C’è una cosa che mi da estremamente noia dei musei italiani.
Merda, staciambella all’anice mi ha asciugato la bocca. Devo cercare un alcolico per bilanciare.
Dicevo, c’è una cosa per cui qualsivoglia evento culturale in italia mi fa girare tremendamente le palle.
Mettiamo, io, già persona dal braccino corto, pago il biglietto di ingresso a una mostra. Ma sputa caso a questa mostra è vendibile un catalogo a prezzo quadruplo del biglietto. Magari a me non interessa, ma due o tre foto da far vedere chessò agli amici o da tenermi perché io ho la memoria di un bradipo alcolista e non ricordo una mazza neppure dopo 10 minuti, col vizio che ho di pascolare sempre i miei pensieri.
Tipo, diciamolo, qui c’è la mostra su Amedeo Bocchi
Mostra bellissima. Sarà che io adoro Bocchi. Ho quella predilezione per la pittura Liberty che in famiglia non è mai stata capita, visto che mio papà di gusto era fermo al medioevo e mia mamma alfin si spinge alla fine del 1800.
Solo che alla mostra su Amedeo Bocchi non si potevano far foto. Io le ho fatte. Di rapina, con l’anziana della Auser che mi ha cazziato (ma io in alcuni momenti ho una faccia di culo assurda), e quindi alcune, perdonatemi, ma fanno piuttosto schifo. Ma questo è il set su Flickr.
Però questo mi da fastidio, caro CiccioRutelli ministro della Cultura o salcazzo come si chiama in questo governo. Io vado in Francia nel roito del castello Salcazzier, pago il biglietto, e posso fotografarmi di tutto.
Perché pago il biglietto, perdio.
Capisco poi se ho un uso commerciale della foto io ti devo pagare i diritti. Ma se le foto le ostendo ai miei amici per farmi figo, a te, cazzotenefrega?
No, ecco, mi avanzava.
Agree 100%, infatti apprezzo molto il PAC che è free-photo e non photo-free…
Esatto.
Solo per dire che, purtroppo, i grandi musei in cui è consentito liberamente fare foto sono (a quel che mi risulta, almeno) la minoranza, in ogni paese del mondo: insomma, non è un problema solo italiano, e francamente, nemmeno mi dispiace – anche se io sono uno che fa foto ovunque, intendiamoci. Il motivo di questa mia considerazione è che, essenzialmente, i tre quarti delle persone che usano una fotocamera digitale non sono in grado di disattivare il flash automatico, per cui ci ritroveremmo sale di museo illuminate da una moltitudine di lampi, e a me questo darebbe un filo fastidio.
Questo però porterebbe a uno splendido spettacolo aggiuntivo: l’esecuzione sommaria dell’usante il flash (ché a me il flash da noja ovunque, ecco)
L’altro ieri sono andata finalmente (dopo soli 8 anni) a visitare la celeberrima Cappella degli Scrovegni…
Non parliamo di fare foto, perche’ li’ dentro puoi a malapena respirare.
Speravo pero’ di riuscire a comprare un libretto per guardarmi meglio gli affreschi (900 metri quadri di affreschi in 15 minuti, un po’ pochino..), ma un cazzutissimo quadernetto (10×15, pagine bianche) costava 8, e dico 8, euriii!!! Non mi sono neanche avvicinata
ai libri fotografici!
Sere
Mi sembra azzardato criticare Rutelli,uno dei pochi politici coerenti che abbiamo in questo paese…
http://www.nonrassegnatastampa.it
volevo fare un commento tecnico dedicato all’anonimo #6:
“minchia, se ruttello è coerente siamo a cavallo!”
Ehm, ma io (qui) non criticavo il sig. Palombelli (per una volta).
Doh.
@ anonimo del commento 3:
mi pare che il motivo per cui in molti posti è vietato fare foto sia che il flash aumenta il processo di decomposizione degli affreschi…quindi si spiegherebbe perchè vietano le foto…ma non si spiega perchè in alcuni posti (tipo londra) è consentito previo pagamento di un biglietto aggiuntivo!!
ma a questo punto perchè non omaggiare tutti i visitatori con qualche cartolina delle opere? e utilizzare i cataloghi come guida alle opere e non come mera raccolta di immagini?
a me viene in mente solo quel motivetto che fa “money makes the world go round, the world go round, the world go round”. chissà perchè.
no, comunque i libri fotografici delle mostre sono puro e semplice latrocinio, ricordo ancora con raccapriccio quei sessant’euri alla fondazione mirò.
adesso prendo solo i volantini, se ci sono.
Toh, sono le stesse rimostranze che ho raccolto l’estate scorsa da tutti i turisti e dalle mie due compagne di lavoro mentre facevo tirocinio alla Galleria Borghese a Roma; in effetti, di fronte a tanta autonomia concessa ai musei stranieri, tanta restrizione da noi mi sembra un tantino esagerata…..
Io le farei fare, proibendo il flash (in francia è così, del resto. Ti rincorrono con nodose baguette sennò).
I libri delle mostre sono da piangere. Troppo troppo troppo cari e troppo scarni per quel che si spende.
