di Justin Bieber direi che Tom Meighan colcazzocheporta la figlia in futuro a concerti come dire… easy pop?
[io devo accontentarmi solo del suo odio cieco verso Capello. Perché non ho pensato a una cosa simile da chiedergli? porcazozza.]“It’s frustrating when you see five little d*cks like that take over America, it’s horrific but you’ve just got to get on with it. They’re a boyband for God’s sake and there will always be room for boybands,” Meighan told Gigwise. “They’re kids. Let them eat the candy.”
L’altro bimbo nostro (quello cresciuto in altezza e con la nutria sulla testa) invece si dedica alla beneficienza cor carcio, col progetto soccer aid. Del resto, entrambi giuocavano al pallone. Ma la cosa che fa molto ridere è vederlo in squadra con Gordon Ramsay e Van der Saar. Insomma: con tutti pallonari falliti. Ehm.
Complimenti comunque all’arbitro se lo farà giocare coi collanoni della Westwood e i bracciali, visto che da regolamento nun se pole.
[lui come babbo forse ci riesce meglio: dice che quando racconta al bimbetto che ha chiamato Ennio, come Morricone, le fiabe gli fa anche le vocine. Le fiabe, al letto col bimbo, le vocine dei personaggi. Cosa che se lo vedessi mi si accenderebbe l’istinto materno in un frammento di secondo, diobono]Dall’altro canto ricollegandoci invece al musicale stretto: il nuovo singolo sarà Switchblade Smiles (eeeeh? non era la canzone di lancio di Velociraptor? sì. Ma allora perché? Boh, dillo a me che l’avevo anche indicato come singolo dell’anno straniero quando me l’han chiesto, che figura ci faccio) che uscirà tipo nei giorni delle date italiane. Nonché per noi italiani ci sarà la giuoia della bellissima collaborazione, inclusa in una versione italiana esclusiva del disco, dell’altro artista Sony chiamato J-Ax per Man of simple pleasures. Che se riuscirò a perdermi mi dispiacerà così tanto che boh, mah, come farò?
Oh, Padreh.
C’è un filo conduttore.
Venerdì sono andata a Bologna a intervistare Nels Cline dei Wilco. Hanno dato solo un’intervista a data vis-à-vis. Valeva la pena andare lì alle 15, impanicarsi in tangenziale temendo di far ritardo, stare poi sei ore in giro per intervistare oltre che un artista formidabile anche una persona meravigliosa. Che quando mi ha detto “Io ho 56 anni, sono il più vecchio qui nei Wilco” “Ma non si nota, io ne ho 28…” “oh, potresti essere mia figlia minore…” “mh, ok, mi adotti?” e prima ride e poi alla fine dell’intervista dice che sarebbe un bell’acquisto, avermi come figlia.
[ora dovrei spiegare la cosa a mio papà, perché mi converrebbe tantissimo. Solo che il grosso scoglio sarebbe spiegare a mio padre a) come mai intervisto gente b) cazzo sono i Wilco]
Domenica ho finalmente passato l’intervista a Tom Meighan dei Kasabian su Radiosglaps. Come potete vedere già l’accanita fandom la sta ascoltando moltissimo. Ci sono dei momenti memorabili all’interno: “Come usi l’internet, Tom?” “Beh, la uso per il porno… poi la uso per fare acquisti, tipo su ebay” o alla domanda suggerita dai Kasabianitalia su cosa salverebbe in caso di incendio dalla sua casa dice “My girlfriend… and my baby”. Cioè.
[all’inizio era nervoso e si grattava e riuscite a sentirlo anche dall’audio, ma alla fine diciamo che si è smollato anche troppo. E le rivistone non mi vogliono come intervistatrice: ma se faccio anche scoop mettendo tranquilli tutti!]
Gente che ha visto più i Kasabian live che parte della propria famiglia.
Dici ‘sto post, da ieri doveva uscire. Pensavo si fosse pubblicato e poi sono svenuta nella febbre e invece no: wordpress si è splinderizzato, o simili, e non era uscito un cazzo. Quindi lo sto riscrivendo ex novo, e chissà cosa avevo scritto, e chissà ora cosa uscirà. Che roba: qui uno si è dovuto fare anche una intramuscolo di Plasil perché proprio non so, sappiate che la vostra macumba è riuscita benissimo.
Ma.
Ma mi son trascinata euguale a vedere i Kasabian. Perché? C’era questa intervista che era tipo da luglio scorso che avevo chiesto, in ottica Frequency. Il discografico mi rimbalzava sempre, ora con la terza testata (con qui collaboricchio ora) abbiam quagliato. E quindi non è la mia paranoia di base: ok sto sul cazzo alle persone. Sarà anche questo, ma è la conferma che in Italia, a meno che tu non abbia una stracazzo di testata coi controcoglioni (scusate la ripetizione della parola “testata”) puoi anche essere bravino, precisino, spaccacazzi ma ti attacchi perché verrai sempre dopo.
