A Palazzo Magnani di Reggio Emilia
UN GRANDE PERCORSO TRA ARTE E MUSICA
Dallastrattismo spirituale di Wassily Kandinsky al silenzio illuminato di John Cage
Nella mostra Max Klinger, Paul Klee, Arnold Schönberg, Constantin Ciurlionis, Marianne Werefkin, Oskar Fischinger, Fausto Melotti, Nicolas De Staël, Giulio Turcato, Robert Rauschenberg
11 novembre 2017 25 febbraio 2018
Mostra a cura di Martina Mazzotta
Dall11 novembre, a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, ci si immerge in un percorso tra arte e musica che parte da Kandinsky e approda a Cage. Dove le nozioni di interiorità e spiritualità vengono indagate come temi aperti, capaci di raccogliere molte suggestioni.
A partire dalla fine dellOttocento, e poi fino ai giorni nostri, anticipa la curatrice dellesposizione Martina Mazzotta, si può individuare un filo rosso che pone la musica in connessione con gli sviluppi dellarte moderna e contemporanea. Non vi è artista che non si sia confrontato, con limmaterialità dellarte-sorella, con la sua sovrana indipendenza dal mondo del visibile e dalle finalità riproduttive. Sintomi dellinvecchiamento dellarte, diceva il filosofo Adorno, sono lindividualismo e il razionalismo sempre più esasperati. Alla musica, allora, va il ruolo di restituire allarte il suo compito più nobile e antico, quello di divenire sede di idee universali. Negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, soprattutto in ambito germanico, il culto di Goethe, il wagnerismo, le indagini in campo filosofico e scientifico riflettono lesigenza di una aspirazione allarmonia dellindividuo con il tutto, di una spiritualizzazione del lavoro artistico che produce un forte impatto sulle arti figurative, favorendo il ricorso al modello della musica.
E da queste premesse che prende avvio la mostra KandinskyaCage: Musica e Spirituale nellArte, presentando preziosi bozzetti di opere di Richard Wagner (dellArchivio Ricordi di Milano), la Fantasia di Brahms di Max Klinger e una serie di Lubok, le stampe popolari russe ottocentesche che hanno ispirato la cultura artistica successiva.
Segue un importante nucleo di una cinquantina di opere di Wassily Kandinsky dipinti, acquerelli, grafiche provenienti da musei e collezioni private, tra le quali spiccano quelle di carattere eminentemente musicale, come gli acquerelli dipinti per gli spettacoli teatrali Violett (del Centro Pompidou, Parigi) e Quadri di unEsposizione sulla musica di Musorgskij (della collezione universitaria del Castello di Wahn, Colonia).
Dal confronto dialettico con un musicista e artista grande come Constantin Ciurlionis, rappresentato in mostra da opere e spartiti provenienti dallomonimo museo lituano di Kaunas, nonché dalle suggestioni della musica atonale dellamico Arnold Schöenberg (poi maestro di Cage), celebrato a Palazzo Magnani come pittore con una straordinaria selezione di dipinti del Schöenberg Center di Vienna, Kandinsky giunge intorno al 1910 allastrattismo spirituale e apre la via al suono interiore dei segni e dei colori, alla continua ascesa verso la libertà della materia. Le espressioni artistiche, ricondotte allunità del soggetto e al suo ruolo di artefice, spostano lattenzione sullinteriorità, su quello che Kandinsky chiama das Geistige in der Kunst (lo spirituale nellarte). La tensione profetica verso letà dello spirito che anima lomonimo libro, scritto nel 1909 e poi pubblicato nel 1912, viene drammaticamente negata dallavvento del primo conflitto mondiale.
La musica resta tuttavia lambito privilegiato, nel percorso di Kandinsky come in quello degli altri artisti in mostra, per proseguire verso la via dellarte astratta, da interpretare anche in senso mistico, antroposofico, religioso e cosmico. La fusione sinestesica e lempatia (Einfuehlung) che vedono i fruitori coinvolti in un processo ri-creativo dellopera, rappresentano presupposti fecondi per guidare i visitatori attraverso il percorso della mostra, dove pittura, scultura, teatro, danza e cinema si relazionano alla non-oggettività della musica.
A una sezione su Paul Klee, protagonista imprescindibile in questo contesto, segue un omaggio a Marianne von Werefkin, in collaborazione col Museo dArte Moderna di Ascona. La grande pittrice legata a Kandinsky e al Cavaliere Azzurro che fu pioniera nellaffrontare il pensiero artistico come rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica, senza peraltro mai cedere alla pura astrazione, trova un corrispettivo nel naturalismo dellamico Stravinsky laltro protagonista, con Schoenberg, della modernità musicale della prima metà del XX secolo la cui musica è stata scelta per la visione delle opere dellartista.
Campane sonore lungo il percorso e video, infatti, consentono di fruire di alcuni nuclei dellesposizione con accompagnamenti musicali mirati, dei quali il visitatore potrà godere contestualmente e in modo strettamente connesso alla visione delle opere.
