Parla con me/ XII

PIANTALA O VENGO DI PERSONA A PRENDERTI A CEFFONI A DUE A DUE FINCHÈ NON DIVENTANO DISPARI.

NON ME NE FOTTE UN CAZZO DI TUTTO QUELLO CHE MI DIRAI, ANZI SARA’ TUTTO UN INCENTIVO AD ANTICIPARE IL MIO ARRIVO.

NON È ARRIVATA LA FINE DEL MONDO. NON FARLA ARRIVARE TU PER ME.

Tutto questo per dire che se combini la cazzata del secolo, ti giuro, non te la perdonerò mai, mai, mai e poi mai. Manco se ci rivediamo in un altro mondo.

Spero di essere stato chiaro ed esaustivo.
Ti voglio bene.
S.

Parla con me/ XI

la gente è una merda.

purtroppo ne abbiamo già avuto prova in diverse occasioni. e però.
se non avessi scritto quello che hai scritto tante persone che ti vogliono bene davvero non avrebbero saputo nulla di quello che stai passando.
poi lo ammetto: avvertire le forze dell’ordine può essere stato forse eccessivo. ma veramente eravamo disperati, e nel tentativo di agire subito e in fretta abbiamo fatto la cazzata.
tutto il resto che leggi in giro ti deve scivolare addosso. lo sai che le persone sui social sono cattive e tirano fuori il peggio di sè, anche perché non si rendono conto di avere a che fare con esseri umani. però ci sono anche tante persone che ti conoscono e ti stimano e ti apprezzano. io immagino che era a queste, a noi, che erano indirizzati i tuoi messaggi disperati.
e noi siamo qui pronti ad accoglierli. io sono qui. e butto la testa al muro per non aver capito niente prima, per aver dovuto leggere nero su bianco la gravità della situazione.
mi sento in colpa, mi sento una merdina. però hai fatto bene. perché ancora non è troppo tardi. perché sei qui e mi stai scrivendo. e se vorrai raccontarmi lo schifo che ti è successo in questi mesi io ti ascolto. se invece vuoi stare zitta, io sarò più attenta ad ascoltare anche i tuoi silenzi.
appoggiati a me. appoggiati a tutte le persone che ti vogliono bene e che te lo hanno dimostrato, o che come me sono arrivate troppo tardi ma sono pronte a recuperare.
tutti abbiamo bisogno di sfogarci. e forse tu hai più motivi di altri. non aver paura che sia troppo da sopportare per gli altri: abbiamo le spalle larghe apposta. non aver paura a sfogarti, non arrivare a questi limiti, non aver paura a chiedere aiuto. ti voglio bene. te lo avrei detto anche senza questo spavento. ma se è servito lo spavento per tirarlo fuori benvenga anche lo spavento.

ti abbraccio forte

Oh, ma per chi sta peggio di me non intendevate la famenelmondo ma la Tommasi? Ok.

Alle Iene: illiceità dell’avere Nobile e la sua troupe filmato Sara sul set del primo porno


PAS-FermiamoLeBanche&LeTasse <pasfermiamolebanche@gmail.com> Mon, Jan 14, 2013 at 12:52 PM
To: franfiorini <franfiorini@gmail.com>

Alle Iene – parodia inquietante dell’odierno moralismo – circa l’illiceità del filmare Sara, ad opera di Nobile e la sua troupe, sul set del primo porno.