Un passo indietro. Continue reading “Gente che ha visto più i Kasabian live che parte della propria famiglia.”
Old green fairy, what you’ve done to me.
[Cheppoi io volevo dirlo, lì, mentre vedevo Morgan a X factor che è riuscito solo a ciancicare ‘na roba tipo “I like the way you are on stage” o simili. Ciccio, tu hai fatto l’Assenzio come canzone, quell’uomo lì con una nutria in testa ha scritto La fee verte, che per noi che chiamiamo dallo stesso distretto è insomma la stessa cosa ma più poetica.]
Ma diciamo una cosa: se Monti mette una tassa sulle foto scattate a Sergio Pizzorno io devo emigrare. In 4 mesi l’ho fotografato più del mio pupazzo. Me ne vergogno.
E non so neppure come fare. Sono qui che entro domani dovrei mandare le mie 1500 battute su questo concerto e non ce la faccio a non grupizzare da tutti i pori. Giustamente prima su twitter ho detto che i Kasabian mi hanno riportato a un entusiasmo nel vivere i live che avevo da gggiovane ai tempi dei Muse di Origin of symmetry. Quella voglia di saltare come deficienti per metà concerto senza sentire niente altro che la musica e vedere gente sul palco. Poi magari ci penso, e penso che anche loro sono dei cialtroni, adorabili. Cinque tamarri che sul palco si divertono. Un poser che ti declama le canzoni come se fossero a un telefono erotico e che instaura lo stesso rapporto col pubblico. Gente che magari è meno brava di altri su disco ma che live ha una forza indescrivibile. Non so cosa dire, non so come ponderare le parole perché quando va al di là del vedere un concerto per “mestiere” e ci sei ancora dentro dopo 3 ore dalla fine ti chiedi come fare.
Ho saltato per cinque canzoni, ho visto gente conosciuta su twitter, qualcuno mi ha detto appena iniziata Shoot the runner se ero Fran Fiorini che mi conosceva da google (!) (scusa se ti ho detto “sì, dopo dopo” o una cosa del genere ma ero sottissimo presa dal concerto), ci avevo una roba che boh, me lo aspettavo bello così anche se è quasi sempre la stessa roba. Ma è bella. E loro son bravi. Io credo di essere innamorata adolescenzialmente (id est: non gli sono zompata addosso intervistandolo ma mi vergognavo tantissimissimo) di Pizzorno dall’epoca dello shooting fotografico per NME ambientato in Alice in Wonderland.
E ora?
E ora sono cazzi per non scrivere nelle 1500 “I Kasabian sono tra le migliori band live in circolazione, da provare almeno una volta nella vita”. Poi magari ne scrivo meglio su Radionation, con calma. E comunque finalmente c’era un pubblico degno e non rompicazzi. E un pubblico che ha intonato l’inno nazionale andando dietro al trombettista poco prima di Take Aim. Seratona.
Poi smetto per menarvela anche sui Kasabian per un mesetto
In realtà anche no, tornano poi in tour europeo a Marzo (OMMIODDIOH) e quindi ecco, per quel periodo ve le rirompo. Ma quale è la cosa? Giovedì X factor li ospita in trasmissione. E quindi? Sticazzi, non ho sky, non seguo X factor. In quanti seguono X factor? Pensate: altrove li hanno mandati sempre nella trasmissione musicale più figa o nel talk show più seguito. Ah, vero: noi non lo abbiamo, ecco perché finiscono lì. Con la Ventura che dirà che li ascolta da secoli o farà figure di merda come succedeva a quelli che. Coi Muse, tipo.
Perché seguo i Kasabian? Non so, ho una grossa astinenza coi Muse, e i Kasabian sono gli unici che riescono a mantenere questi livelli di dipendenza musicale accettabili. E dire che inizialmente ascoltati su disco li avevo ascoltati in modo molto scettico, e poi live c’è stato l’amore assurdo. Mi piace la figaggine, la strafottenza, il fare così alla cazzo e le canzoni. Poi visti fuori sono dei teneroni, e ciò mi crea molte risate in me stessa. E giuro che ri-tengo il punto per poter fare interviste. Ah, il grosso problema di non scrivere in una testata cazziemazzi, signora mia. Frega nulla qui se sei preparata o meno: va a testata, poi ti trovi come alcune mie amiche che oddio gli propongono interviste e io faccio da ghost writer. Volentieri, per gli amici questo ed altro. Ma che cazzo, pensi. E io no. Ed è un po’ tutto così.
Non voglio lamentarmi eh. Vedermi Pizzorno semiciucco avanti a me mi è già capitato e bene, non mi ha neppure fanculizzato per le domande. Però ecco, non ditemi che anche per scrivere du’ stronzate uno deve emigrare come se fosse chissà quale cervello. Fossi un neurochirurgo dici. No, invece voglio scrivere di storditi come me, per hobby. E no.
Ci si vede domenica. Se volete offrirmi da bere va bene, ma sappiate che troppa birra no, ché devo fare DUE foto.