Blogfest/4.

Siccome Selvaggia Lucarelli mi ha consigliato molte foto ignude con molto photoshop (per rivelarmi meglio agli internauti) io direi di iniziare da questa (contravvenendo alla regola che qui non si postano foto personali, ma è bello sputtanarsi proprio nei giorni in cui hai 900 accessi unici, così poi scappano e restano solo i migliuori)

Yawny at the Apocalypse.

Panorama dal belvedere di Pienza.Io l’ultima volta che andai a Pienza mi sa che era un periodo post nonerostatatanto bene. E l’altroieri ivece era una bella serata, non come quell’altra volta, ed essendo sera non c’erano neppure tanti turisti, ma solo cani. Tre, per la precisione, con un bassotto nero focato che somigliava tanto alla mia.
Eppoi l’aria lì, sulla terrazza verso Corsignano e l’Amiata. Bellissimo. Un tramonto che si andava a formare pian piano, tra le sfumature delle nuvole e la terra con quel marroneocra solo toscano. I cipressi in mezzo a stemperare il tutto. E l’arietta, il freschino, le luci che si accendevano, solo turisti.
Poi riprendere la SS146. Scoprirsi molto emiliani riconoscendo che no, tutte quelle curve non è possibile averle in una strada statale, non si può. Non potevano mica farla dritta la strada eh. E già che si è sulla strada salire a Montepulciano, e chiedersi perché esistono le salite. E le curve in salita. E la curva a gomito in salita per andare al parcheggio in salita. Insomma, scoprirsi parmigiani senza se e senza ma, ormai.
Mettere il culo per la prima volta sul terrazzino del Caffé Poliziano perché non c’erano turisti. A vedere il buio della vallata della Valdichiana, con le luci. A cercare un cocktail sulla lista. A sceglierne uno che si chiama Bomba. Chiedendosi perché si chiama così e rispondendosi al primo sorso, mentre la faringite ringraziava. E poi fare tutte le stradine mica tanto dritti, per Montepulciano. Ah, ormai le medicine mica me lo fan reggere più l’alcool. Signora mia.

Oggi parliamo di Praga.

Panorama di Praga da Hradcany.Kafka diceva che Praga cattura chi si appassiona di lei. Sarà che io non mi ci sono appassionata perché la sfinitezza fisica mi fa sentire freddina, sarà che a me le cose o le persone se non stanno simpatiche subito possono andarsene affanculo ma, a me, Praga proprio non mi ha conquistato.
Ci dovrebbe essere questa cosa di odio e amore che dovrebbe rappresentare l’Amore perfetto, il rapporto che un umano dovrebbe riuscire a instaurare con Praga ma non io, non so.
Sarà stata la pioggia, sarà stato che io di un posto guardo anche come si pongono i locali verso di me, sarà che guardo la cucina. Non lo so, ma non m’ha conquistato.

Praga è indiscutibilmente una bella città. Chiunque vi dicesse che non lo è ha una grossa difficoltà visiva. Mi ha dato l’impressione di essere stata troppo confezionata, a torto o a ragione (dal punto di vista turistico han fatto bene, bravi), ma di non emanare più alcun fascino naturale se non un qualcosa di guidato e di inscatolato pronto per i turisti. Questa cosa la senti meno quando vai nella zona del castello, perché a San Vito, nonostante frotte di turisti, c’è quell’atmosfera che ingurigita antico e moderno e te lo scodella fuori in un modo originale e nella parte ebraica, che pare come sospesa in una dimensione temporale che non si riesce a ricondurre a nessun secolo.

Praga, checché ne dicano, non è economica. I Praghesi hanno un carattere che insomma, aspettate, non mi viene un panegirico per non offendere nessuno. Ecco: un leghista anziano al confronto è la persona più in pace col mondo e con gli estranei, rispetto a un localedilì.

Poi per il resto, se sei in buona compagnia o ti gira bene qualsiasi posto è bellissimo. Io ve ne parlo con neutralità. Magari sapete cosa c’è? che se Parigi inizia a monetizzare ora le menate del codicedavinci a Praga ci sguazzano nelle leggende da millenni. Se voi vi lasciate prendere e camminate da perfetti sognatori sul limite da reale e immaginario sì, forse lì può piacervi. Questo è il limite di noi razionali, un po’ mi spiace. Però per me il Faust prima è un personaggio letterario, poi un insetticida, poi il personaggio lì baubau che visse al 40 di Karlovo Namesti.
Poi se voi volete credere che Rabbi Loew decise di proteggere gli ebrei maltrattati da Rodolfo II creando il Golem o che le Statue di Ponte Carlo si occupino dei bimbi dell’isola di Kampa in cambio della loro conservazione (e poi le vedete tutte belle piene di smog), beh, cavolo, siete liberi eh. Mica vi faccio le pulci, anzi, io un po’ vi ammiro, ché qui invece si applica a tutto la willing suspension of disbelief e si guardano le cose un po’ così, diciamo distaccate.

Un ottimo motivo per andare a Praga, se non si fa un puttantour, è la birra. Potete fare dei giri assurdi e meravigliosi, con 29 corone a mezzolitro, circa un euro e 15 cent, se calcolo bene così all’impronta (25kr=1 euro). Io già qui consigliai la birreria dove mi trovai meglio. Ce ne è stata anche un’altra, dove a servire c’era una ragazza molto bella e cortese. Dalle altre parti anche no. Non ho provato il fascino di alcune birrerie molto tipiche dopo sgradevoli rendez-vous lavorativi con la gente del luogo. Temevo sbroccature da parte mia. Quindi non so cosa dirvi, sul folklore di U Fleku. Per il resto, questa è la mappa delle birrerie col prezzo incluso.

Occhio però: la birra. La cucina ceca è insipida e fa schifo. Occhio: insipida. Io mangio totalmente senza sale, quindi per dire io che è sciocca pensate come può essere al vostro palato.

Secondo me a Praga staccarsi dal comunismo non ha fatto benissimo. Ma è un mio parere.
[continua]