Dirty Beaches a Cavriago (2/11/2011)

Cosa c’entra un 8.6 di Pitchfork in un posto conosciuto per le liriche degli Offlaga Disco Pax per la sua toponomastica leninista? Non lo sappiamo, ma Cavriago ha ospitato uno dei due live autunnali di Dirty Beaches, dentro il Calamita. Ad apertura il progetto Boxeur de Coeur, al debutto assoluto, dandoci anticipazioni molto interessanti. Poi il ragazzone canadese e di natali taiwanesi sale sul palco: dapprima timidone con ancora addosso il cappotto appena sistema gli strumenti col suo compare al sax, poi gigante dalla presenza scenica formidabile; il suo è un set geniale, perché Alex ha dei riferimenti sonori che rielabora a mano a mano con delle idee attraverso la sua voce da redivivo Elvis noir-rockabilly, ed il live è pura piacevolezza punk psichedelica minimale.

Il live scorre attraverso l’immaginifico trittico “Speedway King”, “Horses” e “Sweet 17″ per poi approdare a ballate lo-fi come True Blue” per concludere con la tetra “Hotel” dilatata fino a sporcare tutta la materia circostante sebbene, a primo ascolto, il concerto ingrana in modo un po’ complesso all’ascolto, a causa di quella produzione piatta che strizza un po’ l’occhio al blues casalingo. Completano la ricetta i riverberi vocali, la presa di posizione electro vintage, il percussionismo minimale, le basi campionate, il sax che si inserisce di soppiatto per poi intromettersi, ivolumi sparati a palla, pettine e gel per i capelli, microfono e chitarra vintage messa lì a far rumore.

“Volete una canzone nuova o una cover?” finisce a chiedere dopo il primo encore, per poi finire a fare entrambe, per un’ora e dieci circa di concerto. Pieno, generoso, volto a farsi conoscere da chi anche era lì per caso e ne è rimasto sorpreso, sembra. Ci piace.

(blow up magazine)

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