Avevo fin qui taciuto perché avevo imputato a un fatto personale di questa tale Sabina Nobile l’orribile, prima che illecito, gesto di starsene lì per tutto il tempo a filmare Sara mentre De Vincenzo, con la cocaina, dapprima la trascinava a iniziare, e poi la spingeva a proseguire quelle scene che non aveva mai avuto alcuna intenzione di girare.
Sennonché ieri sera, 13.01.2013, ho dovuto cambiare idea perché l’intento di tornare, in Le Iene, su quel bel ‘servizio’ – che per fortuna, o meglio per intervento di non so chi, non è poi stato trasmesso – dà un carattere istituzionale a quell’illecito, e lo trasforma in un segno dei tempi, moralistici quanto depravati, troppo grave perché possa tacerne.
Non aveva mai avuto alcuna intenzione di girarlo quel film Sara perché era stata attirata lì una settimana prima con un invito telefonico di un tal Romano proprio con la promessa della presenza sul set di Le Iene e il TGCOM, e voleva in realtà solo (e comunque in una fase in cui già non era in buone condizioni mentali) farsi un po’ di pubblicità, recitare forse la commedia, la farsa, di un porno, ma giammai girarlo davvero. Tanto più, mi sembra, che la presenza di due grandi televisioni non poteva che fare escludere una tale possibilità.
Un non voler girare alcun porno di cui so con certezza anche per vari altri motivi, uno dei quali è che il giorno prima era a casa mia e, sapendo che andavo a Milano anch’io, aveva molto insistito perché andassimo insieme, cosa purtroppo non accaduta. E, inoltre, perché alle 16.30 circa del giorno del porno – nonostante, secondo lei stessa, oltre che secondo Max Scarpat (ma sarebbe importante conoscerle tutte le numerose testimonianze raccolte dalla DIGOS), De Vincenzo avesse già dalle 15 iniziato a rimpinzarla di cocaina (e forse anche di altro: è uno ‘scoppiato’ di cocaina e un esperto) – mi ha telefonato chiedendomi di tornare a Roma con me con il treno delle 18, e io le ho fatto comprare il biglietto elettronico che le ho fatto spedire sul telefonino. Salvo che, alle 17.15 circa, mi ha ritelefonato, evidentemente ormai caduta nella trappola tesale da queste bestie, per dirmi che non poteva più.
Criminali che la magistratura ha sbagliato gravemente a non perseguire subito e con forza non solo perché li ha così ‘legittimati’ a commettere nuovi reati per indurla agli altri due porno, ma perché è proprio con questa tecnica che questa gentaglia spinge continuamente ‘nuove leve’ nella pornografia: mediante cioè il forzare delle donne, anche solo per un minuto, drogandole, approfittando di stati di debolezza mentale, su un sentiero dal quale non potranno più tornare. Perché quello della pornografia è un destino, non solo infame, ma anche tragicamente stupido e sconveniente persino economicamente. Un destino che difficilmente una donna sceglierebbe volontariamente.
Un essere Sara preda della cocaina, dichiara Max Scarpat, che era palese e che comunque poteva essere rilevato dai ‘primi piani’ (fatti dalle Iene) delle pupille dilatate. Così come a tutti era evidente che non voleva assolutamente girare alcun porno.
Cose che, a parere della stessa DIGOS di Roma avrebbero dovuto avere, da molti mesi, ben altri effetti che il nulla che ad esse, chissà mai perché, è seguito.
Un nulla che, a prescindere dai PM e giudici di questa vicenda, non mi meraviglia perché 40 anni di professione hanno radicato sempre più in me la convinzione che: “Se la civiltà è figlia del controllo, la deliberata ‘disfunzione’ della giustizia è necessariamente la madre dell’attuale stato delle cose”.
Cose, in ogni modo, che implicano che, quali che siano i crimini che De Vincenzo ha commesso su quel set, non possono che esserci profili di responsabilità penale anche per chi ha fatto quel servizio.
Non so infatti che capiscono Nobile e i consulenti che vi guidano, ma il fatto è che sono i cronisti di guerra che, nel mezzo dei bombardamenti e i conflitti a fuoco, si comportano da eroi quando, non potendo altro, li filmano.
In situazioni ordinarie, invece, chi si trovi ad assistere a un crimine deve chiamare il 113 e, ove non lo faccia, la fattispecie di chi, in ipotesi, si accucci in un angolo terrorizzato e nasconda il capo, o fugga spaventato, è ben diversa da quella di chi partecipi stando lì a filmare e a intervistare come se fosse nato ieri e non capisse quello che sta accadendo.
Tanto più che De Vincenzo, un tal figuro che ogni medio cittadino sol che lo guardi se ne allontana, è incredibilmente buon amico di non so quale responsabile delle Iene. Un’amicizia di cui bisognerebbe forse spiegare il perché (visto il moralismo di cui sono pervase le Iene tutte), non facendo egli altre attività che offrire stupefacenti, di cui, a dire di Sara, dispone in gran copia, e donne; altra ‘merce’ in cui pure traffica (mi ha riferito un’amica che, per rabbonirmi, voleva mandarne una a casa anche a me, avvezzo evidentemente com’è a dei miserabili tali che si mettono in mani simili anche solo per non pagare la mercede per una prestazione sessuale e un po’ di droga).
Insomma, premesso, per farla breve, che diceva Sainte-Beuve: “Non tutti i delinquenti sono moralisti, ma non ho mai conosciuto un moralista che non fosse un delinquente”, io vi prego, signori responsabili della MEDIASET, di interrompere questa trasmissione che dell’odierno, abominevole moralismo è divenuta il tempio, perché proprio lì è facile si annidino le espressioni più emblematiche di quello che questa la nostra società è divenuta.
Quanto alle signore alla Nobile, conosco bene Sara e quanto basta Nobile, e il mio giudizio – il giudizio di un uomo la cui vita è pur sempre stata, benché di certo vanamente, un’eterna lotta per capire – è che Sara non so ancora se riuscirà a salvarsi, perché quello che le hanno fatto l’ha resa più fragile di quanto già non fosse, ma è una bravissima ragazza. Delle signore alla Nobile invece, mi spiace, ma non mi sentirei di dirlo.
Quanto invece ai motivi per i quali la difendo, non è in virtù dei nostri rapporti personali, ma perché, con una determinazione che sarebbe tanto più grave quanto più fosse inconscia, l’hanno, l’avete, attaccata, ognuno a suo modo, nella stessa logica in cui hanno, avete, attaccato anche Arcuri, Ruby, Mora, Rossy de Palma e Sgarbi: per distruggerli o sminuirli allo scopo di tentare stupidamente di arginare le mie tesi.
Perché, a prescindere ora dal fatto che la pervicacia di un De Vincenzo è frutto del fatto che si sente coperto da persone e da entità della cui copertura oltretutto si vanta apertamente, uno stadio più profondo della verità è che, da voi a Monti al Bilderberg alla masnada di cani che in internet vogliono per forza dire la loro pur non avendo mai avuto niente da dire, siete solo ormai disperate espressioni della pseudo cultura sessual-consumista-feticista: quella nel cui petto sta ormai affondando la lancia delle mie tesi. E i vostri gesti non sono altro che gli ultimi sobbalzi dell’agonia di una ‘morte’ – che in realtà vi accorgerete poi essere salvifica – per mano del nuovo umanesimo di cui ai mie libri.
Di tal che, qualunque altra cosa dovesse eventualmente disporre la giustizia – perché i reati, quando vi siano, sono reati – da un punto di vista invece morale vi condanno ad essere restituiti allo status di cittadini privati, perché quello di cittadini pubblici lo avete esercitato indegnamente.

