Ieri, mi ero impegnata per scrivere queste 20 righe che vi allietano la quotidianità (ché lo so che leggete e pensate: ah, finalmente qualcuno più scemo di me) ma quel qualcuno più piciu di voi ha pigiato delete, del post.
Uno poi dice: "sei stanca?". Io, nooooo.
Dicevo che uhm, ormai era l’altroieri, sì. Ecco, l’altroieri sono andata alla festa dell’unità di Carpi. O festademocraticacheunavoltaeradell’unitàedoraèquellacosalà.
Ci son ste cose, alla festaquellalì, che tu ti chiedi se sia un’Arcadia. I cani che corrono senza guinzaglio e non rompono. I bambini che non piangono. La brezzolina fresca nell’Emilia torrida. Il Kebab e l’arrosto che sprigionano odore senza dare noia. I vecchi che se ne stanno in pace a ballare il liscio. Il menù a base di rane in tutte le salse. E la cantante ammerrigana che te vai lì a sentire che si diverte con la sirena delle giostre e la riproduce in acuto, con la sua voce.
E la stessa cantante mmerrigana che nota che c’è l’odore dell’arrosto che ti pervade l’aria, e questa atmosfera bucolica, con la collinetta, lì con tutto che tu dici, mah, sarà mica troppo?
[poi la cantante, è anche brava, simpatica, non se la tira, e tranquilla]
Ecco, infatti il giorno successivo ti capita di sudare come se fossi nel bagno turco a Ferrara e ci hai il vicino di concerto che racconta che il micino che ha in casa da 5 giorni l’ha talmente scambiato per sua mamma che la mattina gli si era attaccato a suggere dal capezzolo.
Contrappasso?