La mostra viene animata da brani letterari degli artisti, video e installazioni che invitano a sperimentare in maniera ludica e ricreativa la sinestesia e offrono vere e proprie riscoperte. Come quella della figura di Oskar Fischinger, le cui opere giungono dallomonimo archivio in California, il quale si ispirò a Kandinsky in maniera multiforme e divenne poi maestro di Cage negli USA, animando tra laltro Fantasia di Walt Disney con la Toccata con Fuga di Bach, nella quale molte delle suggestioni della mostra sembrano trovare una sede ideale.
Il percorso prosegue con una selezione di opere di tre artisti particolarmente legati alla musica e alla spiritualità nel secondo Dopoguerra: Nicolas De Staël e Fausto Melotti (entrambi connessi alla figura del collezionista e musicologo Luigi Magnani, proprietario dellomonimo Palazzo in cui si tiene la mostra) e dei quali vengono presentati e riscoperti preziosi dipinti e sculture musicali (lUccello di Fuoco di Melotti per esempio, del 1971, non viene esposto da più di tre decenni) e Giulio Turcato, del quale vengono esposti dopo 33 anni acquerelli, maquette, video e musiche di Luciano Berio appartenenti a Moduli in Viola. Omaggio a Kandinsky, lo spettacolo realizzato per la Biennale di Venezia del 1984. Un video sperimentale realizzato dallo stesso Berio con Bruno Munari completa la sezione.
La mostra si conclude con un ampio omaggio a John Cage, il musicista pensatore, poeta e artista i cui principi di risonanza interiore e la cui concezione dellarte come tramite privilegiato di idee universali presenta analogie, rimandi e corrispondenze con la spiritualità kandinskiana. La sezione a lui dedicata si integra con la presenza di opere di altri artisti e si sviluppa attraverso notazioni e documenti audio e video, ma soprattutto attraverso installazioni di grande suggestione che permettono ai visitatori di sperimentare sinesteticamente la poetica cageana. Centrali saranno la ricostruzione di un ambiente anecoico, una sala del silenzio nella quale verrà esposta una tela bianca di Robert Rauschenberg, nonché la riproduzione di un teatro che metterà in scena una reinterpretazione in miniatura della composizione per orchestra Ocean, durante la quale il visitatore seduto idealmente nella platea del Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia, opportunamente ricreato sarà avvolto da onde musicali provenienti da diversi punti dellinstallazione. Presente inoltre lo spartito per pianoforte – il famoso Solo for Piano dal Concert for Piano and Orchestra – che è il capolavoro dell’inventiva di Cage nel campo della notazione musicale.
Palazzo Magnani a Reggio Emilia, che nel 2017 compie venti anni di attività espositiva, è stata la residenza del filantropo, musicologo e collezionista Luigi Magnani. La natura musicale della sede e in generale di tutto il territorio reggiano conferisce valore e significato alla scelta tematica della mostra.
Anche una delle più importati istituzioni culturali della città, la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ha deciso di dedicare, nello stesso periodo delle mostra un momento importante a Wassily Kandinsky. FESTIVAL APERTO 2017 metterà in calendario “Fattore K, omaggio a Kandinsky, con il 14 ottobre al Teatro Ariosto Ensemble Giorgio Bernasconi dellaccademia del Teatro alla Scala, Marco Angius direttore, musiche di Skrjabin, Schoenberg, Webern, Clementi, Donatoni, Stockhausen e l11 novembre al Teatro Cavallerizza Duo pianistico Emanuele Arciuli – Andrea Rebaudengo, musiche di Skrjabin, Schoenberg, De Hartmann, Debussy, Stravinskij.
Una serie di attività collaterali concerti, lezioni concerto, conferenze, workshop – realizzate in collaborazione con importanti istituzioni come la Fondazione Nazionale della Danza, oltre ad attività formative e didattiche (in collaborazione con Indaco, Atelier di ricerca musicale ed espressiva e Associazione Stella Maris di Bologna), completeranno e arricchiranno la mostra e lapprofondimento del rapporto tra arte e musica.
La mostra inaugura unattenzione specifica che la Fondazione Palazzo Magnani riserverà alle persone con disabilità fisica e psichica, in stretta collaborazione con il Progetto Reggio Emilia città senza barriere. Il percorso espositivo sarà arricchito da soluzioni idonee ad una fruizione delle opere secondo modalità facilitate e affiancamento di personale specializzato, nella consapevolezza che larte sia via di accesso privilegiata al benessere di tutte le persone.
La mostra è promossa da Fondazione Palazzo Magnani e Skira Editore con la partecipazione di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Comune di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Cassa di Risparmio Pietro Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Il progetto a cura di Martina Mazzotta si pregia di un importante Comitato Scientifico, presieduto da Paolo Repetto e composto da curatori e direttori di museo, musicologi, storici dellarte e filosofi, tra i quali troviamo Michele Porzio e Gillo Dorfles.
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Ridotto € 10 (Amici della FPM; Amici dei Teatri; militari; over 65; diversamente abile; studenti dai 18 ai 26 anni)
Studenti € 6 (studenti dai 6 ai 18 anni)
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Intero € 14
Ridotto € 12 (Amici della FPM; Amici dei Teatri; militari; over 65; diversamente abile; studenti dai 18 ai 26 anni)
Studenti € 8 (studenti dai 6 ai 18 anni)
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Fondazione Palazzo Magnani Tel. 0522 454437 444446 info@palazzomagnani.it