No sense of doubt, for what you can achieve.

Sono così stanca, ma stanca dentro eh, mica solo stanca di quella stanchezza che te risolvi dormendo. No, perché la mattina mi alzo e mi sembra di aver limonato con dracula. Quindi boh, sarà stress, sminchiamento mentale, puppaggio di risorse vitali.
In totale in pratica neppure due caffè e una red bull senza zucchero mi tengono al massimo delle forze. Sarò al 40%, poi a un certo punto i miei neuroni producono suoni simili al repertorio del Pagliaccio Baraldi e lì capisco che no, gnafò.

Son così stanca che stanotte mi ricordo di aver sognato tra le altre cose che intervistavo gli Editors. Cioè, quindi quella cosa che magari tu prima di addormentarti ascolti qualcosa o vedi qualcuno e poi il cervello rielabora è vera. Avevo ascoltato Papillon, un po’ di volte, ecco. Quindi sai quante volte devo aver fatto sogni tipo Esplorando il Corpo Umano con tutti gli Anticorpi grossi come peluches. Fico.
Dicevo, stanotte poi mi ricordo ‘sta cosa di intervistare gli Editors, e pensare che mi pare stessero facendo un concerto in un luogo che somigliava così tanto a sottocasaachianciano che era una roba incredibile, quindi, ‘sto mashup di cose. Ma lì per lì mica uno ci pensa. Ecco, poi quando giungo a Tom Smith oltre a parlarci e a registrare un sacco di banalità dopo gli do il biglietto da visita e gli spiego cosa è una moo card.
Cioè.

Tutto questo non va affatto bene


0 thoughts on “No sense of doubt, for what you can achieve.”

  1. Io sotto esame sognavo di essere in un caffè viennese a dialogare con Schlick, Carnap, Neurath e Wittgenstein. La cosa utile era che di notte mi spiegavano le cose che non avevo capito studiandole di giorno.

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