14.1.2013

Alfonso Luigi Marra

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Parla con me/ X

 

ciao Francesca, ci conosciamo troppo poco, o quasi niente, ma ci tengo a scriverti lo stesso e spero tanto che mi leggerai.

Qualche anno fa il mio migliore amico ha vissuto un momento orribile, esattamente come te: era disperato, l’essere stato appena lasciato da una ragazza che amava ha peggiorato le cose ma era solo la punta dell’iceberg di un dolore enorme.
Anche lui ha mandato messaggi di addio, messaggi e mail. e poi ha provato a uccidersi, per fortuna senza riuscirci. E’ finito all’ospedale psichiatrico perché temevano che ci riprovasse, è stato un po’ lì e poi ha iniziato un lento percorso di risalita. Oggi sta bene, è passato un bel po’ di tempo e non è stato facile… ma ringrazia il cielo di non essere riuscito a farla finita e di essersi dato modo di risalire una china che gli sembrava davvero impossibile superare.
per piacere, fai come lui: datti modo e datti tempo. datti un’altra possibilità, te lo dice una che non sa com’è… ma sa com’è starci molto, molto, molto vicino.
un abbraccio,

Parla con me/ IX

Ciao,
mi chiamo Salvatore, Salvo per gli amici, lo so che non ci conosciamo ma ho visto cosa hai scritto su twitter e ho voluto scriverti.
Io non so cosa tu stia vivendo, ma credimi, niente vale come la Tua vita.
Te lo dice uno che ad inizio anno vedeva tutto nero ed è stato ad un passo da quel gesto.
Ti prego, non fare del male a te stessa ed alle persone che ti voglio bene come la tua mamma.
Ti prego Francesca, non lasciare che accada!!!

Parla con me/VIII

Cara, bellissima, dolcissima Fran,
ho scoperto solo ieri che cazzo è successo in questi giorni. E’ da un pezzo che uso poco e male FB e ancora meno e ancora peggio Twitter, quindi mi sono persa tutto il delirio che è successo. Sono rimasta basita da scoprire la follia collettiva che si è scatenata fondamentalmente sui cazzi tuoi, sui tuoi guai, sul tuo dolore. Ma affanculo loro, non meritano un minuto in più di attenzione.

E’ quello che è successo a te che mi sconvolge e mi fa stare male. La vita è una puttana e con te si sta dimostrando decisamente cattiva. E non sto a dirti quelle frasi che vengono spontanee dal pulpito di chi non sa come ci si sente. Che son parole goffe che vengono dette per affetto e stima e per cercare di dare un appoggio senza sapere come muoversi.

Ci credo che ti sia sentita odiata da dio o chi per esso. Hai tutte le ragioni. Quello che posso dirti è: cerca di tenere duro. Quando anche non sembra, le cose cambiano. Il cazzo di presente scorre, un minuto, un’ora, un giorno per volta, e si evolve. Lascia che passi quel cazzo di minuto, quell’ora, quel giorno. E ancora un altro. E un altro. Tu sei splendida. Una forza della natura. Ne uscirai.

