Un po' come se l'avessi scritto io, anche se non l'ho fatto.

Sull’evento facebook c’è scritto ore 22, sul flier che una volta si chiamava volantino azzardano 22.30, a farci la tara inizierà alle 23, ti dici entrando col timore di essere in ritardo a un concerto che se va bene inizia a mezzanotte col supporter, quasi l’una di notte con l’headliner perché vige la pessima abitudine di andare tardi a vedere e ascoltare la musica dal vivo, come se ci fossero cose migliori da farsi dopo cena e non si pensasse né al sonno esiguo prima di un eventuale lavoro del giorno dopo, né alla stanchezza di ore e stress del giorno appena trascorso. Si potrà invertire la tendenza? Non so, certo l’attesa estenuante della prima nota è uno dei mali di una scena vista troppe volte, con l’impero dei deejay che fanno il doppio del pubblico che paga biglietto e (troppo) spesso una tessera per guardare i live, standosene poi per delle mezze ore fuori a fumare e chiacchierare senza partecipare suo malgrado, due antropologie diverse tra chi entra e chi esce nella stessa venue. Così certi locali capofila -come il Circolo degli Artisti di Roma- paiono orientati addirittura ad abbattere i costi e la presenza della musica dal vivo sul palco per passare direttamente alla fase 2 della consolle: come una Sacher non conosciuta, l’asticella si sposta sempre più in basso perché evidentemente così vanno le cose, così devono andare.

Le mamme imbiancano, il quotidiano ferma le rotative, la città abitudinaria tradizionalista conservatrice va avanti (anzi sta ferma) lo stesso. È stato gratificante redigere queste pagine, in questa esatta maniera, raccontando le cose che succedono da un’altra visione d’assieme; scoprendone alcune di nuove, rilanciandone altre prima posposte e inquadrando un’idea di futuro nonostante i fichi secchi nel carniere, la polvere scansata dal vestito buono e l’immobilismo ostile delle corazzate d’informazione. Peccato non sia bastato ad avere ulteriori lettori e la giusta considerazione. Arrivederci a Parma, forse.

 

Soli contro tutti. (rubrica "Indiegnados", La Sera di Parma, sabato 29 ottobre)


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