Manichesimo.

Non ditemi che a dieci alle sette c’è gente che va al lavoro, che alla fine ci credevo solo quando m’alzavo dopo.

Stamani non avevo sonno. Forse perché non avevo neanche dormito. Ho deciso di uscire sebbene il letto con mia nonna sia avanti la porta di casa. Il tempo era sì, mediamente infregnato, ma mi andava di fare una giratina. Strano eh.
E di gente non ce ne era. O meglio, iniziano a girare alle sette e mezza. Che poi me lo ricordavo bene, che quando era il tempo di andare in ospedale, tipo alle sei e mezza di febbraio, c’ero io, gli infermieri e il camion della spazzatura sulle strade.
Dicevo, sono rimasta come un pensionato a fissare quasi la fontana quella moderna del Duc, seduta come un pensionato, con i gomiti sulle ginocchia. A fissare l’erba, il cielo, la gente che passava in fretta.
Probabilmente mia nonna non si sa se la operano. Nel senso, non si sa bene la situazione cardiaca come sia, ma non è ottimale. Non potrebbe passare l’operazione dunque. Quindi ieri ho dovuto rincuorare per metà pomeriggio mia madre, e a cena ho dovuto dire a mia nonna che pesare 67 chili, essere alti 164 cm ed avere settantuno anni è perfettamente normale. E se il prof, quello scemo, di sotto ha detto che era leggermente sovrappeso non si doveva preoccupare. Però lei ha cenato a pane e finocchi.
Io ho preso la tavoletta di cioccolato e mi son chiusa in camera prima di sbroccare.

Non so, mi girava male ancora stamattina. Mia madre si ritrova, paradosso al solito della vita, a curare sua mamma. Io che non ho altri parenti e un orgoglio sovrannumerario quindi mi ritrovo da sola. Allargando come gli occhi per non far vedere che la delusione per una cosa che ti infliggi anche da sola te li fa diventare lucidi. Che vorresti avere tutti i giorni e in ogni momento i tuoi ventitre anni. Che vorresti spiegare, a chi ti invidia ed ha anche la faccia di dirtelo in fronte, che non c’è un cazzo da invidiare. Che alla fine, mi sa, Baglioni quando compose Poster al confronto tuo pensava al Brasile e alle ballerine che sambeggiano sculettando. Perché alla fine dal medico ci sei andata anche te e non va poi così benone, certo però che convincersi che tutto va bene e pensare e smazzarsi a fare altro ti toglie tante cose. Ho delle analisi che paiono scritte in codice binario, ma ci si sorride a leggerle. E la cosa che ti sorprende è che sebbene tutto vada davvero così male tu sei molto meno triste dell’anno prima. Forse perché pensi che tanto sei già scivolata verso il peggio. Forse perché ormai c’è il callo. Ma almeno in questo Natale il pensare che hai quell’insieme di sfighe e di traumi infantili e non che, citando il solito, commuoverebbero anche un tronista. Poi non lo sai, è che pensare è brutto e purtroppo invece lo si fa spesso, che quindi è un bene che dopo si debbono studiare come se fossero rosarii i cicli futili degli acidi grassi perché almeno ci si incazza su una cosa sola e ben predefinita.
Perché poi in questi giorni magari becchi che ti telefonano quelli che ti conoscono. Tipo, sento il mio ex allenatore una volta l’anno. Lui mi raccontava che è diventato nonno, della nipotina, di cose così. E quando mi ha chiesto come andasse a me io gli ho detto che quella cosa lì si era ripresentata. Lui è stato zitto ed ha detto che certo che è brutto. Io gli ho detto che certo che era brutto ma era già tanta roba esserne scampata una volta, certo che magari se e quando ci sarà la terza forse è meglio chiedere i danni, e se lui aveva idea a chi chiederli e me lo faceva sapere l’avrei ringraziato. Poi lui ha detto che gli dispiaceva, e lì non gli rispondevo io. Che gli dovevo dire, dispiace anche a me. Però dispiacerci tutti pare brutto, perché qualcuno deve pur fare qualcosa.

Per quest’anno non mi interessa scambiarli, gli auguri. Ho avuto gli auguri giusti al momento giusto. Però, per chi li vuole, quegli auguri potrà coglierli più sinceri e meno aziendali in queste parole.

0 thoughts on “Manichesimo.”

  1. credo che sia inutile fare auguri a cuor leggero come fan qua. Mi spiace, spiace anche a me e visto che non ti dispiaci tu fallo fare a me… passerà, riesco solo a dire questo. Un abbraccio :)

  2. *#@§% è successo di nuovo. Son qui che leggo e rileggo il post e vorrei dire qualcosa ma non vorrei dire niente.

    Però approfitto dell’occasione per farti gli auguri di buon sabato :)

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