Sta cosa della "magia" va di moda.

Non che l’abbia detto il mago Silvan, che l’ultima volta passando in viale Forlanini a Milano l’ho visto ancora vivo su cartelloni pubblicitari, ma il problema che nella settimana passata l’ho sentito dire due volte. Una di sfuggita a Beppegrillo, come risposta a “come farete adesso in Parlamento”, che ha detto a Federica Balestrieri “con un po’ di magia”. L’altra è stata un po’ più particolare, diciamo.

Un po’ di notti fa c’era la presentazione del libro di Raffaelemorelli. Io ora sono un po’ preoccupata. Non vorrei fare la hipster anche in questo campo: ma io gli attacchi di panico ce l’avevo da prima che la Pellegrini li ostentasse. Non per dire. Al massimo ne ho sempre scritto qui. Come tutte le volte che vorrei imitare Ian Curtis ma so che la mia rastrelliera Ikea non reggerebbe i miei 85kg. Però se lo scrivo su twitter lo notate.

In pratica Raffaelemorelli ha fatto questo nuovo libro -dopoditutto tutti scrivono libri, eccetto me- dove dice che la analisi junghiana era una stronzata, che le colpe non sono attribuibili a cause prime ma che in fondo, in fin dei conti, dobbiamo tutti recuperare una certa dimensione magica, pensare a qualcosa che non esiste per confortarci.

Non era la base della religione?

Di tutte le cazzate che ho sentito dagli psicoterapeuti questa valicava ogni mio confine mentale e mi ha fatto capire che in fin dei conti, quando ho un problema che va al di là di ogni mia comprensione psicoanalitica è meglio che rompa i coglioni al mio migliore amico, psicologo. Almeno posso mandarlo affanculo aggratis.

Forse alla fine ha ragione il mio medico di famiglia quando dice: “vedi, una volta di queste cose si parlava col parroco. E perlomeno era gratuito”.

L'incastonaggio di cose che non vanno, ma queste son stronzate.

Per dirvi come non vanno certe cose. Non è periodo. Se apro un business come minimo creo un deficit che tutta l’Europa si ritrova a gambe per l’aria. Per dirvi, tipo venerdì scorso mi han detto che potevo andare ospite a Sanremo come blogger. Sì, lo fanno. A me non capitano spesso queste robe, anche perché forse l’aura della sfigata frena un po’ il tutto. Però sembrava che questa volta fosse tutto figoso, tipo:

Ovviamente saranno compresi trasporto andate e ritorno per Sanremo, vitto e alloggio da lunedì 11 a domenica 17 presso il Grand Hotel & Des Anglais e vi daremo un rimborso giornaliero per le altre spese.

Solo che ecco, ieri o ieri l’altro mi han detto che no, non c’era più budget e che quindi scusa eh, ti chiamo anche per scusarmi.
Mica mi ha chiamato nessuno. In questo periodo neppure quelli di Vodafone per rompermi le ovaie.
Boh.

D’altro canto l’altro giorno sono risalita verso Milano per intervistare (non mi funziona bene la capacità di concentrazione, quindi l’intervista è un po’ meh) e sentire un concertino. Nonché vedere degli amici per cui non pensavo di contare, proprio per un cazzo. E invece sono stati quelli più carini, educati, vicini e a modo nei momenti di merda. E nel bel mezzo del concertino PAM attaccone di ansia e tanta voglia di piangere, ma con una telecamera rai puntata sul viso ho cercato di dissimulare e pensare solo “finisciprestofinisciprestofiniscichefingodiguardareilcellularecomeidisadattati”. Poi sono solo stata male 24 ore.

Pensa che bello, rivedermi in quel modo.