Ti abbraccio fortissimo (facendo attenzione alle costole).
Per quel poco che posso, ci sono. E ti penso.

Parla con me/VI

Ti scrivo perché ho letto i tuoi ultimi tweet e – beh, anche io ho avuto un tumore e anche io soffro di depressione da allora (forse anche da prima, e non sempre: per essere precisi sono bipolare).

Volevo mandarti tutta la mia solidarietà: è pazzesco come tutti (o almeno moltissimi) siano tutti un “oh, un tumore, sei così forte ad averlo sconfitto!” e poi tutti un “oh, la depressione, che cazzata, sei solo debole”. Quando, nella mia esperienza, la depressione è molto peggio del cancro. O anche se non fosse peggio: pick one, visto che sono la stessa persona.

Volevo anche dirti che se vuoi fare quattro chiacchiere io son qui. Vivo a Londra, ma sono spesso online (la mail ce l’hai con questa qui, la chat di Google è lì, su Twitter sono mmcasetti).

Un abbraccio, spero a presto.
M.

PS: Se posso anche azzardare un consiglio non richiesto e banalissimo: anche la depressione è una malattia. Se trovi un buon dottore (non è banale: uno che non ti rimpinzi di pillole e basta ma anche uno che non abbia paura di usare la chimica, che è sempre una grande alleata), è un’ottima cosa. Vitale, oserei dire.

Parla con me/V

Bimba mia, ti supplico.Leggere le tue parole su twitter è stato un pugno in mezzo al cuore. Il dolore grandissimo che tu ora provi è comprensibile, ma pensa a quello che proverà la tua mamma se metterai in atto quello che hai detto. Lei se lo merita? Se lo meritano tutti quelli che ti vogliono bene, quelli che quando parlano di te lo fanno sorridendo perché solo pensarti a noi dà dolcezza e affetto?

Io non so chi sia stato quel cretinetti che ha scelto un’altra quando aveva te. Posso solo pensare che sia un ometto con un cervello grosso come un’oliva, perché una ragazza come te, con il potenziale d’amore che può dare, con la sensibilità, l’intelligenza, la forza e il senso dell’umorismo che hai tu al giorno d’oggi è rara avis. E se non l’ha capito, peggio per lui. Per lui, non per te.
Quindi ti supplico bimba mia; piangi, disperati, prendi a calci muri, urla ma non pensare di essere tu un fallimento, bensì quell’idiota.
Ti voglio bene Fran.  Non straziare la tua mamma, che è una donna meravigliosa.
Perdona la lettera incasinata, ma ho scritto di getto con cuore in mano.
un bacio grande. :-*

[25/01/12]

Quando accadrà sarà sempre troppo tardi.

Broken heart and broken bones
Think of how a castrated horse feels
One more quirky cliche’d phrase
You’re the one I wanna refill

In the someday what’s that sound?

[ Nirvana – I Hate Myself & I Want To Die ]

L’ultima volta che ero a passeggiare al cimitero, a Budapest, con la mamma, ho detto una cosa che tipo, siccome adesso nella mia vita nessuno mi ha cagato, forse sarebbe stato meglio che anziché cremarmi mi fossi fatta fare uno di quei monumenti funebri enormi, dove qualcuno deve sbatterci per forza il naso. Così, per rompere i coglioni.

Come del resto se mi faranno scegliere l’opzione “terrorizza chi avevi sulle palle per un po’ di tempo”. La scelgo subito. La storia del venirvi a tirare per i piedi e cose.Il fatto è che giungo spesso in periodi in cui non vedo più speranze. E non è attirare attenzioni.

Oggi parlavo con una mia amica che mi ha detto che sto lavorando molto per uscirne. Io non lo noto, ma sento molto in fondo una piccola speranza, come se domani svegliandomi qualcosa sarà cambiato, in me o intorno a me, piano piano. Con piccole cose che si consolidano sempre più. Ma il brutto è che capitano periodi come questo, dove sono diventata troppo debole, dove il rifiuto per la vita è ormai troppo forte per me e mi odio per questo, soprattutto perché penso che lasciar sola mia madre sarebbe da stronza.

In tutto questo l’averci provato e non esserci riuscita mi frena dal ritentare: un’assurda delusione anche quella. L’ultima di una grande serie. E quindi mi ritrovo così, vorrei solo mandare mail pregando qualcuno che mi aiuti a smettere con tutto ma dopo ci rimarrebbero male, peggio. E non so cosa fare, quindi passo la notte insonne piangendo. Non ne posso più. Davvero.