Una vita in tournée

concerto

Due settimane fa parlavo con una ragazzina (pardon, chi ha dieci anni meno di me nel mio immaginario è ancora ragazzina) ungherese. Ha detto che mi invidiava, perché mi guardo un casino di concerti all’anno.

Io stavo pensando, poi mi son trattenuta e ci ho messo molta gentilezza, di incipiare a risponderle “ma io alla tua età…”. Poi mi sono sentita così esageratamente vecchia che ho lasciato stare.

Sì, ok, tra concerti e concertini di musica pop-rock negli ultimi 2 anni ne avrò visti una quarantina. Ed è per quello che la ragazzina, rovistando prima sul mio last.fm e poi sul mio flickr mi chiedeva se non so, facessi la fotografa per lavoro.

Posso solo dirvi che l’ho molto apprezzata per questa affermazione, ché io son convinta di non saper fotografare ma 4-5 scatti fighi a un concerto li ho fatti, secondo me, per pura fortuna.

Alla fine le ho risposto che, ecco, lei aveva tanto tempo per recuperare e io ho un lavoro per poter mantenere il mio più grande hobby, e che ho la fortuna di vivere in una zona d’Italia logisticamente invidiabile per poter andare a molti concerti. E invece quando ero più piccola dalle mie parti (no, buone, non ho detto ai miei tempi) era difficile vedere concerti che mi piacessero.

Io, che sono cresciuta in un paesino termale ove già alle 10 di mattina si suonavano le mazurche dopo aver strimpellato la classica alle 9. E poi avevo il campione nazionale ottuagenario di fisarmonica.

Ora invece sto cercando di capire quando ho i tirocini per decidere se andarmi a vedere gli Editors a fine novembre o se abbinarli coi Muse a Torino, vedendoli a Lione due giorni dopo. Pensa te, eh.

Scritto da frannina
il 29/10/2009


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