Quasi quasi domani compro un gratta e vinci (bonscibonscipopopò)

Parla con me XV

Fran, ho letto i tuoi messaggi su Twitter… ti capisco. Sai, ho passato lunghi periodi di depressione molto forti nella mia vita. Ho perso mio papà nel 2007 improvvisamanente, mancò davanti ai miei occhi e da allora per un bel periodo ho esagerato con gli alcolici, mi son beccato tre querele e ho perso il lavoro. Ho visto mio zio materno che, malato terminale di AIDS con un linfoma e metastasi varie che a 35 anni cantava sul suo letto d’ospedale “nessuno mi può giudicare”, e nonostante fosse tutt’ossa e un unico spasmo di dolore, diceva che una volta guarito avrebbe voluto viaggiare. Non è stato per lui possibile. Al marito di mia mamma hanno diagnosticato un tumore che lo fa stare in ansia e paura, gli hanno asportato la tiroide e ogni volta che i valori sono sballati va nel terrore. Mia sorella(stra) di soli 16 anni, alla quale voglio un bene dell’anima, per via del fatto che i genitori non vanno d’accordo, soffre di tricotillomania e nonostante sia una personcina allegra e solare, deve già mettersi la parrucca, a sedici anni. La vita è una sola, chissà cosa c’è dopo, io per un certo periodo ho avuto il terrore di andarmene e pensavo a tutte le persone care che avrei fatto soffrire terribilmente. Pensa alle persone che ti amano, non meritano di perderti per un periodo di forte depressione. Tra un anno ci ripenserai e ti dirai… meno male che non l’ho fatto. Un forte abbraccio di sorella gobba, anche se non ci siamo mai conosciuti personalmente.

Parla con me/ XIV

Fra! Sappiamo bene, io e te, che le parole di incoraggiamento che ti scrivono (belle, sicuramente, affettose) non c’entrano niente con ciò che stai passando. Nessuna di quelle parole potrà in realtà smuovere troppo il tuo animo. Apprezza chi te le dice, compiaciti che ci siano anche “estranei” che hanno a cuore te, Francesca, per ciò che gli trasmetti. MA… se la disperazione di una madre non basta a curare l’anima agitata di un figlio, come potranno gli altri? Potrei stare ore a raccontarti come vivo da ormai quasi 5 anni. Ma so’ che te lo immagini. Io ti capisco, capisco le tue fragilità e le tue richieste di aiuto, che si manifestano in tanti modi diversi. Ti voglio bene. Disprezzo tutti quelli che si ergono a giudici e mi fa incazzare che tu ti sia esposta così, lasciando a questi “psicologi” del web la possibiltà di dileggiarti e al contempo avere quei due minuti di applausi sui social network dalle pecore insensibili che gli vanno dietro. Loro non sono nessuno, ne’ per te, ne’ per la comunità, ne’ per loro stessi.
Spero di rivederti presto Fran. Baci!

Nessuno = la mamma.

Questura di Parma via sms (!) che chiedeva:

Ci puoi far capire che stai realmente bene?”

Un disegnino? Ormai credo che nell’esercito ti peschino se sei nei social network. Credo di averli mandati affanculo o aver detto “e a me che me ne fotte di farvelo sapere?”.

Che fa il paio con quando chiamai la polizia mentre mio padre stava soffocando mia madre, avevo 13 anni, chiedevo aiuto piangendo e mi dissero “certo: puoi passarci uno dei tuoi genitori?”

 

Estiquazi?/II (ma in realtà non ero scomparsa un cazzo: non ero in casa, ma nel 2012 è successo per 400 giorni con twit depressi a go go. Del resto son 4 giorni che non mi sentite e questo post è scritto il 13/01. Chiamo da sola la pula?)

 

 

Parla con me/ XIII

Ciao pupò

Sono rientrata e ho saputo che non sei in super forma.

Me lo avevi detto anche prima di Natale….e so cosa vuol dire stare male.

Posso solo sperare che tu riesca ad uscirne molto in fretta. Con sorpresa. Magari anche un po’ di magia.

Che una volta sia che ti svegli un mattino e tutto è sparito.

Non fosse così tieni duro e duro ancora. I combattenti sono quelli che poi si godono la vita il doppio perché sanno cosa vuol dire un po’ di pace.
Dei baci

Estiquazi?/I

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