Non vi ho mai fatto il pipponzio sugli allestimenti museali? Davvero?

462ac2b6004e036b495540daf525e319.jpgDevo dire che il polo museale di una grande città di una piccola nazione come il Belgio è molto ben sviluppato. Del resto, capitando anche sul sito della municipalità di Bruxelles, una volta che ho pensato “maccome, in Belgio l’eutanasia è legale?” con ammirazione, ho cercato se valesse la pena visitare i loro cimiteri o se me ne ero persa uno notevole (e invece no) e ho trovato parecchie informazioni sulla città sia al cittadino che al turista. Cose da far girare la testa.

Gli allestimenti museali ottocenteschi in Belgio non esistono più. La cosa figa è che fa sì che quindi anche nei musei meno attraenti ci sia molta gente perché interattivi e culturalmente ricchi. Il museo della musica di cui vi ho parlato è un esempio.

Posso dirvi che però contrariamente a quanto tutti dicono il museo Magritte (nella foto, presa di nascostissimo) non mi è piaciuto un granché. Bello, bel percorso, bell’allestimento… ma nelle opere qualcosa manca. E’ un po’ il problema degli artisti del secolo scorso causa collezionismo, ma mh… mi aspettavo di più.

Brussels for foodies: Restobiéres

Restobieres in BrusselBrussels è una delle città nel mondo che ha più ristoranti stellati Michelin pro-capite più di ogni altra città al mondo.

Ma non c’è solo eccellenza di quel tipo: la reputazione di città dove si mangia (e bene) di Bruxelles è tenuta in alto da tante piccole e medie realtà nella cittadina. Ad esempio, all’interno del quartiere ormai caratteristico di “Les Marolles” c’è Restobiéres.  Il locale è piccolo ma molto accogliente, caratterizzato dai mille oggetti collezionati dal proprietario, Alain Fayt, dal 1987 ad oggi:rRigorosamente suddivisi in ordine tematico, potrete ammirare nell’attesa tra un piatto e l’altro macinini da caffè, scatole di latta e vassoi ritraenti la famiglia reale belga, asparagiere di ogni foggia e dimensione. Alzando la testa, vedrete anche, appesi al soffitto, una sfilza di passaverdure… e un piccolo cavedio che da verso l’esterno. Continue reading “Brussels for foodies: Restobiéres”

Sint-Pieterskerk a Lovanio, lì (durante la pioggia: pioggia nelle Fiandre?)

LeuvenE’ situata nell’imponente Grote Markt (la piazza principale del mercato della città), proprio a fianco del decorato municipio. Costruita principalmente nel XV secolo in stile gotico brabantino, la pianta della chiesa ha una forma di croce latina con un basso campanile mai terminato. La prima chiesa del luogo, realizzata in legno e fondata forse nel 986, s’incendiò nel 1176 e venne sostituita con una chiesa romanica, fatta di pietra, con un estremo occidentale affiancato da due torri rotonde come nella basilica di Maastricht. Dell’edificio romanico resta solo una parte della cripta, sotto il cancello della chiesa attuale. La costruzione moderna, parecchio più grande della precedente, è cominciata nel 1425 ed è durata più di mezzo secolo, mantenendo uno stile uniforme. Nel 1497 l’edificio era praticamente concluso, anche se le modifiche sono continuate soprattutto sul lato occidentale.Panorama 27
Nella 9° cappella potrete ammirare infatti tre capolavori dell’arte fiamminga: si tratta de Il trittico delle Deposizione del Maestro della pittura fiamminga, Rogier van der Weyden e il trittico di S. Erasmo e il trittico della Cena, entrambi di Dierick Bouts.

Ho un po' l'allergia alle visite guidate.

Leuven
La città di Leuven mi aveva offerto la possibilità di visitare alcuni loro monumenti di interesse tramite un voucher: la Stella Artois, il museo, la cattedrale e la visita guidata al municipio.
Ora, sinceramente lo Stadhius è un edificio bellissimo di colore bianco che si trova nel Grote Markt
La facciata del Municipio è composta da quasi 300 nicchie, collocate nelle finestre dell’edificio e nelle tre torri. Queste nicchie sono occupate da figure storiche, soprattutto da rappresentazioni di personaggi biblici. Trattasi di arte con finalità didattiche, molto utile in società analfabete; pone in evidenza la differenza tra il bene e male, la tematica del peccato e della punizione.
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Dentro, beh ecco: forse non è un granché aspettare la visita… viene fatta in francese e olandese. Non c’è molto da vedere e la visita è molto lenta. Forse sono un po’ intollerante alle visite guidate, dipenderà da questo?

Che bella, che bella, la Stella Artois.

Birrificio Stella ArtoisTra le cose che rendono famoso il Belgio c’è la birra. Come non ringraziare, quindi, Flanders is a Festival quando -non so come sia successo- ha pensato a che potesse piacermi oltre che la musica una delle cose che si può meglio abbinare: la birra.

E a Leuven c’è proprio il grande stabilimento, vicino la zona della stazione e visibile dai binari, della Stella Artois.  La scritta sul logo della birra stessa (“Anno 1366”) si riferisce al più antica birreria della città, esistente già in quell’anno con il nome “Den Hoorn” (Il corno), come riportano anche alcuni documenti relativi alle birrerie di Lovanio. Il nome Artois fu però dato alla birreria solo nel 1708, quando Sebastian Artois ricevette il titolo di mastro birraio, e la birra stessa fu in realtà creata nel 1926.

