Dei betalattamici a casaccio.

C’è sta cosa che tu magari come Fleming esci dall’ufficio tutto così abbacchiato dicendo a te stesso, perché mica puoi sfogarti con altri eh, che uff, mah, beh, bah, insomma, cazzo ci stai a fare lì in laboratorio a non fare un fico secco, a strusciare il bastoncino lì sulle tue piastre in agar. E poi torni il lunedì mattina che sono usciti i funghi a casaccio, ma non quelli pel risotto, e diventi osannato che neanche avessi vinto il grandefratello chessò.

L’han chiamata serendipità, ma invero, diciamocelo, è culo.
Non ditemi che uno ci ha il momento di genio sempre, che coglie il positivo e si aggrappa da qualche parte.
Ecco, io ora ci ho talmente tanti cazzi e cozie che pare la vecchia pubblicità zucchetti, quella dei rubinetti, che c’era sto idraulico che zompava da un posto all’altro e metter rubinetti lì dove si aprivano dei getti d’acqua e a ‘sto tizio qui alla fine gocciava il naso, e glielo giravano come a chiudere il rubinetto.
Ecco a me si aprono dei geyser.

Poi c’hai sempre il tuo mood scazzato e pensi che no, nulla va bene.
Poi una cosa va benino e te ci hai l’euforia per 12 ore. Dico, 12 ore, manco fosse un’aspirina.
Ora sto tornando scazzata, state tranquilli.

0 thoughts on “Dei betalattamici a casaccio.”

  1. io ricordavo che partiva un mega getto d’acqua al tizio della zucchetti. cmq troppo bella quella pubblicità.

    per stare un pò serena invece è quasi un mese che vado avanti ad ascoltare Leonard Cohen. fa davvero effetto placebo! ;-)

  2. Uh, e, aproposito di culo inaspettato, voglio solo raccontare che una volta al liceo andai a fare un compito di latino con la febbre a 38, imbacuccata e inciuccata di aspirine e sciroppi…e presi un bell’otto pieno, il mio unico otto in una versione di latino :)

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