Ho sbagliato qualcosa, ma non mi sovviene cosa.

Ora sapete che io ho questa scimmia dello scrivere di musica. Del resto, amo le cause perse.

In pratica sto prendendo seriamente la cosa di Radionation, facendo mi me stessa la piccola cane labrador di questa prateria webbica. [c’è un inside joke. Coglietelo. Ah, l’avete colto? Ho poca stima di voi]
Il punto è che io non mi sento romanziera. Neppure saggista. Io so scrivere quando voglio, ma di certo non mi metto a scrivere bene qui, ma so, nella cultura che mi è stata data, che esistono delle cose che si chiamano "registri linguistici". Che sarebbero cose che suonano tipo sul blog parli come parleresti al tuo amico Fuffolo o alla tua mamma, se parli al paziente parli terraterra se parli col prof no.
Se parli di Musica non ci metti anche l’elenco dei Punti Blu, almeno a casa mia.

Invece no.
Mioddio, ho completamente cannato la mia recensione del concerto che ho scritto su Radionation. No, non dovevo parlare di più dell’esecuzione come sentivo nel mio intimo (neuronico). Non dovevo parlare di note.
No.
Secondo la maggioranza delle webzine su Internet, quelle che tirano, il racconto doveva essere più aulico. Porca troia impestata zozza.

E quindi, quindi, quindi… suonare tipo così.

Recensione del concerto di Florence and the Machine a Bologna.

Ecco, il nove marzo. Quanti concerti ho visto sotto il tramonto del nove marzo. Non lo so, la mia memoria non li conta. Forse perché il giorno prima c’è questa festa comunista poi trasformata in questa festa quasi come un rito pagano sotto la benedizione di un dio priapico che va a spogliarsi come un inviato dell’isoladeifamosi qualunque. E non abbiamo memoria del giorno successivo, e non è perché ci servano aspirine per mitigare mal di testa da alcool.
Ma la cosa incredibile è che è nevicato in questo giorno che si chiama nove marzo. E la neve scendeva lieve, e lambiva i colli. Anche se siamo in Pianurapadana lambiva i colli: credetemi. E li avvolgeva, amalgamandosi alle curve dei colli. Incredibile. Tutto ciò di una bellezza fatata, rarefatta. Una bellezza che poteva perdurare a lungo qualora noi non ci fossimo dovuti incamminare verso questo concerto. E c’era una lunga coda sull’autostrada: sette chilometri dicevano. Tutti, incolonnati, l’uno vicino l’altro: a vedere che l’anziano signore dai canuti capelli pistolava con il suo indice su sulla sua canna fumaria e produceva prodotti interni simili a lenticchie, che poi valutava con sguardi quasi tra l’autocompiacimento onanistico e il senso di liberazione. Tutti lì, vicino quei bestioni della strada che paravano cartelli e quel paesaggio ovattato, fatato, innevato. Che innevava anche i cartelli, e innevava la strada, e innevava il parabrezza. Flip-flop, facevano i tergicristalli, nella coda sull’autostrada.
[bla, bla bla bla, bla bla]

Ah, Fiorenza Welch è figa.
Ma ci credete che ha lo stesso cognome di una attrice di nome Raquel? Incredibile vero. Voi magari siete giovani e poco acculturati, ma ve lo diciamo noi perché l’abbiamo viste entrambe. Ma le coincidenze, l’astralità, il turbinio dei pianeti che rutilano in moti sesquipedali talvolta ci nascondono tutto ciò. Erroneamente. Chapeau.


0 thoughts on “Ho sbagliato qualcosa, ma non mi sovviene cosa.”

  1. Ci sta dentro come una mano in un guanto che protegge dal freddo del nove di marzo. Un nove di marzo qualsiasi.

    Antonio B.

  2. Fortunatamente non sono nè troppo giovane nè troppo poco intenditrice per ricordarmi di Raquel Welch…..a parte questo, delle volte in un nome c'è un destino….

  3. Visto che con la mamma sarò certamente  il lettore più maturo (va bene detto così?), mi ricordo di letture su recensioni discografiche che negli anni 70/80 erano veramente "intimamente" gastrointestinali. 
    Ora non si riesce a capire nè che gusto ha l'autore della recensione, nè di che cosa sta parlando: il new-new mi sta un po' lì….
    Se devo sentirmi lettore stordito dall'altezza della conversazione preferisco utilizzare altri sistemi, sono troppo terratera.
    Preferisco di gran lunga una chiara espresione si bello,  no brutto,  perchè…
    F

  4. ps – ho commentato di domenica in quano i moti sesquipedali mi avevano squilibrato l'astralità e ho impiegato 3 gg per interpretarlo.
    poi ho capito che sono davvero una mente semplice.
    F

  5. F: quindi, tu mi sai tradurre: "

    Udine, siete sempre fottutamente pronti per lo show e droppare la muzik per voi e' semplicemente ELETTRICO. Grazie! <3"

    Ché io mi sento vecchia.

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