Birrificio stella artois

La visita si snoda tra il compartimento caldo (sempre a una ventina di gradi più della temperatura esterna) e quello freddo (dove avviene l’imbottigliamento). E vi sarà spiegato sia il modo di operare industriale e sia come si fa -sempre industrialmente- la birra. E’ molto interessante.

In fondo ad esempio qui nel compartimento caldo fermenta la Leffe, mentre avanti la Stella Artois.

Ormai il birrificio non è più di proprietà solo belga ma della multinazionale InBev, che dopo la fusione è divenuto il primo produttore di birra al mondo.

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La visita guidata c’è in olandese e inglese. Condotta dallo stesso signore. Dura circa un’ora. Se volete avere più info potete guardare qui. Specie riguardo la visita all’interno, potete controllare i dettagli qui. Alla fine vi daranno anche la birra spillata al momento (ehm, anche due bicchieri se volete, coff) e due lattine da portare via: una anche di aranciata.
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[e poi scoprirete che devono fare la Leffe speciale per i francesi perché sennò essi trovano il gusto della birra troppo amaro. No comment]

Posti dove mangiare a Leuven: il Kokoon.

DSC00490.jpgLeuven è una bellissima cittadina, ve l’ho già detto. Ed essendo una città universitaria le occasioni di bere e mangiare, se andate, non vi mancheranno.

Ok: soprattutto bere. Visto che in Oude Markt c’è quello che viene considerato il più grande (complesso di) bar in Europa. Ben 45, ognuno di un tipo diverso, addirittura qualcuno che -ho letto eh, non l’ho provato- chiude per solo 3 ore dalle 5 di mattina alle 8 quindi se butta male potete anche dormirci con la bavetta alcolica. Anche perché essendo la città della Stella Artois come si fa a non parlare di Birra?

Io sono stata in due posti: il secondo è stato il Tr3s, un pub piuttosto basico ma con una cucina buona. L’altra esperienza molto più buona e a 20 metri da lì è stata con il Kokoon. Bel bar-ristorante con tavoli all’aperto in zona pedonale. Continue reading “Posti dove mangiare a Leuven: il Kokoon.”

Perché prima di tutto bisogna andare alla fonte delle cose.

Musèè des Instruments de MusiqueSe siete nel Belgio per festival questo è il tassello che unisce tutto. Fra i musei di Bruxelles, il Musèè des Instruments de Musique, ospita una collezione di quasi 2000 diversi strumenti musicali provenienti da zone geografiche diversissime tra di esse (anche se, perlopiù, europee).

Situato nel centro di Bruxelles, a pochi passi dalla stazione del treno, il Museo della Musica è un vero spettacolo sia per la sua collezione che per l’architettura. L’edificio, infatti, è un notevole esempio di Art Deco. All’interno potrete rivivere la storia degli strumenti musicali, dalla loro nascita fino all’epoca moderna, e ammirare oggetti provenienti da tutto il mondo.

Musèè des Instruments de Musique

Il MIM è naturalmente un luogo da vivere… a suon di musica. Un sistema di cuffie con dei jack permette di esplorare i percorsi tematici ascoltando il suono melodico degli strumenti presentati.

L'atomium: 165 · 10^9 volte.

BrusselC’erano altre due cose da vedere sotto: uno il festival gratuito che si teneva sotto e che sin dal pomeriggio suonava musica tra il folk esteuropeo e la patchanka, e sia -soprattutto per gli juventini- farsi una passeggiata fino a quel che resta dello stadio Heysel (è recintato, ma se arrivi fin lì metti un po’ la testa in mezzo le sbarre e guardi. In silenzio. Ci vuole più rispetto che andar nei cimiteri per queste cose… altro che chi si faceva fotografare con la nave da crociera a picco dietro) che è a meno di 200m da lì.

Dicevamo, la tour Eiffel -perlomeno il corrispondente- di Bruxelles. L’Atomium. Situato nel Parco Heysel, questa imponente struttura, realizzata per l’Expo del 1958, avrebbe dovuto essere smantellato in sei mesi, un po’ come sarebbe dovuto accadere per la Tour Eiffel. Invece si decise di lasciarlo, e in breve è diventato uno dei simboli per eccellenza della capitale Belga. Ma che cosa rappresenta l’Atomium? E’ la riproduzione di un cristallo di ferro ingrandito 165 · 109  volte. L’altezza di questo colosso è di 103 metri e ciascuna delle sfere misura 18 metri di diametro. Le sfere, tranne tre che non sono aperte al pubblico, sono collegate tra loro da ascensori e scale mobili che consentono al visitatore di vedere un bellissimo panorama di Bruxelles. La sfera superiore offre un panorama mozzafiato.

Brussel

L’Atomium ospita congressi e convegni e anche feste, talora anche private, e in cima c’è un ristorante. Costoso. La visita vi porta via un po’ di tempo solo per arrivare sin lì: è situato a più di una dozzina di fermate dal centro città (fermata Heyzel, linea blu), ma col tempo buono è una gran bella gita.