Come ti ho già detto in privato, l’incipit di questo post è un piccolo gioiellino surrealista… il resto è anche valido, eh… però l’incipit mi resterà per sempre nel cuore…
che poi pensavo… con un babbo pittoricamente fermo al medioevo ed una mamma ferma alla fine del 1800, tu sei una spericolata avanguardista se ti piace Bocchi… :)
Eh, io son troppo avanti :)
(grazie al solito dei complimenti, troppo buono :))
Io pagai diecimilalire il libretto della collezione Sandro Pertini (Savona, attualmente nella fortezza del Priamar… venire apposta non è il caso, ma se siete da quelle parti una manciatina di cose belle da vedere ci sò’…), ed era pure un libretto piacevole. Credo l’abbiano comprato in 20 ed esistano 100 copie, comunque.
Qualche tempo fa ho fatto un intero servizio fotografico al museo del vetro del mio paesino, poi all’uscita leggo, nascosto, “vietato fotografare”. D’oh! E per giunta la maggior parte delle foto sono venute male perché le stanze erano buie :P
Al museo Van Gogh non lasciano fotografare, ma ci mancherebbe pure questo – già c’è lo spettacolo deprimente della *fila* pascolante che osserva i quadri non famosi mentre trasla con disinteresse in avanti con la testa ruotata a ore 10, figuriamoci se ci aggiungiamo lo spettacolo deprimente dei fessi che nemmeno guardano più i quadri direttamente ma li guardano sul display della fotocamera. Ennò, eh.
(mi pare equo il sovrapprezzo per chi vuole fare foto, ammè)
(anche ammè, io pagherei senza problemi)
Le foto non si possono fare per via del flash,che le cose nei musei hanno un monte ore-luce che uno col falsh se ne fuma la metà.
Se in alcuni musei te lo fanno fare non vuol dire che sia giusto. Comunque il prezzo che paghi alle mostre e ai musei non fa guadagno a nessuno perchè è un prezzo più che simbolico (tranne che sulle mostre attira-pubblico) e probabilmente le foto comunque si trovano in giro ( tra l’altro fate meglio che sono senza riflessi di vetri ecc..)
Lo so che sembro una stronza da come ho scritto questo commento, ma non lo sono giuro: è che sono stanchissima e non ho voglia di formulare un periodo accattivante, ma su questi argomenti non riesco a trattenermi :)
Non sei stronza :)
Ma allora per lo stesso principio sarebbero anche da proibire i flash nelle Chiese (cosa, per me, giustissima). Mi da solo fastidio che il prezzo simbolico (a volte simbolici i prezzi oltre 10 euro non mi sembrano, specie per gli under 26). La questione del flash si risolve (io non lo uso mai, le foto vengono orrende in tali condizioni di illuminazione). Le foto in giro alcune si trovano ed alcune no. Se vedi un post di sotto, con il dipinto di una tomba etrusca, sappi che non si trova da nessuna parte… e nella necropoli è proibito far foto. Dunque quell’ammerrigano che se ne è fottuto delle regole rischia di diventare mito umano anche per studenti/addetti ai lavori.
Ma poi mica è detto che uno voglia fotografare un’opera di per sé… magari vuole fotografarla in un contesto, per dire u_u
Tipo: sul flickr c’è gente che fotografa nei musei solo anatomia maschile delle statue.
no, simbolico non era la parola esatta, voglio dire che se consideri le spese che un museo ha ( dalla climatizzazione ai servizi che ti danno) tu per entrare dovresti pagare tipo 50 euri e loro ammorterebbero appena i costi.
Fondamentalmente il principio sarebbe che uno che va in un museo per vedere qualcosa, ne riconosce il valore; perciò evita di accelerarne il processo distruttivo con flash e cose varie ( poi mettono ‘foto’ in generale perhcè non è che pssono stare li a controllare).
Intendiamoci: non credo che nessun etrusco rivendichi il copyright della sua tomba, alcuni musei lo fanno, soprattutto stranieri; e alcuni fanno pagare per fare foto ma, ripeto, è sbagliatissimo. primo perchè non si rifaranno mai coi dieci euro dei fotografi, della perdita di un’opera qualsiasi; e poi perchè antepongono il presunto guadagno alla funzione primaria del museo/mostra che è quella di rendere visibile al pubblico il patrimonio.
E se non volete che il mondo giri coi soldi, il discorso ‘pago quindi pretendo’ non lo dovreste fare, si paga, ma perchè? per contribuire alle spese di gestione di un servizio pubblico necessario (tantopiù che il patrimonio culturale è bene meritorio) che lo stato non riesce a sobbarcarsi, e ovviamente paga chi riconosce il valore di quello che va a vedere, ché chi non lo conosce non ci va nemmeno gratis. perciò proprio chi paga dovrebbe avere a cuore la conservazione delle cose, e incazzarsi coi musei ( quelli americani in primis) che trattano il patrimonio culturale come prodotto di scambio economico.
Il mio sermone è concluso: ho già detto che queste cose mi stanno a cuore ^_^
ne prendiamo atto :)