28 novembre 2009
Non è una lagnanza e non fate i pucciosi, perdio.
Io sono una persona che soffre di depressione cronica maggiore. Ora dovrebbe essere eliso il termine maggiore, ma queste cose tipo tumori e depressione dicono che ci devi convivere un po’ tutto il resto della tua vita. Che bello, però aver fatto filotto.
La mia vita in ventisei anni si è smontata con questi episodi e tutte le volte ho dovuto cercare di rimettermi in piedi.
Magari dovrei spiegare meglio cosa fa un depresso, che è principalmente nulla meno che farsi del male, o dire come riesco a vivacchiare io alla meno peggio. Ma sono cose inutili. Ossia pontificare sul dolore dall’esterno è una cosa inutile. Tu non riesci neppure a sentire la mia colica renale, figuriamoci se puoi sentire come soffre la mia anima. La maggior parte di voi non capisce un cazzo su come trattare queste cose, ma è normale. Ognuno sente il suo dolore. Magari il mio è meno grosso del tuo, ma io lo elaboro diversamente.
Ora non è che dovete fare i premurosi dicendo che devo tenere botta o tirarmi su, o bisogno di aiuto, o cazzi vari. Oh, ci convivo. E’ come convivere con un baubau, ma pazienza. Non tutti possiamo essere felici, allegri, grati al signorealleluya. Questa cosa del dover giudicare quello che faccio io e quello che voglio io è da sporchi cattolichini che non guardano la tav che hanno nell’occhio.
Io vivo il mio dolore, ho vissuto le mie pulsioni al suicidio perché il mio corpo è un contenitore malaticcio che non accetto e tutti preoccupati dell’interruzione della vita ma non magari della mia difficoltà di accettare che il mio corpo malato non segua la mia mente che aveva voglia di vivere le cose come intendeva.
Ora mi sforzo, tanto. So che il crollo può arrivare, ché come dice il mio medico qui l’andamento specie per me che sono iperattiva e penso tanto è a sinusoide. Però ecco, ormai ho un obiettivo pesante su me stessa ed è quello di lavorare tantissimo sul mio fisico fino a poterlo ri-rendere normale.
Poi se sono giù chissenefrega, tanto lo sconta solo mia mamma. E il pupazzo, credo. A voi non intacca, sebbene alcuni mi vogliano bene non è che state sempre a contatto con me. Potete staccare, voi. Mica siete come me che devo convivere con tutto ciò.
Hai ragione … una situazione simile non si può capire se non la vivi …
Fai bene a sfogarti e fai benissimo però a chiedere che chi ti segue non faccia il bacchettone-rompipalle (come forse sto facendo io adesso, per cui ti chiedo scusa) dicendoti che devi fare … in questo momento sicuramente vivi una sorta doppia personalità inconsapevole (ed è una bella cosa, io da ex(forse)depresso, ricordo che non volevo sfogare nulla con nessuno, anzi, gli altri mi stavano tutti sul cazzo e il mio unico sfogo era scrivere delle poesie macabre che custodivo gelosamente): da una parte ti fa piace, o ti farebbe piacere che la gente ti stia “vicina”, (lo capisco dai “parla con me”, anche se tu non lo ammetterai magari) mentre c’è una parte di te che vorrebbe che nessuno ti rompesse le scatole, e che magari pensa che chi ti scrive qualcosa, come “forza!”, “coraggio!”, “ti voglio bene!”, non lo faccia perchè veramente ci tiene ma perchè non sappia farsi gli affari suoi e magari li odi pure.
Mi sento solo di dire, dopo questo post che spiega meglio di qualsiasi altro cosa ti perseguita (e poi sono novizio di questo blog), che chi ti segue, se veramente vuole dimostrarti il proprio affetto, è meglio che si metta ad un’ipotetica porta, magari ti lasci sfogare in pace, sia pronto ad esserci qualora tu voglia essere aprirti ai tuoi lettori, amici, conoscenti, ma non deve essere insistente, non deve costringerti a farti vedere che la vita è una gioia (??), che non devi fare quello che fai, etc etc … Ognuno vive i propri dolori, comprensibili o no, quelli dell’animo poi sono i più tremendi, come meglio crede e se ne vuole uscire, il modo per uscire lo troverà ma non di sicuro perchè qualcuno glielo impone, anzi, questo non fa che aggravare, perchè uno così si chiude sempre di più a riccio.
Basta, ho scritto anche troppo, e so che ti ho rotto fin troppo le scatole…